SPAZIO IRIS: Qualunquemente da ridere

I rischi di portare sul grande schermo un personaggio-macchietta quale Cetto la Qualunque, nato dalla fantasia di Antonio Albanese ma drammaticamente reale – erano senza dubbio tanti. Molto spesso, per cercare di monetizzare al massimo la fama si giunge in sala senza idee o con pochi tormentoni sui quali è difficile creare storie che stiano in piedi dall’inizio alla fine, finendo per deludere il pubblico e affondare il personaggio. Gli esempi sono numerosi e vale la pena lasciarli nell’oblio.

Per tale motivo Qualunquemente poteva rivelarsi un fiasco, ad esempio perché le continue apparizioni a Che tempo che fa potevano aver esaurito il campionario di battute e di gag a disposizioni. Ed invece ci troviamo dinnanzi ad un film ben scritto – merito dello stesso Albanese, di Piero Guerrera e del regista Giulio Manfredonia – ricco di battute esilaranti, volgare ma non grottesco e soprattutto drammaticamente reale – basti pensare al caso Ruby, ai falsi invalidi, alle elezioni truccate e al rimando al Ponte sullo Stretto.

Per quanto riguarda la trama, senza rovinare il film, si può dire che Cetto ritorna nella sua amata Calabria dopo 4 anni di latitanza in Sudamerica. Viene accolto come un eroe dai compaesani e dal figlio Melo ma sua moglie Carmen (Lorenza Indovina) non apprezza che si sia presentato con una bella e giovane compagna (Veronica da Silva) e la piccola figlia, ribattezzate Cosa e Cosetta. Cetto dispensa perle e storie di pilu sudamericano ma la situazione sembra cambiata in Italia: si parla di tasse, sequestri e persino galera. Persino la sua pizzeria e il suo camping abusivo rischiano. Cose da matti! E allora deve scendere in politica contro l’esponente della società civile ovvero De Santis (Salvatore Cantalupo)

Nonostante i soldi elargiti generosamente e i comizi elettorali nei quali promette di eliminare l’ICI due volte e dare 2 mila euro a tutti, non tira una brutta aria e così gli amici – fra cui segnaliamo Luigi Maria Burruano e Maurizio Comito – gli consigliano di far ricorso ad un esperto ovvero Jerry (Sergio Rubini), barese emigrato a Milano che rinnega le sue origini e dispensa consigli utili per ripulire l’immagine di Cetto sino a condurlo al testa a testa finale…

Difficile dire di più senza rovinare un film che è tutto da vedere e che, a mio avviso, è molto più intrigante e divertente di Che bella giornata, dove Zalone ripropone sempre il solito personaggio fanfarone, cinico ma in cerca d’amore. Invece Cetto è un personaggio malvagio: è marcio dentro e corrompe tutti, persino il figlio Melo tanto che lo sconforto di De Santis, davanti al giornalista corrotto, sembrerebbe presagire un finale moralistico. Ma per fortuna Albanese e co. hanno avuto il coraggio di portare avanti la storia con successo senza scivolare nei facili moralismi, sfornando un film che non stufa e con un primo tempo davvero brillante. Da segnalare la canzone Onda Calabra – Qualunquemente, sui titoli di coda, destinata a diventare una hit.

Titolo: Qualunquemente

Regia: Giulio Manfredonia

Paese: Italia

Anno: 2011

Genere: Commedia

Produzione: 01distrubution

Durata: ‘96

Sul web: http://www.partitodupilu.it/