Cateno De Luca, il sindaco “stratega”

Forse non scherzava né voleva semplicemente provocare Cateno De Luca quando diceva di voler realizzare un Casinò a Palazzo Zanca. Probabilmente però non pensava ad una moltitudine di giocatori d’azzardo in fila al Comune per provare a vincere con le slot machine, la roulette o il black jack, ma ad un unico giocatore, sé stesso, impegnato in un continuo gioco al rialzo, per dimostrare che anche quando non si hanno le carte giuste in mano si può fare poker e fregare tutti.

E fino ad oggi Cateno De Luca ha fatto poker in molte occasioni, anche quando in mano non aveva carte vincenti, portando spesso e volentieri i suoi interlocutori dalla sua parte. E’ successo con il Consiglio Comunale, nonostante la mancanza di una maggioranza stabile; con le organizzazioni sindacali, paradossalmente anche quelle che hanno cercato di ostacolare la sua azione amministrative; con i lavoratori, pronti a scendere in piazza contro i tagli che lui, e non altri, aveva annunciato.

Cateno De Luca vince anche quando fa giravolte a 360 gradi che profumano di incoerenza , come nel caso del “Salva- Messina”. Dalla versione lacrime e sangue si è passati in soli tre giorni alla versione rose e fiori per tutti. E non è che il Comune ha vinto – per restare in tema di gioco – al superenalotto e quindi ha risolto i suoi problemi finanziari. No, è successo semplicemente che per settimane De Luca ha parlato di tagli di personale nei servizi sociali, poi lui stesso ha messo sul piatto la carta dell’Agenzia “Messina social City”, questa sì vincente e in suo possesso da tempo, come lui stesso ha ammesso ieri a margine della conferenza stampa, quando ha anche svelato che la "suggeritrice" è Clara Crocè, attualmente nella segrteria regionale della Fp Cgil. E così i lavoratori delle cooperative che operano nel settore dei servizi sociali sono passati in tre giorni dalla preoccupazione del licenziamento al sogno del posto fisso, che se andrà in porto l’Agenzia si concretizzerà senza concorso pubblico, in barba a quel principio di meritocrazia che il sindaco è andato sbandierando in questi mesi.

Cateno De Luca prima crea un problema, poi lo risolve, come volesse continuamente dimostrare che quando uno è bravo e sa fare il suo mestiere – come piace dire a lui – il risultato alla fine lo porta a casa .

Emblematici in questo senso i rapporti con il Consiglio comunale, per tre mesi tenuto sulle corde con la “minaccia” delle dimissioni, che alla fine ha sempre fatto ciò che il sindaco voleva che facesse. Senza avere neanche un consigliere comunale in Aula, in soli 4 mesi alla guida della città De Luca, senza colpo ferire (i colpi son arrivati in testa ai consiglieri, accusati di essere eccessivamente concilianti nei confronti del primo cittadino), ha portato a casa: la creazione dell’Agenzia del Risanamento, cioè di un nuovo organismo del Comune con tanto di Cda “politicizzato” e costi sul groppone delle casse comunali; la modifica del regolamento del Consiglio comunale, che rende più dura la vita dei consiglieri e li inchioda alle proprie responsabilità; l’approvazione del “Salva- Messina” , persino nella sua versione tutta austerity e risparmi, poi modificata.

Lo stratega che è in De Luca venuto fuori anche nella relazione instaurata con i sindacati, prima dipinti come complici di un sistema marcio che andava completamente smontato dalle fondamenta e poi diventati protagonisti responsabili e imprescindibili dell’auspicato cambiamento. Esce vincitore anche nello scontro a distanza con Cgil e Uil , a cui di fatto – nel tavolo di concertazione in cui loro hanno deciso di non sedere – ha tolto gli strumenti della protesta, costringendoli a sposare una tesi alquanto bizzarra, e cioè che la versione rose e fiori del “Salva- Messina” è merito loro.

Pur cambiando continuamente le carte in tavola, De Luca esce sempre vincitore. Del resto per fare poker e vincere bisogna anche saper bluffare. ..

Danila La Torre