Ex Province in crisi, riparte la mobilitazione dei sindacati. Domani assemblee in tutta la Sicilia

«La situazione in cui versano le ex Province, ora Liberi Consorzi e Città Metropolitane, non è più sostenibile e richiede una risposta politica, a tutti i livelli istituzionali, adeguata e non più rinviabile se si vuole evitare il fallimento definitivo di questi Enti. La mancata riforma, nonostante un processo avviato tre anni fa con il contestuale commissariamento degli Enti, ed il taglio dei finanziamenti sia da parte dello Stato che da parte della Regione, condannano le ex Province siciliane ad un inesorabile dissesto con pesantissime ricadute sulla tenuta occupazionale e sui servizi da erogare».
E’ durissimo l’affondo delle segreterie regionali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl E Csa che si sono riunite con le RSU ed altri rappresentanti di sigle autonome a Enna per discutere tutte le problematiche ed individuate le iniziative da intraprendere. Alla fine dell’incontro è stato riproclamato lo stato di agitazione del personale con l’avvio delle procedure per le iniziative di mobilitazione fino allo sciopero.

Nell'immediato, saranno convocate contestualmente assemblee di due ore in tutte le sedi provinciali domani 8 marzo ed un'assemblea sotto forma di sit-in presso l'ARS il 15 marzo in concomitanza con l'avvio della discussione parlamentare sul disegno di legge stralcio contenente le norme non discusse in finanziaria. In quella sede, chiederemo di incontrare il Presidente dell'ARS ed i Presidenti dei Gruppi Parlamentari per chiedere l'immediato inserimento all'ordine del giorno del disegno di legge 1070/A.

Anche Messina aderisce all’iniziativa con l’assemblea convocata per domani alle 11 presso la sala consiglio di Palazzo dei Leoni.

«Se non ci saranno risposte adeguate, non esiteremo a proclamare lo sciopero dando dimostrazione a tutta la classe politica siciliana, così come è avvenuto con la grande giornata di sciopero del 23 giugno 2015, della determinazione del sindacato e di tutti i lavoratori a portare avanti la battaglia in difesa del servizio pubblico».

Per i sindacati è scandaloso che il disegno di legge 1070/A, benché già esitato a dicembre dalla I Commissione per l'esame da parte dell'Aula, non sia ancora calendarizzato per essere discusso ed approvato dall'ARS. Come è noto, si tratta del disegno di legge che recepisce i rilievi mossi dal Consiglio dei Ministri alla legge regionale 15/2015 e la cui approvazione consentirebbe il definitivo varo della riforma.

«Sebbene il tema delle ex Province sia stato affrontato nel dibattito d'Aula di questi giorni e persino l'assessore all'Economia ne abbia rilevato la criticità e la conseguente necessità di affrontare al più presto la discussione tenendo anche conto che le esigenze finanziarie ammontano a circa 180 milioni di euro, il disegno di legge rimane fuori dall'ordine dei lavori. Eppure tutti sanno benissimo che lo sblocco della riforma è necessario, oltre che per uscire finalmente dalla gestione commissariale e dare una governance politica e amministrativa agli Enti, anche per
rivendicare i finanziamenti da parte dello Stato, prima che sia troppo tardi. Il tempo è ormai scaduto: non ci sono più certezze sul pagamento degli stipendi ai dipendenti e sulla prosecuzione dei contratti a tempo determinato, i commissari straordinari alzano le mani in segno di resa, i lavoratori non sono neanche considerati nell'ambito del processo nazionale e rischiano di restare fuori da eventuali mobilità presso altre amministrazioni, i servizi sono allo sfascio totale: insomma, un quadro devastante che fa il paio con la inconcludente classe politica che sta condannando la Sicilia al peggiore dei destini possibili».