L’ 8 marzo dedicato a Flavia Timbro e a #quellecomelei: mai più casi Epifani

La mattina del 30 gennaio, leggendo i nomi delle quote rosa nelle liste dei partiti mi sono arrabbiata. Una buona norma usata nel peggiore dei modi, a svantaggio delle donne e soprattutto delle MIGLIORI, di quelle che la politica la fanno per passione e non per cooptazione o parentele o relazioni umane di vario genere.

La mattina del 6 marzo, quando ho visto che il pluriblindato Guglielmo Epifani, capolista calato dall’alto in 3 collegi proporzionali della Sicilia Orientale è stato eletto GRAZIE AI VOTI di Messina, che ha toccato le percentuali più alte di gran parte delle altre Regioni, mi sono infuriata.

I MESSINESI HANNO VOTATO MARIA FLAVIA TIMBRO, messa seconda in lista solo per logiche vecchie come la vecchia Repubblica, vecchie come il sistema che LeU vorrebbe cambiare, vecchie e sessiste.

Ne ho scritto il 6 e adesso, a mente meno surriscaldata dal ricordo di un’altra beffa, Laura Boldrini che viene eletta in Sicilia orientale e a casa sua ma opta per la Sicilia perché siamo COLONIA dei vecchi partiti, lasciando fuori la seconda, la messinese Sofia Martino, adesso a mente più fredda voglio scrivere a Guglielmo Epifani.

Lo faccio per tutte le Maria Flavia che ci sono e ci saranno. A nome anche di quelle donne di Forza Italia e del centro destra che in tutta la Sicilia hanno dovuto fare spazio a vallette e amiche e comunque a chi non ha mai avuto quel rapporto col territorio che loro hanno avuto. Lo faccio per le donne del Pd, sparite dalle liste a vantaggio di candidature di altre Regioni messe solo per garantire i posti blindati agli uomini.

Lo faccio per quelle che verranno, per i futuri Epifani di ogni luogo e di ogni elezione.

Lo faccio sperando che qualcuno dica BASTA ALLE FINTE QUOTE ROSA ALLE ABERRAZIONI DELLE DOPPIE PREFERENZE.

E lo scrivo il 9 marzo perché SONO STUFA DI DIRLO L’8 visto che poi lo dimenticano tutti dal giorno dopo.

Caro Guglielmo Epifani, faccio appello alla tua sensibilità politica, al tuo dichiararti Libero e Uguale, alle tue battaglie per decenni nella Cgil a favore dei diritti DI TUTTI, donne comprese, faccio appello alla tua esperienza da parlamentare. Faccio appello al tuo essere un esponente della sinistra (sei stato anche reggente del Pd), quella sinistra oggi uscita a pezzi dalle urne. E non poteva essere altrimenti giacchè avete smarrito i contatti con la gente, con il popolo di sinistra. Caro Epifani, da uomo di sinistra, da sostenitore delle battaglie per i diritti contro ogni forma di prevaricazione, da parlamentare al secondo mandato, da ex sindacalista, da lungimirante che sa capire le lezioni della storia, da politico che guarda ai giovani e avanti e non sotto il suo naso: FAI UN PASSO INDIETRO, LASCIA IL TUO SEGGIO A MARIA FLAVIA TIMBRO. Se l’è conquistato ogni giorno di questi anni, se l’è conquistato insieme ad una squadra tutta messinese che le è stata accanto, insieme ai candidati MESSINESI che hanno girato in lungo e in largo il territorio, nonostante tutto, nonostante i venti della destra e dei 5stelle. Ed alla gente hanno parlato dei valori di Liberi e Uguali, non di poltrone e privilegi

Liberi e Uguali si è rivelata una mera operazione elettorale, che ha confermato in Parlamento quelle poltrone che dovevano essere blindate. Noi siciliani rispettiamo la volontà delle classi dirigenti di auto conservarsi ma a tutto c’è un limite.

Caro Grasso, caro Epifani, cara Boldrini, quaggiù in Sicilia, terra di frontiera, gli elettori hanno votato per Liberi e Uguali credendo in quelle due parole: libertà e uguaglianza.

Adesso, a urne chiuse, il timore fondato è che quella sigla corrisponda a “Liberi di essere uguali agli altri”, a quelli che usano le quote rosa, le piegano a vecchie logiche.

Gli elettori della Sicilia Orientale hanno votato la “loro” classe dirigente, hanno votato per Gabriele Siracusano, per Maria Flavia Timbro e per gli altri candidati che si sono scommessi nei collegi uninominali mettendoci la faccia, le loro storie personali, spendendo i loro successi, le loro ideologie e speranze.

I MESSINESI HANNO VOTATO PER I MESSINESI. E se da parte di chi è iscritto a LeU non si potranno legittimamente levare proteste, giacchè quella candidatura blindata non l’hanno contestata sin dall’inizio, la gente può. Noi messinesi possiamo.

Tra le ragioni della disfatta della sinistra e della vittoria del M5S c’è anche un contesto di autoreferenzialità che porta a cancellare i legami reali col territorio, quei meriti e quelle risorse che invece si dichiara di voler tutelare.

Maria Flavia Timbro era alle sue spalle in lista ma era davanti a lui in ogni singolo giorno della campagna elettorale, soprattutto lo era nella testa di chi stava votando.

Senza le percentuali di Messina e di Enna, raccolte casa per casa in una campagna elettorale terribile qual è stata quella siciliana, il seggio non sarebbe scattato e Guglielmo Epifani, nato a Roma, da genitori campani, una carriera a Milano, una prima elezione in Campania, non sarebbe stato riconfermato in Parlamento.

Nessuno dubita sul valore di Epifani. Ma non dubitiamo del valore di Maria Flavia Timbro. Quel seggio è suo. E’ nostro, è siciliano, è messinese. Basta con la logica del COLONIALISMO. Ed è intollerabile che questa logica venga portata avanti da un partito di sinistra e per di più da un SICILIANO COME PIETRO GRASSO.

Epifani non è nuovamente deputato per meriti suoi. Non lo è a causa di una becera legge elettorale, che però sta utilizzando a suo vantaggio.

La lista è stata fatta su misura per tutelare alcuni big. C’è chi si è salvato, chi no.Ma se oggi c’è stato un popolo di sinistra che vi ha creduto e vi ha votato, tra 5 anni quello stesso popolo non vi crederà più. Perché l’esempio di Maria Flavia resterà davanti agli occhi di tutti. E i siciliani non ci staranno più a essere usati come serbatoi di voti. Persino Forza Italia ha eletto siciliani. Il Pd ha eletto siciliani. LeU ha eletto a Messina, unico deputato della sinistra-sinistra dal 1992 in poi, un non siciliano. Uno che non conosce i nostri problemi, non ha mai passeggiato per le vie di una città che va desertificandosi, uno che non sa che lottiamo per avere servizi decenti. Uno che a Natale e in estate non ha mai pianto salutando i figli sul treno sapendo che quel biglietto a noi costa più caro.

Più di ogni altra cosa a me, donna che per tantissimi anni sono stata di sinistra, brucia che sia proprio la sinistra, quella dei “padri nobili” a scipparci, per la seconda volta consecutiva, un seggio. Nel 2013 la Boldrini a scapito di Sofia Martino. Nel 2018 Epifani a scapito di Maria Flavia Timbro. La Boldrini negli anni successivi a quel 2013 non l’abbiamo più vista. Probabilmente Epifani si dimostrerà più attento, lo dirà il tempo.

So che questo appello resterà inascoltato, ma sono certa che nel 2023 non ci sarà più un terzo caso, perché i messinesi vi avranno già voltato le spalle.

Rosaria Brancato