La ricetta anti-crisi di Croce è “indigesta” per il Partito Democratico

«In parte inattuabile ed in parte poco efficace». Così il segretario cittadino Giuseppe Grioli ed il coordinatore dei gruppi consiliari del partito democratico Felice Calabrò giudicano la manovra anti-crisi presentata nei giorni scorsi dal commissario straordinario Luigi Croce, ritenendo che molte misure «non sono in linea con la normativa vigente ed altre misure prospettate, seppur confacenti, produrrebbero effetti solo a medio e lungo termine». Per i due rappresentanti di centro-sinistra, la priorità assoluta è quella si scongiurare il default.

«Se vogliamo evitare il dissesto – spiegano in un comunicato – occorre approvare la delibera per accedere alle misure del decreto legge 174, da poco convertito in legge, ed una volta deliberata l’adesione alle misure della nuova legge è necessario esitare il bilancio di previsione 2012. Senza questi due passaggi fondamentali, tutte le ricette più o meno realizzabili verranno spazzate via dalla dichiarazione di dissesto che determinerà effetti disastrosi per una città che è già in agonia».

«Il Commissario – continuano Calabrò e Grioli – deve dirci se intende esitare la delibera per aderire al decreto “salva comuni” e contestualmente presentare il bilancio previsionale 2012 di un Ragioniere Generale in Consiglio Comunale. Senza questi passaggi da realizzare entro dieci giorni non ha senso discutere di misure correttive . Ove il commissario non intendesse porre in essere per quanto di sua competenza i provvedimenti sopra riportati sarebbe evidente la sua scelta di non impedire il dissesto.

I due esponenti del Pd entrano, poi, nel dettaglio del piano di risanamento delle casse comunali varato dal reggente di Palazzo Zanca. «Proposte quali la vendita di immobili con provvigioni per gli agenti immobiliari, l’utilizzazione di società di recupero crediti per la Tarsu 2012, o per i proventi delle violazioni del codice della strada, la sostituzione del Comune nel recupero dei crediti all’Amam, la vendita degli immobili dell’edilizia residenziale pubblica appaiono tutte iniziative, così come formulate, non conformi alla normativa vigente» sentenziano Calabrò e Grioli.

I due rappresentanti del Partito Democratico si dicono poco convinti anche del « breve cenno al dipartimento edilizia, che attualmente vive una fase di stallo totale» e puntano l’attenzione sulla «dicotomia tra i numeri certificati dal Ragioniere Generale e controfirmati dal Collegio dei Revisori e quelli indicati dagli esperti del commissario», che « hanno ingenerato troppa confusione».

Secondo Calabrò e Grioli è necessario «distinguere i debiti certificati per i quali bisogna trovare coperture immediate, da debiti che anche ove esistenti non sono certi nella quantificazione e da debiti che addirittura potrebbero poi non risultare tali. In tali ultimi due casi – dicono – si deve procedere ad una quantificazione, anche solo prudenziale al fine di predisporre una programmazione pluriennale che ci consenta di riportare il Comune di Messina agli standard di un comune virtuoso (attraverso il piano di riequilibrio previsto per accedere al fondo di rotazione della legge salva comuni). Tutto questo, però è già previsto dal decreto salva Comuni, così come talune altre cose affrontate dal Commissario».

Sulle partecipate Calabrò e Grioli propongono di «rivoluzionare il sistema», ricordando che, sino ad oggi, le società partecipate hanno offerto servizi ai cittadini senza alcun contratto di servizio con il Comune, che paga secondo quanto la società spende. « E se le società – scrivono – ricevono dal Comune meno di quanto spendono si maturano debiti che il comune deve sempre pagare».

Calabrò e Grioli concludono il loro documento ribadendo che «occorre fare in fretta e dimostrare alla Corte dei Conti che abbiamo la possibilità di adottare le misure correttive richieste. Adesso spetta al Commissario darci una risposta. Il PD farà la propria parte così come assicurato sin dall’inizio. La città prima di tutto, poi viene il resto».