Tra vecchi e nuovi rancori ecco l’aula del post sfiducia…e la Fenech tesse le lodi della Barrile

Archiviata la sfiducia a Palazzo Zanca il clima resta incandescente. L’impressione è che adesso stiano pian piano scoppiando tutte le tensioni che nelle ultime settimane erano rimaste latenti. E dopo aver paralizzato per quasi un mese quasi tutte le attività di commissioni e consiglio, in vista della sfiducia, adesso sembra che anche gli strascichi continueranno a condizionare i lavori dell’aula. Tra gli scranni dell’aula consiliare, questa settimana è iniziata così: con le due consuete commissioni Bilancio e Viabilità, con delibere importanti da discutere e liti tra i consiglieri, con un consiglio comunale da programmare e nuovi equilibri da ricostruire. La sfiducia, del resto, ha consegnato un’aula spaccata e soprattutto dei partiti disgregati al loro interno. Sta facendo saltar fuori vecchi o nuovi rancori, ma sta vedendo sbocciare anche nuovi amori e possibili alleanze perché, come ha detto oggi nei corridoi una consigliera, “in amore e in politica è tutto possibile”. Il dibattito più acceso si è registrato durante la conferenza dei capigruppo che ha visto finire sulla graticola anche la presidente del consiglio comunale Emilia Barrile. A scatenare la discussione, la necessità di ricostituire l’ufficio di presidenza dopo le dimissioni dei due vicepresidenti Nino Interdonato e Nicola Crisafi. Sarà questo l’argomento della prima seduta di consiglio che si terrà martedì prossimo, ma oggi qualcuno in aula ha messo in discussione anche il ruolo della presidente Barrile, chiedendole chiaramente di fare un passo indietro e di azzerare tutto l’ufficio. Il primo affondo è arrivato dal capogruppo di Sicilia Futura Nino Carreri che ha definito “anomala” la posizione della Barrile sulla sfiducia dopo la sua firma sulla mozione. Il consigliere ha chiesto di dare conto all’aula di quella astensione, soprattutto dopo dichiarazioni come quelle di Benedetto Vaccarino, collega di partito della Barrile, che ha pubblicamente detto che chi aveva firmato la sfiducia oggi si dovrebbe dimettere. Più duro e perentorio il capogruppo di SiAmo Messina Fabrizio Sottile, anche lui tra i sì alla sfiducia, che ha proprio chiesto alla presidente Barrile di dimettersi. A sorpresa in difesa della presidente è intervenuta la capogruppo di CMdB Lucy Fenech, che ha tessuto le lodi dell’operato della Barrile in questi tre anni e mezzo e che ha speso parole positive rispetto agli affondi dei colleghi. Una “sviolinata”, in tanti tra i corridoi l’hanno definita così, che ha lasciato di stucco la capogruppo Ncd Daniela Faranda che ha ricordato agli accorintiani le richieste di azzeramento dell’ufficio di presidenza nel dicembre 2015, quando il famoso salto della quaglia dei genovesiani dal Pd a Forza Italia scompaginò totalmente l’aula. La Fenech ha replicato sostenendo che oggi le condizioni sono diverse e i tempi sono cambiati, ma in realtà la Barrile resta sempre una presidente eletta in quota Pd e che oggi è invece espressione di Forza Italia. Dal gruppo accorintiano poi una richiesta: essere anche loro rappresentativi nell’ufficio di presidenza, dunque avere un vice che provenga dagli scranni di CMdB. E anche se gli accorintiani in aula sono solo 4 c’è chi non esclude che questo potrebbe accadere, visto cosa è successo con il voto sulla sfiducia. Ancora una volta, a far da paciere, Carlo Abbate che ha chiesto ai colleghi uno slancio per superare questo momento e andare oltre per ricominciare a lavorare con più serenità. Ma la strada sembra ancora lunga.

Il dibattito non era stato più pacato in commissione Bilancio, dove è esplosa la lite tra Carreri e la consigliera Ivana Risitano, dopo l’intervento di Carreri che è tornato a contestare gli atteggiamenti dei supporters di Accorinti durante la seduta sulla sfiducia e l’atteggiamento della stessa amministrazione che in questi anni ha solo creato divisioni tra buoni e cattivi. Una commissione che ha visto l’astensione tecnica sull’importantissima delibera sull’affidamento dei servizi di igiene ambientale alla MessinaServizi e il contratto di servizio con la nuova società e poi una discussione sui bilanci dell’Atm da cui però non è emerso niente di cui non si fosse già a conoscenza.

La seconda delibera sulla MessinaServizi adesso probabilmente farà un passaggio in V commissione Ambiente prima di arrivare in consiglio comunale. Ma la discussione non sarà per nulla semplice, visto che di fatto non c’è stato alcun approfondimento su un atto così importante e sostanzioso e visto che da questa delibera dipenderanno gli aspetti più importanti della gestione rifiuti.

Tra problemi seri da affrontare e querelle politiche da dipanare, l’aula comunque deve ancora superare lo choc sfiducia. Il consiglio, uscito con le ossa rotte dalla lunga notte di mercoledì, ora deve cercare di rimettere insieme i pezzi.

Francesca Stornante