Irrazionalità della razionalizzazione scolastica in Sicilia

Quanto sta accadendo in questi giorni a Messina ed in tutta la Sicilia, senza alcuna esagerazione, presenta i caratteri dello sconcertante. Come è ben noto, la legge 111/11 (art. 19 commi 4 e 5 ed ancora la legge di stabilità 2012, art. 4, comma 70) stabiliscono inequivocabilmente che le direzioni didattiche e le scuole medie devono essere “aggregate in istituti comprensivi”. Le dette norme poi stabiliscono i parametri numerici sulla scorta dei quali alle Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado potranno essere assegnati dirigenti scolastici e Direttori dei servizi amministrativi (ex segretari). In definitiva una scuola per poter disporre della titolarità di tali due figure deve avere non meno di 600 alunni.

E da qui nasce tutto. La Sicilia asserisce che tali parametri sono di sua competenza in base al proprio particolare statuto di regione autonoma. Bene. Tuttavia se la Regione può deliberare su questo e mantenere tali suoi parametri (almeno 500 alunni), è altrettanto vero che le nomine dei Dirigenti e dei Direttori sono di certa competenza del Ministero. Come dire: la Sicilia faccia le scuole come crede, il Ministero assegnerà le figure di direzione solo dove sussistono i suoi “parametri” e nelle altre scuole dimensionate alla “siciliana” si disporrà semmai la reggenza di un Preside e di un Direttore dei servizi titolare in altra istituzione scolastica. Tali scuole, quindi, anziché salvate dalla Regione, saranno condannate alla quasi in gestibilità dovendo i due reggenti dividersi tra più scuole.

Come se non bastasse, le attuali Direzioni Didattiche, molte delle quali potevano essere fuse con vicine scuole medie o Istituti comprensivi già esistenti, restano Direzioni Didattiche e spesso con un numero di alunni tale che non potranno più disporre di un Preside e del Direttore dei servizi amministrativi. Taluni casi sono eclatanti, come quello – e solo per fare un esempio – della Direzione Didattica di Ganzirri che è al di sotto dei detti parametri e che si trova a pochissimi passi dall’I.C. “Petrarca”. Cosa di più semplice e di più scontato per le due uniche presenti in un villaggio della città di Messina: la loro unificazione. E, invece, no. Le si lasciano indipendenti, ma – e questo è il fatto assai strano – si prendono due plessi staccati di un’altra Direzione didattica della città, per assegnarli all’I.C. “Petrarca” e portarlo così al di sopra della fatidica sogli dei 600 alunni, lasciando quindi ed anche la Direzione Didattica cedente al di sotto dei soliti 600 alunni. E come mai una scuola è portata a tali limiti in danno di altre due? Qual è illogica logica? L’intento è chiarissimo: salvare qualcuno/a, magari amica o parente di qualche potente? E tutto questo è più o meno riprodotto in tutta l’isola, mentre il Ministero, bombardato da centinaia di lettere di protesta di Presidi e Segretari, tace sul Piano ricevuto dall’Assessore Regionale della Sicilia per la concertazione. E tace, almeno per il momento, anche il Direttore Generale del MIUR in Sicilia che già aveva e più volte espresso le sue perplessità sul modo di concepire il Piano da parte della Regione.

Cosa accadrà? Il Ministero rispedirà il Piano alla Regione Sicilia rigettandolo nella sua totalità, mettendo così riparo ai tanti danni che potrebbero colpire le scuole siciliane o si appiattirà su tali posizioni e magari, in deroga alle norme, concederà qualcosa a questa particolare ed autonoma regione? Lo sapremo tra pochissimo, perché i tempi sono necessariamente ristrettissimi.

Il Dirigente scolastico
Cosimo D’Agostino