Il mare, la nostra risorsa

Certo che mi arrabbio quando penso che questa città, una delle più belle in stile Liberty dell’Europa di fine ‘800, carica di oltre 2000 anni di storia che va dai Greci ai Romani, da fondamentale avamposto per le crociate a capoluogo della Sicilia con sede per i Viceré Borbonici, ha subito la distruzione totale del terremoto e dei bombardamenti.
Certo che mi arrabbio quando penso che da quando vivo qui, oltre 40 anni, ho sempre visto i politici succedutisi basare tutto su un clientelismo che, avrà assegnato tanti posti di lavoro, ma ha fatto tanto danno non solo alla città ma ai cittadini che oggi, visto che il rubinetto dei posti statali è arido, sono privi ed ormai incapaci di sognare.
E’ vero che il castigo della natura nel 1908 e la follia dell’uomo durante la guerra ci hanno raso al suolo, ma è veramente da ciechi non vedere che l’unica, vera e disponibile risorsa che abbiamo è il magnifico stretto che noi siamo ormai abituati ad avere sotto gli occhi, defraudato e maltrattato, ma per chi viene da fuori ha lo splendido effetto di un lago sul quale affacciano due città, ma con la magnificenza di un fantastico mare.
E c’è veramente da arrabbiarsi quando si pensa di ricoprire anche questo con una colata di cemento, il ponte, che alla città porterà non più di un pugno di posti durante i lavori e un gran pugno di mosche dopo.
Come si pensa che il turista, che tra l’altro da progetto ha tutte le strutture ricettive in Calabria, si fermi volentieri e invogli altra gente a venire in una città dove i servizi sono sotto lo zero, le spiagge sono tra le più sporche in assoluto che io abbia mai visto, i parapetti che danno sul litorale sono ancora in molti tratti fatti con il guard rail degli anni ’70, i marciapiedi col bitume per le strade e l’affaccio a mare sotto piazza Cairoli (mare grosso) viene segnato oggi in una mappa turistica del Comune di Messina come “Via del Mare” attirando i turisti con effetti nauseabondi. Basta ritrovarsi a guardare le loro facce quando arrivano, immagino con quanta fatica, nella “mitica” via del Mare e si vedono davanti la via Don Blasco, magari passando sotto la ferrovia davanti all’ex macello…
E’ il mare, lo Stretto di Messina, la vera risorsa. L’unica possibilità di poter far sognare i cittadini e che possa dare forma ai loro sogni.
Tutti dovremmo imparare a vedere il nostro mare, le nostre spiagge in altro modo. Con più rispetto e più attenzione. Tutti dovremmo, ma le Istituzioni hanno il dovere di dover impostare le loro politiche sull’attenzione verso la nostra risorsa di bellezza, di lavoro e, perché no, di ricchezza.
Le nostre spiagge non devono esser viste semplicemente come fonte di una nuova lottizzazione con i lidi, ma come il nostro biglietto da visita da tenere ordinato e pulito.
Ed invece… invece non viene nemmeno fatta (non dico adesso, a tempo debito per l’estate sarebbe troppo) la normale pulizia delle spiagge. Si, di questo certo che mi arrabbio!
Ma ciò che mi da su i nervi anche è la nostra mancanza d’indignazione. Personalmente ho provato a stimolare, con l’anonimato che può darti un social network, un gruppo di giovani “ribelli” di sinistra che per definizione dovrebbe essere la parte che spinge per il cambiamento, purtroppo le uniche risposte che avevano un’iniziativa erano per la soluzione fai da te, armiamoci e puliamo noi. Mi dispiace ma io non sono d’accordo. Posso pulire, a malincuore e con sdegno, lo spazio per il mio telo da mare. Ma è come se mi invitassero a cena e mi dovrei portare dietro una spugnetta per pulirmi piatto e bicchieri visto che sono luridi.
Se poi pensiamo di poter non invitare nessuno, ho visto con i miei occhi non fare entrare al lido più In del litorale tre turisti francesi (due uomini ed una donna) perché non erano in lista…, e pensiamo ancora che possiamo oggi continuare a vivere dei soldi di quei quattro impieghi statali che sono rimasti, credo che davvero possiamo abbandonare ogni sogno, smettere di arrabbiarci e rassegnarci ad una morte nemmeno tanto lenta. Enrico Aniso