Via libera alle misure correttive per la Corte dei Conti, grazie a Pd, Udc e Dr. Accorintiani spaccati

Il secondo round è andato meglio del primo. Alla fine il Consiglio comunale ha detto sì alle misure correttive con cui l’amministrazione Accorinti ha deciso di rispondere alla delibera n. 58 della Corte dei Conti che bocciava il bilancio consuntivo 2102, bloccando le spese di Palazzo Zanca, tranne quelle indifferibili ed espressamente previste dalla legge.

Altre tre ore di dibattito in aula, tante polemiche e contestazioni indirizzate anche stavolta al ritardo con cui questo atto è arrivato nelle mani dei consiglieri, alla mancanza del Bilancio e del Piano di riequilibrio decennale a cui questo provvedimento fa continuo riferimento, all’incertezza in cui ancora oggi si trova il Comune perché nessuno dei consiglieri ha potuto finora visionare le carte con cui l’amministrazione intende uscire dalla difficilissima situazione economico-finanziaria in cui versa Palazzo Zanca. Alla fine però in 14 hanno deciso di dare il via libera alla delibera dell’amministrazione, 4 i contrari e 3 gli astenuti.

Il colpo di scena è stato che a votare contro non sono stati solo Daniela Faranda del Nuovo Centrodestra e Giuseppe De Leo del Megafono, ma anche Nina Lo Presti e Gino Sturniolo, consiglieri di Cambiamo Messina dal Basso. Un segnale politico dirompente indirizzato a Sindaco e giunta da parte dei due consiglieri accorintiani che esprimendosi contro il documento hanno portato alla luce una spaccatura che già si respirava da tempo. Udc (Mondello, Perrone, Rizzo), Pd (Santalco, Russo, Cardile, Zuccarello), Dr (Abbate, Amata, Carreri, Interdonato, Sorrenti) e le consigliere Lucy Fenech e Ivana Risitano hanno invece deciso di approvare la delibera da inviare alla Corte dei Conti, nonostante i tanti attacchi di questi giorni e il dito puntato contro il modus operandi della giunta Accorinti. Tra gli astenuti la presidente Barrile e i consiglieri Piero Adamo, che ha deciso di non esprimersi perché tecnicamente non nelle condizioni di valutare l’atto nella sua interezza, e Libero Gioveni, che fin dal principio ha manifestato dubbi e perplessità sulla validità del provvedimento sempre per il poco tempo a disposizione per esaminarlo a fondo.

A fornire spunti per il dibattito gli emendamenti presentati per integrare e modificare il provvedimento, tre con primo firmatario Giuseppe Santalco e uno proposto dall’assessore Guido Signorino. I tre di Santalco, uno dei quali in corso d’opera modificato in emendamento di indirizzo perché con il parere contrario del dirigente Cama, sono stati approvati dall’aula e di fatto non modificano la delibera dell’amministrazione. “In questo modo specifichiamo che l’aula prende atto del fatto che l’amministrazione ha inserito una serie di documenti che vanno verso l’eliminazione delle criticità ma noi di fatto non abbiamo avuto modo di analizzarli, la giunta li ha esitati ma noi mai li abbiamo potuti visionare” ha spiegato Santalco ai colleghi che si accingevano a votare, stabilendo così che quella del Consiglio è stata una “presa d’atto formale”.

La bagarre è esplosa quando l’aula si è trovata a doversi esprimere sull’emendamento

dell’assessore Signorino. “E’ un emendamento aggiuntivo che elenca in maniera analitica tutto quello è già contenuto nella delibera, l’elenco dei 17 provvedimenti fa volume, forse si spera in questo modo di impressionare la Corte dei Conti” così ha commentato Nina Lo Presti che aveva già definito “aleatoria” la delibera della sua amministrazione e che con quelle parole ha solo ribadito la sua secca contrarietà al provvedimento. A rincarare la dose Gino Sturniolo: “In commissione ho detto più volte che non avrei votato mai più un bilancio che non viene portato nei tempi dovuti. In quest’aula ho detto che avevo votato il regolamento Tares soltanto in cambio del fatto che i bilanci diventassero partecipati perché questa è la ragione per cui io sono qua dentro. Il mio Sindaco è venuto qua mille volte a dire che ha 40 consiglieri e non 4 e non 4, io mi attengo al programma del mio mandato elettorale, ancora oggi non prendo ordini da nessuno, rispondo alla mia coscienza e a quella dei movimenti con cui ho fatto le battaglie di una vita”.

Dichiarazioni che hanno creato non poco scompiglio in aula con Santalco che è addirittura arrivato a chiedere le dimissioni in massa di Sindaco e Giunta, che a quanto pare non possono contare più sul loro stesso gruppo, e l’esponente Udc Franco Mondello che non solo ha chiesto all’amministrazione di ragionare su quanto sta accadendo ma ha duramente puntato il dito contro i due accorintiani ribelli. “Noi potevamo bocciare la proposta ma ancora una volta abbiamo deciso di dare un contributo di sostegno politico senza avere in cambio neanche la riconoscenza di ricevere almeno i documenti in tempo utile. Ma siamo qui per adottare un provvedimento da mandare alla Corte dei Conti, la situazione è disastrosa e dobbiamo garantire che la città vada avanti anche se la strada che avete imboccato non ci porterà da nessuna parte”.

E’ toccato addirittura alla capogruppo del gruppo misto Antonella Russo prendere le difese del vicesindaco: “Per me votare un atto dell’assessore Signorino è un atto di responsabilità, l’assessore Signorino non è uno sprovveduto, avrei voluto fosse qua a guardare negli occhi chi ha deciso di non votare. Se parliamo di coerenza assumetevi la responsabilità di essere totalmente contrari a questa amministrazione. Il mio è un ulteriore atto di fiducia”.

Duro anche Nino Carreri che ha parlato di schizofrenia del gruppo accorintiano che in questi mesi ha sempre chiesto collaborazione e che poi si spacca su provvedimenti così importanti. “Tutto quello che succede qua dentro tra il movimento e la sua giunta è il risultato del grande equivoco che sta alla base dell’elezione di Renato Accorinti. C’è chi lo vuole usare come paravento, ma il sindaco e la giunta non si fanno strumentalizzare, si stanno impegnando, vengono continuamente bacchettati dai loro stessi consiglieri. Noi però continuiamo a fare il nostro dovere e per questo voteremo la delibera”.

Santalco ha poi ribadito che votando l’atto il Consiglio si assume l’onere di far arrivare alla Corte dei Conti una delibera fondamentale: “Sarebbe una grave iattura non votare questo atto e mettere la Corte nella condizione di dichiarare immediatamente il dissesto. L’ultima ciambella di salvataggio che abbiamo è capire in che modo questa amministrazione predisporrà il previsionale e il piano deecennale, questi sono i due atti su cui ci confronteremo per vedere se questo elenco sarà puntuale e rispondente alla realtà. Quando avrò la possibilità di leggere le carte esprimerò un giudizio di merito. Noi come forza di maggioranza stiamo dimostrando ulteriore atto di responsabilità, mentre si fa sempre più forte la discrasia politica tra la giunta e i suoi consiglieri”.

A tenere banco dunque più lo scontro politico interno al movimento che fa capo al Sindaco, nonostante l’appello all’unione di intenti e alla collaborazione che in apertura di seduta era stato lanciato dalla capogruppo Lucy Fenech. Collaborazione che in effetti c’è stata ma solo grazie all’appoggio, nonostante le critiche e le polemiche, di Udc, Pd e Dr.

Critiche a cui ha risposto l’assessore Gaetano Cacciola, poiché in aula mancava Guido Signorino. “Sbagliamo, forse non comprendiamo bene i tempi, ma mai porteremmo una delibera in ritardo per costringere il consiglio a votare. Siamo una squadra, abbiamo fiducia l’uno nell’altro, facciamo errori tecnici ma mai tattici”. Un’ammissione di colpa inedita ma che ha ancor di più fomentato il consigliere Sturniolo che dopo la votazione ha voluto guardare negli occhi l’assessore Cacciola e rivolgergli una serie di riflessioni. “Ho invidia della fiducia che avete all’interno della giunta, ma questo stesso rapporto non c’è con noi e non c’è stato dal primo momento. All’inizio di questa esperienza avevo sostenuto che la fiducia non è una categoria della politica ma mi ero sbagliato. Spinoza assegna la fiducia al popolo perché ciò che garantisce la democrazia è il contropotere. Abbiate fiducia in questo gruppo che a volte vi critica e che forse oggi rappresenta il contropotere”.

Alla fine la delibera è passata. Adesso sarà inviata alla Corte dei Conti e intanto si dovrà capire se il fatto di averla approvata fuori tempo massimo, il termine scadeva ieri, avrà delle ripercussioni. Più che il dato tecnico però la seduta ha scoperchiato un calderone in ebollizione. L’amministrazione dovrà decidere se cogliere e riflettere su quanto accaduto o far finta che non sia successo nulla. In entrambi i casi la partita non si chiude certo così.

Francesca Stornante