Stalking: da Messina una petizione di 500 mila firme per cambiare la legge

Stalking: da Messina una petizione di 500 mila firme per cambiare la legge

Grazia Di Mauro

Stalking: da Messina una petizione di 500 mila firme per cambiare la legge

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martedì 15 Maggio 2018 - 06:07

L’iniziativa promossa dall’associazione “La Città delle Donne”, e presentata nella sede dell’Ordine degli Avvocati di Messina, è stata sposata in toto da avvocati messinesi che attraverso una minuziosa analisi hanno presentato un disegno da proporre in Parlamento.

Una radicale modifica della legge sul delitto di atti persecutori, in particolare dell'art. 612 bis del codice penale, meglio conosciuta come reato di stalking, è la proposta di iniziativa popolare per rivedere le crepe o mancanze, di una delle normative più discusse degli ultimi tempi.

L’iniziativa promossa dall’associazione “La Città delle Donne”, e presentata nella sede dell’Ordine degli Avvocati di Messina, è stata sposata in toto da avvocati messinesi che attraverso una minuziosa analisi hanno presentato un disegno da proporre in Parlamento.

L’obiettivo è quello di raccogliere le 500.000 firme necessarie a presentare il progetto agli organi statali.

Il documento, redatto dai dottori Yuri Aliotta, Simona Arasi, Rita Carbonaro, Manuela Casablanca, Roberto Orlando, Maria Cinzia Panebianco ed Elio Savoca ha come principale obiettivo la garanzia di una maggiore tutela nei confronti delle vittime, siano esse donne o uomini, con novità radicali.

Tra le innovazioni la proposta prevede infatti, l'inserimento dello stalking tra i reati per cui si applica in automatico la custodia cautelare in carcere col sistema della "doppia presunzione”, sistema già adottato per altre fattispecie delittuose come l’omicidio.

Poi, maggiore tutela delle vittime durante la fase amministrativa e in tutte le fasi del procedimento penale, anche mediante l’incremento degli obblighi di informazione e l’introduzione di nuove forme di audizione sia presso strutture specializzate, sia nell'abitazione della vittima, oltre ad una migliore accoglienza della vittima nei primi approcci.

Lo snellimento della burocrazia nella presa in carico da parte degli uffici preposti. Ove necessario l'assistenza linguistica e traduzione degli atti nel caso di difficoltà di comprensione e possibilità di impugnare eventuali dinieghi. E per ultimo la codificazione di una presunzione sulla vulnerabilità della persona offesa e l'obbligatorietà da parte del giudice di dichiarare la provvisionale già col provvedimento definitorio di primo grado.

Nei prossimi giorni verranno rese pubbliche le date degli incontri di informazione, nel corso dei quali sarà possibile sostenere l’iniziativa, sottoscrivendo la petizione.

Grazia Di Mauro

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