Gioveni: “Schiaffo alle tradizioni”, Risitano: “La vera fede non è questa”

Un’occasione di pace, si è trasformata in terreno di guerra. Il cero votivo, da momento di religiosità che unisce i messinesi, si è trasformato in oggetto di scontro tra il sindaco Accorinti ed alcuni consiglieri comunali.

Ad accendere la miccia è stato il consigliere comunale dell’Udc Libero Gioveni con una nota al fulmicotone nella quale annunciava che “quest'anno per la prima volta la secolare manifestazione del "Vascelluzzo" che si tiene durante la processione del Corpus Domini, non sarà accompagnata da nessuna banda musicale e alla Madonna di Montalto il Sindaco non offrirà alcun cero votivo!!!”.

Nella processione del 12 giugno quindi non ci sarà la banda, ma soprattutto per la prima volta il sindaco non offrirà il cero votivo alla Madonna di Montalto.

Secondo il consigliere centrista questa decisione è un atto irriverente verso le più antiche tradizioni messinesi “Il "Vascelluzzo"che porta con sé un reliquario contenente i capelli con cui, secondo la tradizione, la Madonna legò la lettera inviata ai messinesi, rappresenta un evento che tutta la cittadinanza attende con grande fede e non può essere affatto boicottato avendo come alibi la relazione della Corte dei Conti che ha imposto a tutti i Dirigenti il pieno rispetto dell'art. 191 comma 5 del D.Lgs. 267/2000 col quale è fatto espresso "divieto di assumere impegni e pagare spese per servizi non espressamente previsti per legge".

Libero Gioveni ricorda poi come il dono del cero votivo alla Madonna di Montalto da parte dei sindaci della città è sempre stato un segno di ringraziamento per l’intervento miracoloso durante la peste del 1743 “ed il costo del cero-precisa- è di soli 100 euro. Nemmeno un gesto simbolico, quindi, da parte di Accorinti che resterà nella storia (dopo secoli!!!) come il primo Sindaco a non rispettare le tradizioni!! Tutto ciò suona come un autentico "schiaffo" alle tradizioni secolari cittadine”.

A replicare, mentre la notizia ha suscitato diverse reazioni e lo stesso sindaco è intervenuto per rispondere (vedi articolo), è stata la consigliera comunale di Cambiamo Messina dal basso Ivana Risitano.

“Caro collega- scrive la Risitano rivolgendosi a Libero Gioveni- mi accorgo oggi, ancora una volta, di come professare la stessa fede non significhi avere la stessa visione del nostro stare al mondo. Ti dichiari turbato perché il sindaco non offrirà il cero votivo alla Madonna, e tocchi le corde del cuore dei cittadini facendo appello al rispetto delle tradizioni popolari e religiose. Sarebbe più onesto, intellettualmente, completare l'informazione spiegando anche ai cittadini che la Corte dei conti ci vieta categoricamente al momento qualsiasi spesa non necessaria: non è un alibi, come tu affermi. Sarebbe anche un buon servizio alla cittadinanza raccontare come le precedenti amministrazioni abbiano speso cifre astronomiche in rappresentanze sindacali, buffet, omaggi floreali, ceri, bande e orpelli vari. Quelle spese i sindaci non le facevano di tasca propria, ma con i soldi di una collettività; e di quella collettività fanno parte persone che professano fedi differenti, e agnostici, e atei; o, semplicemente, laici, che distinguono le scelte in materia religiosa da quelle politiche”.

Ivana Risitano prosegue nella consapevolezza che la maggioranza dei messinesi si professa cattolica ed in normali condizioni un’amministrazione dovrebbe supportare e nutrire queste cerimonie, ma esiste un vincolo posto dalla Corte dei Conti.
“Parli di "schiaffo alle tradizioni secolari cittadine"- prosegue la nota- Io sai Libero quando l'ho ricevuto lo schiaffo? Quando dopo la fiaccolata di solidarietà a Galati Marina, in seguito all'incendio dell'oratorio, il prete, davanti alla folla radunata in chiesa, ha ringraziato al microfono il sindaco, che essendo fuori città aveva mandato in sua vece un assessore, e soprattutto "coloro che la politica la fanno non con le parole ma con i fatti", e ha aggiunto: "e l'onorevole Ardizzone, qui presente, ha fatto i fatti; non posso dirvi quanto, ma ha fatto i fatti". Applauso scrosciante. Eppure io nel Vangelo leggo "non sappia la tua destra cosa fa la tua sinistra". Ma forse in piena campagna elettorale per le Europee le elemosine sono sottratte al vincolo della segretezza”.

Ivana Risitano cita poi San Giovanni Crisostomo quando scrive “ Dio non ha bisogno di vasi d'oro, ma di anime d'oro.[…] Prima sazia l'affamato, e solo in seguito orna l'altare con quello che rimane”. La conclusione della consigliera di Cambiamo Messina dal basso è lapidaria: “Sono certa che i fedeli a poco a poco capiranno che lo schiaffo di cui parli non è mai stato dato. Ne sono stati dati altri, dentro "panem et circenses" offerti generosamente per accaparrarsi voti, dentro le elemosine accompagnate dal suono di tromba, dentro gli sprechi travestiti di spiritualità”.

A margine della polemica una considerazione potrebbe essere fatta. In una città che “pullula” di esponenti politici di ogni formazione che si dichiarano espressamente ferventi devoti cattolici, non mancherà certo a qualcuno, in forma silenziosa e anonima ed in rappresentanza della Politica tutta, donare il cero votivo alla Madonna di Montalto, ponendo fine ad uno scontro che nulla ha a che vedere con la spiritualità cristiana.

Volendo potremmo anche suggerire ai 40 consiglieri comunali di mettere 4 euro a testa, in rappresentanza di Palazzo Zanca, senza farlo sapere a nessuno, ma solo alla loro coscienza cattolica, per acquistare il cero. Non sarà certamente né un’offesa né una violazione delle disposizioni della Corte dei Conti.

Con questo clima si celebra intanto oggi, 3 giugno la Madonna della Lettera, Patrona di Messina. Una devozione secolare per onorare la protezione che la Madonna diede alla città. Secondo la tradizione dopo la visita di San Paolo a Messina moltissimi abitanti si convertirono al cristianesimo e nel ’42, quando lui tornò in Palestina, alcuni lo accompagnarono per conoscere la Madonna. Fu la Vergine Maria a promettere protezione alla città e a donare una lettera, legata con una ciocca dei sui capelli. Messina è quindi legata profondamente al culto mariano. La città ha dedicato alla sua Patrona una colonna votiva di 60 metri che si affaccia sul porto.

La stele riporta le parole più significative della lettera di protezione: Vo set ipsam civitatem benedicimus” e fu inaugurata il 2 agosto 1934 da Papa Pio XI.

In occasione della festività si svolgerà la tradizionale processione della statua in argento, opera dello scultore messinese Lio Gangeri. La partenza sarà in piazza Duomo alle 18, poi la processione percorrerà il Corso Cavour, le vie Cannizzaro e Garibaldi, la via I Settembre per rientrare a Piazza Duomo.

Rosaria Brancato