Passaggio Ato-Amam, ci sono gli atti ma è tutto fermo. L’Orsa denuncia ostruzionismi

Ancora tutto fermo. Nonostante sia trascorso più di un anno dalla famosa delibera del 9 ottobre 2014 che dava il via alla mobilità tra le partecipate comunali e sanciva tutti i passaggi per il trasferimento all’Amam dei lavoratori di Ato3, ex Feluca ed ex Agrinova, ad oggi l’unico punto rispettato è stato quello che ha condotto i lavoratori ex Feluca tra le fila dell’Amam. Quello che invece sembrava il percorso più semplice ad oggi si rivela invece ancora un vicolo cieco. E i dipendenti dell’Ato3 continuano ad aspettare in un clima sempre più incerto e con la preoccupazione della nuova imminente scadenza dell’ennesima proroga regionale che finora ha tenuto in vita il sistema Ato. A Palazzo Zanca ormai da un anno si discute della nuova Amam, quella che dovrà svolgere anche i servizi legati al ciclo dei rifiuti, inglobando i lavoratori di Ato3 e Messinambiente. Sono stati anche prodotti diversi atti che dettano la linea burocratica e amministrativa da seguire. Nei fatti però è tutto impantanato. Oggi pomeriggio a Palazzo Zanca si terrà un nuovo vertice tra i rappresentanti delle tre partecipate coinvolte nell’operazione e il vicesindaco Guido Signorino, ma le preoccupazioni soprattutto in casa Ato sono tate.

A segnalarle è la segretaria dell’Orsa, Francesca Fusco, che chiede con forza al sindaco Accorinti di fare chiarezza una volta per tutte, spiegando quali siano le responsabilità per il nulla di fatto prodotto fino ad oggi. Il sindacato riprende una nota dello scorso 6 novembre siglata dal liquidatore dell’Ato3, in cui Michele Trimboli ha rappresentato formalmente al sindaco Renato Accorinti il compimento di tutti gli atti propedeutici per la definizione della procedura di mobilità interaziendale attraverso cui è previsto che i 51 dipendenti della partecipata di Via Cavalieri della Stella transitino all’Amam.

In particolare la nota del Liquidatore specifica come si siano consumati i seguenti passaggi: affidamento all’Amam dei servizi già svolti dall’Ato3, con la delibera di giunta del 3 settembre 2015 in attesa della integrale devoluzione delle competenze in materia ambientale; approvazione dello schema di accordo interaziendale da parte delle assemblee dei soci delle due società; sottoscrizione dell’atto di impegno con cui si sono definiti tempi e modalità di attuazione del trasferimento dei lavoratori già a partire dall’1 novembre 2015 con avvio dei servizi da parte dell’Amam nel corso della conferenza dei servizi del 7 ottobre 2015 nella quale hanno preso parte l’Amministrazione Comunale rappresentata dall’assessore Daniele Ialacqua, il dirigente del Dipartimento Sanità e Ambiente, l’Ato 3 e l’Amam rappresentata dal Consiglio di Amministrazione e dal Direttore Generale; definizione del capitolato d’oneri per lo svolgimento dei servizi da parte di Amam nella riunione del 10 ottobre 2015 in cui hanno preso tutti gli stessi soggetti interessati.

La lettera del commissario Trimboli si conclude con la richiesta al Sindaco di “… voler dare indicazioni definitive sul processo di mobilità del personale Ato3 già avviato ma non concluso”. Un documento che ha acuito l’amarezza dei lavoratori che non riescono a comprendere come, nonostante il compimento di tutti gli atti propedeutici, trascorso più di un anno di snervante tira e molla e di impegni pubblici assunti dal Sindaco e dalla Giunta, il trasferimento all’Amam non si sia ancora realizzato.

Per questi motivi non si esclude che gli stessi lavoratori possano decidere di presidiare la riunione convocata per oggi pomeriggio alle 18:30 a Palazzo Zanca, dalla quale si attende la produzione di atti determinanti per l’esito della questione e per la definizione di un’operazione amministrativa necessaria sotto più profili e pienamente legittima.

L’Orsa che già aveva posto l’attenzione sulla “colpevole inottemperanza” da parte del Presidente dell’Amam, Leonardo Termini, torna all’attacco per ribadire quanto già rilevato il mese scorso nei confronti dell’ostruzionismo da parte di Amam: «Seppure in modalità molto “politically correct”, la nota dell’ingegnere Trimboli assume nella sostanza i connotati di una “messa in mora” nei confronti del presidente dell’Amam in primis, ma anche nei confronti del Sindaco ed dell’Amministrazione Comunale tutta che è socio ed ha nominato questo Consiglio di Amministrazione» scrive la segretaria Fusco. Per il sindacato l’operazione di mobilità interaziendale tra le due partecipate costituisce un’azione amministrativa trasparente, sussistendovi tutti i presupposti previsti dalla normativa vigente, nonché la determinante fase iniziale del processo che porterà alla creazione del ramo di azienda destinato alla gestione del ciclo integrato dei rifiuti ed al trasferimento dei lavoratori della Messinambiente. «Nel suo complesso si tratta di un’operazione fondamentale per la salvezza dell’intero settore rifiuti che, come più volte pubblicamente ribadito dall’assessore Ialacqua, potrà consentire di uscire dall’empasse scaturente dal perdurante stato di liquidazione di Ato3 e Messinambiente da cui, tra l’altro derivano diversi problemi amministrativi per le stesse aziende e per i lavoratori. Argomenti questi, del resto, già ampiamente sviscerati in tutte le sedi amministrative possibili nel corso di questo “lunghissimo” anno, cui sembrava essersi messo un punto con l’approvazione della modifica statutaria di Amam e con la successiva emissione dell’ordinanza sindacale del 30 luglio 2015». Ordinanza che però, ricordiamo, fu al centro di mille polemiche e che l’amministrazione aveva annunciato di voler ritirare per seguire una via ordinaria e non un provvedimento straordinario, facendo però poi cadere tutto nel dimenticatoio.

L’Orsa attacca a muso duro l’amministrazione: «Fino ad oggi il sindaco ha dimostrato di non essere in grado di chiudere la partita nei tempi stabiliti, facendosi letteralmente prendere per il naso dai suoi partners politico-amministrativi, tra cui spicca l’ultimo nominato presidente Leonardo Termini, il quale evidentemente se ne frega delle disposizioni amministrative, sebbene espresse nelle forme più solenni e cogenti. Dinanzi a cotanta schizofrenia amministrativa, i lavoratori dell’Ato3 e le loro famiglie corrono il serissimo rischio di ritrovarsi nella medesima inquietante situazione già vissuta nel luglio di quest’anno, ovvero: scadenza della proroga regionale della fase liquidatoria, nessun trasferimento in mobilità all’Amam, futuro occupazionale totalmente nebuloso. Ma per quali ragioni?

È quello che, in tutta coscienza, dovrebbe spiegarci Renato Accorinti».