Il 9 ottobre nuovo blocco dello Stretto: dopo l’Orsa anche le altre sigle sindacali proclamano lo sciopero dei marittimi

Dopo la protesta di ieri organizzata dall’Orsa, i collegamenti con lo Stretto si paralizzeranno ancora. Succederà il 9 ottobre prossimo, in virtù dello sciopero organizzato da Filt-Cgil, Uilt-Uil, Ugl-Mare, Usclac-Uncdim, inizialmente previsto per l’ 8 ottobre e slittato invece di un giorno su richiesta della Commissione di Garanzia. Lo stop dei lavoratori marittimi si svolgerà dalle ore 8 alle ore 20, ma con garanzia dei servizi minimi.

“Il fatto che ad ogni sciopero, a prescindere da chi lo abbia proclamato, partecipi compattamente quasi tutto il personale, senza differenze di appartenenza sindacale, e che soprattutto, in ogni sciopero qualsiasi sindacato si sia volutamente astenuto dal differenziarsi dagli altri e non abbia dato indicazioni ai propri aderenti, dimostra inequivocabilmente, casomai non fosse ancora chiaro, come il rifiuto alla proposta di Caronte&Tourist sia totale, da parte di lavoratori e sindacati e, specialmente, come quindi sia più utile che la società la ritiri”, affermano Filt-Cgil, Uilt-Uil, Ugl-Mare, Usclac-Uncdim commentando lo sciopero di ieri indetto dall’Orsa .

E, a proposito, del blocco di 24 ore fa, i dati dell’ OrSa parlano di un’adesione altissima, che si attesta intorno al 90%

Ringrazio tutti i lavoratori che hanno sostenuto lo sciopero dell’OrSA – dichiara la Segretaria Regionale dell’OrSA Marittimi Antonella Di Maiol’unica strada per evitare l’ennesimo attacco a diritti e salari è la compattezza dei lavoratori, pertanto, gli associati all’OrSA parteciperanno anche alle future proteste proclamate da altre sigle sindacali con le stesse motivazioni che stanno alla base dello sciopero odierno. Siamo pronti a dichiarare lo sciopero di 24 ore – continua la Di Maio- se l’azienda non ritira il progetto che comprende licenziamenti e compressione dei salari, non sarà certo l’OrSA a fare il passo indietro. Ci scusiamo con l’utenza – conclude- ma il nostro atto di forza era necessario”.

Più che una vertenza di lavoratori è una battaglia di civiltà – aggiunge il Segretario Confederale Mariano Massaro- la crisi non può servire da alibi all’armatore che ad ogni accenno di calo del profitto privato tenta di rifarsi sempre e solo a discapito dei marittimi. Il licenziamento di 94 lavoratori e la decurtazione del 25% dell’attuale livello stipendiale sono proposte inaccettabili che sfiorano la provocazione. Il gruppo Caronte&Tourist ha asservito la città alle proprie esigenze, detiene il quasi monopolio del traghettamento nello stretto ed ha in “comodato d’uso” le strade cittadine, fino ad oggi si è subito tutto passivamente per non mettere a rischio i livelli occupazionali ma alla luce dei fatti la città ha il dovere di presentare il conto, visto che alla minima difficoltà economica l’azienda non esita a licenziare e lasciare senza reddito centinaia di famiglie messinesi”.

Presente al fianco dei lavoratori in lotta anche Gennaro Bottiglieri, Segretario Nazionale dell’OrSA Marittimi, giunto a Messina per sostenere la protesta dei lavoratori messinesi: “Il settore marittimo sta subendo attacchi su tutto il territorio nazionale– afferma Bottiglieri- ma la reazione dei lavoratori tarda ad arrivare, questi marittimi siciliani hanno concretizzato un’azione di lotta senza precedenti, la loro compattezza deve essere d’esempio per tutti i marittimi italiani”.