Messina, la città dei Commissari

Messina, la città dei commissari. Come una sorta di maledizione ma più probabilmente per incapacità dirigenziale dei nostri politici, periodicamente i vertici di Enti e società finiscono con l’essere gestiti da figure commissariali. E quel che è peggio è che ormai siamo ai “commissariamenti a grappoli” oltre a quelli di lungo corso…., come la Fiera.

Luigi Croce, appena insediatosi al Comune, in alcune vicende, si troverà di fronte suoi colleghi-commissari per sbrogliare le matasse più intricate. Sotto il profilo dei commissariamenti non vi è dubbio che sia il sistema più amato dall’ex Presidente della Regione Lombardo che ha disseminato di uomini a lui vicini (o vicini all’Mpa) tutte le poltrone possibili, mettendo non solo il cappello ma soprattutto evitando una gestione ad ampio raggio, dal momento che un Commissario non ha la stessa possibilità di programmazione di un Presidente e soprattutto di un Cda. Anche Buzzanca, là dove ha potuto, vedi Ato3, ha piazzato le sue pedine migliori.

Dicevamo la Fiera, affidata a Commissari da tempo immemorabile e ormai avviata verso una lenta e inesorabile agonia. Il primo, Sergio Alagna, fu nominato nel ’95 e vi restò, divenendone anche Presidente, fin oltre il 2000. Erano gli anni del contenzioso con l’Autorità portuale sulle aree della Fiera. Commissari straordinari della Fiera furono poi: Urania Papatheu, Nino Bartolotta, Francesco Franchina, Giuseppe Grazia. Dal 2009 subentrò Fabio D’Amore, la cui carica venne rinnovata da Lombardo di periodo in periodo, arrivando persino a rinnovi di un mese….., nonostante le legittime e continue rimostranze dell’interessato.

L’Iacp non è da meno, di Commissario in Commissario siamo passati da Calogero Beringhieri, Giuseppe La Face a Venerando Lo Conti fino alla nomina dell’ingegnere Gaetano Sciacca, che però quanto prima dovrebbe rientrare alla casa-base, il Genio civile.

All’Ente Porto dopo il commissario Rosario Madaudo è in arrivo Bruno Manfrè. Su entrambe le nomine c’è il sigillo di Lombardo, che tra l’altro sull’Ente Porto ingaggiò uno scontro con i suoi ex alleati Pdl, Nino Beninati in testa, che da assessore della sua giunta prima e da deputato regionale poi pressava per la soppressione di un carrozzone finito agli onori della cronaca come stipendificio.

A proposito di carrozzoni all’Atm i commissari sono stati nominati da Buzzanca, il primo fu l’ex questore di Messina Cristofaro La Corte, seguì Giuseppe Russo, entrambi lasciarono la carica adesso ricoperta da Santi Alligo segretario generale del Comune (nonché segretario pro tempore alla Provincia).

Passiamo al Cas (Consorzio Autostrade Siciliane), al cui vertice, sempre Lombardo, poco prima di dimettersi ha già scelto il messinese Nino Gazzara (ex parlamentare Pdl, ora Mpa), anche se al momento l’Ente risulta ancora coordinato da Anna Corsello.

All’Asi (Area Sviluppo Industriale) Lombardo ha nominato come commissari straordinari due fedelissimi di Francantonio Genovese, come Domenico Battaglia (ex sindaco di Villafranca ed ex presidente Amam durante la sindaca tura Genovese) e prima Salvatore La Macchia (ex presidente dell’Ato3).

L’Ato 3 e Messinambiente sono stati affidati a due commissari liquidatori scelti da Buzzanca: Giuseppe Ruggeri (capo di gabinetto del sindaco)che si è dimesso nei giorni scorsi e Armando Di Maria.

Anche al Teatro Vittorio Emanuele potrebbe concludersi nel peggiore dei modi la gestione ordinaria targata Ordile: l’assessore regionale Daniele Tranchida dopo una serie di polemiche e missive, ha inviato l’ultimatum ed entro due giorni, se non si dovesse cambiare registro, nominerà un commissario.

Solo per un puro caso e per l’insistenza del governo Monti l’Autorità Portuale non ha più un commissario (Lo Bosco), ma un Presidente. Anche in questo caso hanno prevalso le guerre intestine tra fazioni partitiche ed è stato scelto un non messinese, De Simone, che sarà anche il miglior presidente possibile, ma non è il nome indicato dagli Enti locali, una lista sulla quale Lombardo aveva messo il veto con il pieno appoggio di D’Alia. Che Messina avesse bisogno al più presto di un Presidente ( e messinese) non è fregato niente a nessuno, soprattutto ai nostri rappresentanti politici che si son fatti la guerra tra loro, sopra le nostre teste.

Dando uno sguardo a questa carrellata si comprende come il Commissario Croce arriva in una città commissariata, quasi come accadde all’allora Commissario Sbordone.

Da un lato le guerre tra coalizioni diverse tra Messina, Palermo e Roma, le beghe tra vecchi e nuovi alleati, dall’altro il considerare la città dello Stretto una terra da colonizzare hanno finito con il mettere in ginocchio la nostra realtà.

I giochi di potere hanno finito con il prevalere sui reali interessi di Messina e dei messinesi.

Oggi l’ex procuratore capo Croce trova solo macerie e rabbia.

Una città commissariata in molti suoi Enti (e sicuramente ne abbiamo scordato qualcuno) è una città a metà, che non riesce ad alzarsi in piedi. E’ una città la cui classe politica ha fallito ed è incapace di amministrare.

Rosaria Brancato