Al Teatro Vittorio Emanuele vanno in scena solidarietà e protesta

Teatro Vittorio Emanuele. Dentro il clima è ovattato, le hostess danno il benvenuto al pubblico e tutto è pronto perché lo spettacolo inizi. In programma c'è il concerto di solidarietà: un evento che vuole simbolicamente portare sostegno alla cittadinanza in difficoltà per via della crisi economica, nato dalla volontà del prefetto Stefano Trotta, con la collaborazione della soprintendenza dell'Ente teatro e del conservatorio Corelli. «Siamo vicini ai lavoratori e al mondo imprenditoriale, che in questo momento stanno affrontando gravi problemi» aveva detto mercoledì scorso il prefetto durante la conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa, che «idealmente sarà un'occasione per fare gli auguri alla cittadinanza». Fuori dal teatro, però, parte di quella cittadinanza cui il prefetto voleva augurare buon Natale non aveva nessuna voglia di festeggiare. Tre cartelli appoggiati alla scultura nel piazzale davanti al teatro recitano: “24 anni di lavoro. E adesso?”, “Cag Bordonaro: una risorsa per il territorio a sostegno dei minori e famiglie”, “Croce non distruggere, salva le famiglie”. Si riferiscono ai 600 lavoratori dei servizi sociali (ombrello sotto il quale ci sono i Cag-centri di aggregazione giovanile, l'assistenza ai disabili e agli anziani, gli asili nido, i trasporti per i portatori di handicap, la pulizia e le mense delle scuole e il sostegno alle famiglie problematiche) che hanno sotto le loro cure 5mila persone. «Dal 20 gennaio andremo tutti a casa – spiega Amalia – perché sono state bloccate le gare di appalto per l'affidamento dei servizi di cui ci occupiamo». Servizi che sono essenziali perché interessano le fasce più deboli della popolazione, e che sono finiti sotto la scure dei tagli del commissario straordinario Luigi Croce. Il dottore Trotta, appena arrivato al teatro per assistere al concerto, si è fermato a parlare con la folla che protestava. «Non non abbiamo mai incontrato il prefetto – sottolinea Amalia – lui credeva che il problema fosse solo Casa Serena, ma stasera gli abbiamo spiegato che c'è un mondo di assistenza che rischia di essere cancellato per fare cassa sulla pelle dei bisognosi». Anche l'assessore Nino Bartolotta era al teatro per lo spettacolo. «Stiamo lavorando per risolvere questo problema – ha detto – Attendiamo che la Regione ci dia una risposta, ma entro la prossima settimana o al massimo la fine dell'anno troveremo una soluzione». Dove si potranno trovare i soldi, visto che anche le casse della Regione sono vuote, è ancora da chiarire. Intanto la preoccupazione dei lavoratori resta forte. «Non ci fidiamo più delle promesse, vogliamo documenti scritti nero su bianco – dicono mentre il prefetto e l'assessore entrano in sala – Così andrà a finire che chi potrà pagherà una badante per il proprio caro, gli altri si arrangeranno come potranno». E l'assistenza si dividerà in una di serie A e una di serie B. (Ilaria Raffaele)