La Corte dei Conti “bacchetta” ancora il Comune, stavolta sul previsionale 2012

La Corte dei Conti sferra un colpo dopo l’altro, il Comune incassa e rischia di andare al tappeto. Dopo il consuntivo 2011 e il piano decennale di riequilibrio, stavolta nel mirino dell’organo di controllo è finito il bilancio di previsione 2012, approvato in extremis il 31 dicembre scorso intorno alle 20, mentre i messinesi si apprestavano ad iniziare il cenone di Capodanno. In quell’occasione, a fine seduta, si era persino brindato, in segno di buon augurio per l’anno che stava per arrivare ma anche per la votazione del documento economico-finanziario, senza il quale sarebbe sfumata la possibilità di aderire alla procedura di riequilibrio e si sarebbe dovuto dichiarare dissesto già allora.

Lo spumante generosamente offerto dal vice-presidente del Consiglio Comunale, Pippo Trischitta, non ha portato benissimo perché sul previsionale 2012 è arrivata l’ennesima bacchettata della Corte dei Conti, che nell’ordinanza n.131 destinata a Pazzo Zanca mette in evidenza una serie di criticità, confermando che il 2013 è un anno orribile per il Comune, forse peggiore del 2012.

Ma vediamo cosa rimproverano stavolta i magistrati contabili all’ente. Innanzitutto, «la tardiva approvazione del bilancio di previsione rispetto ai termini di legge», prorogati in ultimo al 31 ottobre.

La Corte dei Conti, inoltre, parla di «rispetto solo apparente del patto do stabilità interno per l’anno 2012, a livello previsionale, per via dell’indebita sterilizzazione di circa 60 mnl di euro dalla spesa corrente impegnata. Quest’ultima, infatti, nel prospetto dimostrativo del questionario – continua la nota – è erroneamente indicata in euro 214.402.882,00 anziché in euro 274.107.963,00 come previsto dallo stesso questionario nonché dalla documentazione in atti della Sezione».

Sempre secondo la magistratura contabile, nel bilancio 2012 manca «la previsione degli effetti sanzionatori collegati al mancato rispetto del patto di stabilità». Come si ricorderà, il Comune di Messina ha subito una sanzione di 7 milioni di euro per non avere rispettato i parametri imposti dalla legge, ma quella somma inizialmente decurtata dai trasferimenti statali gli è poi stata provvisoriamente accreditata grazie alla sospensione cautelativa disposta dal Tar Sicilia, in attesa che la Corte dei Conti si pronunciasse sull’applicabilità o meno del patto in Sicilia e nelle altre regioni a Statuto speciale. Nel frattempo, ed è notizia recentissima, c’ è di nuovo che il Consiglio di Stato ha disconosciuto la competenza del Tribunale ammnistrativo siciliano a favore del Tar Lazio anche se ha ritenuto inammissibile l’appello proposto contestualmente contro l’ordinanza emessa dal Tar Sicilia. Per il momento, dunque, i 7 milioni rimangono nelle casse del Comune, che però – puntualizza la Corte dei Conti – nel documento di previsione avrebbe dovuto tenere conto del fatto che la sanzione potrebbe essere confermata, nel caso in cui dinanzi alla Corte Costituzionale l’esito non fosse quello sperato.

Nel bilancio previsionale 2012 c’è un altro punto debole rimarcato dall’organo di controllo e cioè «la mancanza di elementi conoscitivi relativi rispetto, a livello previsionale, del limite di cui all’art.9, comma 28, del D.L. n.78/2010» che riguarda il contenimento delle spese in materia di impiego pubblico. In base a tale norma, «a decorrere dall’anno 2011, le amministrazioni dello Stato… possono avvalersi di personale a tempo determinato o con convenzioni ovvero con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, nel limite del 50 per cento della spesa sostenuta per le stesse finalità nell’anno 2009. Per le medesime amministrazioni la spesa per personale relativa a contratti di formazione lavoro, ad altri rapporti formativi, alla somministrazione di lavoro, nonché al lavoro accessorio … non può essere superiore al 50 per cento di quella sostenuta per le rispettive finalità nell’anno 2009».

Prima di firmare in calce la nota, il magistrato istruttore Francesco Albo, non si lascia sfuggire l’occasione di un’ultima “tiratina d’orecchie” e conclude scrivendo: «giova ricordare che alcune gravi criticità gestionali riguardanti anche l’esercizio 2012 sono già state accertate dalla Sezione all’esito del contraddittorio con l’ente, con deliberazione n.355 depositata il 27 novembre 2012, cui si rinvia». Insomma, la Corte dei Conti sembra dire chiaramente: ve lo avevamo detto…

Come specificato nell’ordinanza 131, il Comune dovrà presentarsi a Palermo venerdì prossimo alle 10.30 e almeno un giorno prima dovrà far pervenire eventuali memorie. L’area economico-finanziaria di Palazzo Zanca è già al lavoro e la “risposta” dovrebbe partire domattina. Venerdì dinanzi alla Corte dei Conti si presenterà il ragioniere Ferdinando Coglitore – già in possesso della delega del commissario straordinario Luigi Croce – che dovrà dare spiegazioni sia sul consuntivo 2011 sia sul previsionale 2012. (Danila La Torre)