Dissesto ex Provincia, Mancuso: Non è una partita a 2 tra Accorinti e Romano

In attesa dei prossimi sviluppi continuano a registrarsi gli interventi sull’avvio da parte del sindaco metropolitano Accorinti dell’iter per la dichiarazione di dissesto.

Ultimo in ordine di apparizione è il senatore Bruno Mancuso che sottolinea come un atto così importante “dovrebbe essere adottato da un organismo collegiale, viste le conseguenze pesantissime su tutti i 108 Comuni. Non credo possa essere deliberato (in un gioco delle parti pirandelliano) solo da due soggetti che svolgono il loro ruolo senza alcuna legittimazione né dei cittadini né dei territori, quali il Sindaco metropolitano, tale solo per una confusa normativa recentemente superata e modificata dall'Ars, ed il Commissario Straordinario plurifunzionale, tale solo su nomina politica del Presidente della Regione”.
Mancuso ricorda come il decreto legislativo Monti che restringe le possibilità di ricorrere alla dichiarazione di dissesto, definisce il dissesto di un Ente locale come una soluzione gravissima per la comunità e, quindi, da evitare. Tale decreto prevede che, qualora sussistano squilibri strutturali di bilancio che possano provocare il dissesto finanziario, rilevati anche nelle varie relazioni della Corte dei Conti, gli Enti debbano ricorrere alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, mediante un piano che va predisposto comunque prima di ricorrere al dissesto (come è stato fatto per il Comune di Messina). “Se come si evince dal dispositivo dell'atto di indirizzo – prosegue Mancuso – tale situazione di grave criticità finanziaria sussisteva da diversi anni, non si comprende come il Commissario Straordinario non abbia pensato di porre in essere le procedure per il dissesto quando aveva un ruolo di gestione monocratica di un Libero Consorzio ex Provincia Regionale, e pensi di farlo dopo l’istituzione della Città Metropolitana. La Legge prevede che le Province per le quali sussistano squilibri strutturali di bilancio che possano provocare il dissesto finanziario, debbano ricorrere, con delibera consiliare, al riequilibrio finanziario pluriennale, con l'accesso al fondo di Rotazione per la stabilità finanziaria degli Enti locali. La dichiarazione di Dissesto non potrà essere una partita a due fra Sindaco e Commissario, perché deve essere accompagnata per legge da una dettagliata relazione del Collegio dei Revisori, che analizzi le cause del dissesto e motivi il mancato ricorso al piano di riequilibrio finanziario”.

Mancuso auspica quindi un intervento presso il governo Gentiloni in merito al meccanismo del cosiddetto prelievo forzoso collegato al Patto di Stabilità e sul Governo Regionale per richiedere un contributo straordinario, facendo ricorso in parte alle somme destinate dal Governo Nazionale per il funzionamento delle Aree Vaste Siciliane.

“Per il futuro – conclude Mancuso – sarà necessario individuare strumenti per dare certezza finanziaria ed operativa alle Città Metropolitane ed ai Liberi Consorzi, definendo e meglio le funzioni e ripartendo con una nuova forma di Governance che finalmente metterà fine alla lunga ed improduttiva stagione dei Commissariamenti e ridarà la parola ai Cittadini”.