Impianto di Pace, quando Ialacqua scriveva: “Non sono bastati i morti di Giampilieri per imparare?”

Non sono bastati i morti di Giampilieri a far capire che è follia costruire a ridosso, o peggio, sui greti dei torrenti? Non si capisce che una discarica che frana è una bomba ben più perniciosa di un costone di argilla e roccia? Se una tale sciagura annunciata dovesse accadere, non sarà per la sfortuna, per l’ennesimo nubifragio assassino, ma per precise responsabilità morali e politiche di chi doveva vigilare e non ha vigilato, di chi doveva intervenire per tempo e non è intervenuto, di chi sapeva e fa finta di non sapere”.

Chi ha scritto queste frasi a proposito dell’ impianto di Pace? E’ stato Grillo, l’ingegnere Sciacca, Visicaro? No. Queste sono frasi pronunciate dall’assessore Daniele Ialacqua quando non era assessore e sulla discarica di Pace, a quanto pare, la pensava in maniera diametralmente opposta rispetto ad oggi.

Era l’8 novembre 2009, quindi non un’era geologica fa, e l’allora presidente di Legambiente dei Peloritani, scriveva, insieme a Beniamino Ginatempo e Giuseppe Restifo, una lettera-appello al prefetto, al sindaco Buzzanca, all’Ato 3, alla Protezione civile, al Genio civile, alla Procura ed alla stampa, elencando tutti i motivi per i quali la discarica rappresentava una iattura per Messina e i messinesi.

Un secondo comunicato lo scriverà il 23 dicembre, entrambi sono stati pubblicati sul sito di Sel e inviati alla stampa.

L’8 novembre del 2009, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’autorizzazione ambientale integrale, l’impianto di Pace per Ialacqua era una sciagura, al punto che il comunicato così titolava: “Non sono bastati i morti per imparare”, sottolineando le motivazioni secondo le quali la discarica era antieconomica, dannosa e antistorica, come verrà meglio specificato nella nota di dicembre.

“La discarica- si legge- sarà realizzata “a ridosso dell’argine” del torrente Pace, vicino l’inceneritore, anch’esso a ridosso del torrente, e sotto la vecchia discarica di Portella Arena, mai del tutto bonificata e messa in sicurezza. L’emergenza – che giustificherebbe la realizzazione in una Zona a Protezione Speciale in deroga all’attuale normativa di tutela ed a direttive europee – consisterebbe, non in una situazione di pericolo sanitario, ma nel fatto che le casse del comune e dell’ATO3 sono vuote e la nuova discarica consentirebbe un risparmio teorico di qualche milione (su un costo complessivo, per la gestione dei rifiuti, vicino ai 50 milioni!!)”.

L’attuale assessore si sofferma poi sui costi relativi alla gestione, agli espropri, chiedendosi su quali spalle finiranno per gravare e poi aggiunge: “Non era meglio attuare un piano serio per il potenziamento della raccolta differenziata? Ma oltre a quanto sopra ben altro ci terrorizza. Purtroppo il clima dell’area del Mediterraneo si sta sempre più tropicalizzando. Pertanto “bombe d’acqua” come quella che ha colpito Giampilieri e Scaletta potrebbero essere sempre più frequenti in futuro. Se – Dio non voglia! – 300 mm d’acqua cadessero sul torrente Pace, potrebbero sbriciolare in un soffio tutti i sistemi di trattenimento del percolato, e far precipitare centinaia di metri cubi al secondo non solo di fango e detriti, ma di rifiuti speciali, ceneri velenose quant’altro sarà conferito lì, oltre a quanto è nascosto e lentamente cola giù da Portella Arena. Questa considerazione dovrebbe turbare i sonni di sindaco, assessore alla protezione civile, dirigenti di ATO3 e Messinambiente, consiglieri comunali, circoscrizionali oltre che dei cittadini. Non sono dunque bastati i morti di Giampilieri a far capire che è follia costruire a ridosso, o peggio, sui greti dei torrenti? Non si capisce ancora che una discarica che frana è una bomba ben più perniciosa di un costone di argilla e roccia?”

Quelle considerazioni dunque avrebbero dovuto turbare i sonni del sindaco e della giunta del 2009, nonché dei messinesi, almeno così la pensava Ialacqua che evidentemente non avrebbe mai immaginato che, 4 anni dopo, i sonni turbati sarebbero stati i suoi… nei panni di assessore.

Posizione inequivocabile quella dell’8 novembre, ribadita con una seconda nota, questa volta il 23 dicembre, con la quale l’ambientalista rilevava come il sistema dei rifiuti non può più ruotare intorno ad una discarica perché antistorica : “fare una discarica per risolvere il problema della gestione dei rifiuti a Messina andava bene 20 o 30 anni fa, quando la discarica era al centro del sistema di gestione dei rifiuti e la TV trasmetteva in bianco e nero – scrivevaOggi invece al centro della gestione dei rifiuti vi è la riduzione ed il riciclaggio e la TV è a colori….Per smaltire i rifiuti in discarica paghiamo una eco-tassa che potremmo risparmiare attuando una raccolta differenziata spinta con il porta a porta. Stiamo costruendo una discarica in zona a protezione speciale ed a ridosso di un torrente dopo tanto parlare di rischio idrogeologico”.

Sono passati altri 4 anni da queste parole, la Tv è ancora a colori e al centro della gestione dei rifiuti c’è ancora la riduzione ed il riciclo. Eppure, quella discarica di Pace non è più antistorica, né antieconomica, né una sciagura agli occhi del neo assessore Ialacqua. Come si cambia.

Rosaria Brancato