Aste fallimentari, Reggio Calabria indaga sul Tribunale di Messina. I nomi

L'acquisizione all'asta di alcuni noti locali cittadini, storici ritrovi che avevano chiuso battenti dopo clamorosi fallimenti, compreso il punto ristoro di un palazzo "di potere"; l'acquisto di immobili di pregio a prezzi ben al di sotto delle quotazioni di mercato.

Tra chi ha beneficiato delle aste fallimentari sulle quali ora indaga la procura di Reggio Calabria, oltre ad un noto imprenditore del food&beverage cittadino, ci sono anche alti dirigenti delle forze dell'Ordine, da poco trasferiti dopo aver diretto sotto sezioni operative e ispettori di lungo corso. Ma soprattutto i colleghi d'oltre Stretto stanno valutando le procedure fallimentari sospette anche sotto il profilo della gestione, tanto che nel novero degli indagati c'é un giudice in servizio a Messina, per anni in attività alla sezione fallimentare.

Promette sviluppi clamorosi l'inchiesta reggina, cordinata dal PM Roberto Di Palma, della quale trapela ancora pochissimo. In corso di notifica una proroga delle indagini e un corposo sequestro di documenti. Nel calderone degli indagati, sette in totale, come detto, un magistrato, un carabiniere ex effettivo alla Dia di Messina, recentemente trasferito in Campania, un ispettore della Digos. Associazione per delinquere, corruzione e turbativa d'asta i reati ipotizzati.

A dare il via agli accertamenti è stato un dettagliato esposto, molto particolareggiato, sulla valutazione dei beni andati all'asta e poi assegnati. In particolare le procedure riguardanti gli acquisti effettuati dall'operatore economico cittadino. Da lì si sono accesi i fari anche sulle acquisizioni effettuate da appartenenti alle forze dell'ordine, direttamente o attraverso parenti o altri soggetti a loro legati. La svolta agli accertamenti è peró arrivata dalle intercettazioni, telefoniche e ambientali, che hanno trascinato nell'inchiesta nomi di insospettabili.

Sotto la lente l'operato del magistrato Giuseppe Minutoli, l'imprenditore Gianfranco Colosi, il colonnello Letterio Romeo, il poliziotto Nicola Spurio. Indagati anche Francesco Biondo, Maria Spanò ed Emilio Andaloro.

L'indagine, rimasta coperta per mesi, ha prodotto i repentini trasferimenti dei soggetti coinvolti dalle sezioni nelle quali operavano. E, in qualche caso, gli altrettanto repentini e nuovi "traslochi", più recentemente, dalle nuove sedi loro assegnate.

Quella che si annuncia come una nuova bomba giudiziaria arriva proprio mentre a Messina si attivano le procedure per una più trasparente gestione delle assegnazione degli incarichi ai curatori fallimentari e agli amministratori giudiziari. Un cambiamento di rotta attuato sin qui soltanto a metà. Sul sito del Tribunale, per esempio, non sono ancora consultabili gli elenchi istituiti per permettere la turnazione dell'assegnazione degli incarichi ai professionisti interessati.

Alessandra Serio