Io, cavallo di ritorno

Volevo darti una mia veloce opinione sulla tua rubrica, che sembra trasformarsi spesso in una “fuga di cervelli”, beh non c’è solo questo io sono tornato a Messina dopo 8 anni fuori Messina, ho un prestigiosissimo master nella unica Business School italiana accreditata in america, 7 anni di lavoro splendidi sempre in crescendo con una compagnia americana, prospettive di lavoro all’estero, ma per seguire alcuni affari di famiglia sono tornato sullo stretto (forse proprio il nome crea oppressione).
Bene ti dico che io, forse per la mia giovane età, provo continuamente nel mio piccolo a cambiare questa città ogni giorno, ma come sentiamo spesso dire a cambiare dovrebbero essere i messinesi!
Ritengo che uno dei principali problemi di Messina sia congenito alla cultura messinese e cioè il c.d. essere scatru, che permea tutta la vita dei cittadini peloritani.
Lo scatru si lamenta di traffico e seconda fila, ma se lui si deve fermare un minuto (che è è un concetto molto ampio) non fa male a nessuno.
Lo scatru sul lavoro punta a dare il c.d. bidone e non a fidelizzare la clientela.
Lo scatru anche se preparato comunque si fa raccomandare perché tanto lui ha delle conoscenze nei posti giusti.
Lo scatru cerca di evadere l’erario in tutti i modi, ma quando riceve un accertamento dichiara che ce l’hanno con lui.
Lo scatru compra le marche a Milano e a Roma anche se le ha disponibili nella sua città, perché non pensa a far girare la sua economia.
Lo scatru parla liberamente male o bene di argomenti che non conosce.
Quindi Rosaria capirai il perché spesso mi piacerebbe tanto essere un babbu. Francesco