I carabinieri celebrano la Virgo Fidelis, loro patrona

MESSINA – I Carabinieri del Comando Interregionale “Culqualber” hanno solennemente commemorato la loro Patrona “Maria Virgo Fidelis”. Alla Caserma “A. Bonsignore” il comandante interregionale, generale Luigi Robusto, ha deposto una corona di alloro al monumento ai Caduti. A seguire nel corso della mattinata, il generale Robusto, in ricordo della “Giornata dell’Orfano” ha consegnato una targa ad Ilenia Iozza, orfana, sostenuta nel suo percorso di studi dall’Onaomac (Opera Nazionale Assistenza Orfani Militari dell’Arma dei Carabinieri), che l’ha portata a conseguire la laurea magistrale in giurisprudenza, ed ha evidenziato l’importanza dell’Organismo che dedica tutte le sue energie a favore degli orfani dell’Arma.

Nella chiesa di San Matteo, a Giostra, è stata celebrata la Santa Messa, officiata dal Vescovo Ausiliario di Messina, Monsignor Cesare Di Pietro, e concelebrata da Don Rosario Scibilia, cappellano militare della Legione Carabinieri Sicilia, dai Cappellani militari delle altre Forze Armate e di Polizia e dal parroco della Chiesa. Alla funzione religiosa, che è stata animata dal canto del coro composto da militari del Comando Interregionale Culqualber di Messina, hanno partecipato le massime Autorità Militari di Sicilia e Calabria, le Autorità Civili della Provincia peloritana, le famiglie dei militari, le scolaresche degli istituti superiori La Farina e Basile, della scuola media Vann’Antò, delle scuole elementari di Villa Lina, i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Carabinieri e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e numerosi cittadini, che hanno gremito la chiesa, raccogliendosi insieme ai Carabinieri del Comando Interregionale Culqualber, attorno alla Madre Celeste patrona dell’Arma.

Al termine della celebrazione, letta la “Preghiera del Carabiniere” e dopo aver rivolto un commosso pensiero ai caduti dell’Arma ed alle loro famiglie, il generale Robusto ha rievocato il 77° anniversario di un epico fatto d’armi, ovvero la Battaglia di Culqualber, in Etiopia, nel corso della quale i Carabinieri dell’allora I Battaglione Mobilitato scrissero una delle pagine più fulgide e anche più dolorose della loro storia.