Immigrazione e clandestinità. “Samba”, una storia attuale

Samba (Omar Sy) è un clandestino senegalese che, dopo 10 anni a Parigi, non ottiene il permesso di soggiorno; Alice (Charlotte Gainsbourg) lavora temporaneamente nel servizio di assistenza per gli immigrati, dopo aver avuto un forte esaurimento nervoso.

Samba è solo uno dei tanti che cambiano lavoro ogni giorno: cameriere, guardia notturna, lavavetri sui grattacieli; un lavoro umile dopo l’altro, tutto in nero, vivendo continuamente con l’angoscia che qualcuno gli chieda i documenti. Comprare un documento falso è del tutto inutile.

Alice non riesce a mantenere le distanze che le imporrebbe il suo lavoro, ma a quanto pare non ci riesce nessuno: lentamente si innamora di Samba. Ma è un amore impacciato da entrambe le parti, quasi forzato, come se dovesse succedere per forza.

In realtà, più che amore, è un modo per dare l’uno all’altra un’idea di positività e di lotta, che necessitano ad entrambi. Samba ad un certo punto sta per cedere, dopo aver cambiato più volte identità: “Ho paura di non ricordarmi più il mio nome, di non sapere più chi sono”; ma Alice gli darà la forza di continuare.

Tra tragedia e commedia i due registi, con la bellissima colonna sonora di Ludovico Einaudi, danno vita ad una storia che potremmo definire europea: in tutti i paesi ricchi dell’Europa si riversano tutti i poveri del mondo in cerca di lavoro, in cerca di riscatto sociale, in fuga da ogni sorta di guerra.

Dopo aver raccontato una storia di amicizia con “Quasi amici”, film riuscitissimo che converrà rivedere, Nakache e Toledano tentano una storia d’amore dentro l’attualità. Purtroppo quest’amore non è molto convincente, ma l’idea è buona: si può e si deve continuare a combattere, perché esiste un diritto al lavoro, innegabile, che non si può rifiutare.

VOTO: 6/10 – “Samba” è proiettato al Multisala Apollo alle ore 17:30, 20:20, 22:30.

Lavinia Consolato