La sfiducia uno specchietto per le allodole. Sui bilanci i silenzi di Crocetta e del Ministero

Tra un cronoprogramma e un altro, tra un annuncio disatteso e un altro, tra un ultimatum non rispettato ed un altro, siamo alle soglie di aprile, e siamo ancora in gestione provvisoria. Il previsionale 2015 è al momento una “previsione”, tutto il resto è con i verbi al futuro, Piano di riequilibrio compreso.

I partiti però, piuttosto che pensare alla serietà di un dramma, che è quello dei conti, preferiscono indicare un fantasma, che è la mozione di sfiducia, come quando si indica il dito per non far vedere la luna.

Piuttosto che inerpicarsi in scontri all’ultima firma per sfiduciare o meno Accorinti, adesso o tra un mese o tra 10 o tra 1 anno, non sarebbe il caso di fare quello che è più urgente per la città?

Il Pd, Sicilia Futura ed Ncd hanno annunciato di essere pronti a sfiduciare Accorinti anche oggi stesso e di essere pronti a tornare alle urne il 5 giugno insieme agli altri 28 comuni dell’isola (11 dei quali in provincia di Messina). Posto che Udc e Forza Italia non ci pensano neanche lontanamente perché nel frattempo non intervenire almeno sulla più grande falla di quest’amministrazione? Perché, visto che Crocetta è il governatore eletto dal Pd non intervenire, così come annunciato da Cardinale a Tempostretto 10 giorni fa, presso il Presidente e chiedergli quantomeno di provvedere ad un commissariamento reale per i bilanci? Si presuppone che se Crocetta è disposto a mandare a casa l’amministrazione sin da adesso, dovrebbe esserlo ancora di più a lasciar almeno che i conti siano in regola e la macchina amministrativa funzioni. La sfiducia è un fatto politico, i conti sono sopravvivenza.

Invece il commissario ad acta inviato in riva allo Stretto, Lauricella, ha fatto un po’ come Ponzio Pilato, se ne è lavato le mani. Ed ha alzato le spalle quando i suoi ultimatum si sono rivelati penultimatum…

E’ assai singolare che l’unico deputato regionale che abbia messo nero su bianco l’esigenza di avere qualcuno che metta mano ai bilanci annunciati di Palazzo Zanca e rimetta le lancette del tempo al 2016 sia Coltraro di Sicilia Democratica, che oltre a due interrogazioni già presentate sta approntando una mozione.

Siamo l’unico Comune d’Italia che ad Aprile non ha il previsionale 2015 approvato eppure stiamo ancora a discutere sulla sfiducia che non si farà.

Stesso discorso vale per il Piano di riequilibrio. In questo caso l’appello è al Nuovo centro destra. Il deputato regionale Nino Germanà si è detto pronto alla sfiducia (almeno fin quando D’Alia non ha alzato la paletta dello stop), il senatore Bruno Mancuso ha parlato di sfiducia costruttiva (diluendola quindi nel tempo) e Enzo Garofalo non si è pronunciato. Frattanto che si decidano i destini di questa martoriata città non sarebbe il caso che qualcuno, dal Ministero dell’Interno battesse un colpo sul Piano di riequilibrio congelato (a causa dell’amministrazione) dal febbraio 2015? Perché i nostri deputati Ncd ed in generale di Area Popolare non sollecitano il ministro Alfano, che è pure siciliano, a togliere la polvere che si è depositata sul fascicolo Messina? D’accordo che l’amministrazione Accorinti, “cincischia”, come direbbe Totò, “tentenna” nel mandare le integrazioni richieste sin da ottobre 2015, ma la Commissione del ministero che fa? Si vuole una volta per tutte dire sì o no al Pluriennale, oppure sollecitare in modo chiaro e netto Palazzo Zanca? Questo gioco dello scaricabarile lo stiamo pagando noi. I messinesi meritano la verità. Rivedere in scena lo stesso copione con i vari Ponzio Pilato che rinviano, se ne lavano le mani, non si assumono le responsabilità di decisioni anche impopolari, è un danno che la città pagherà per i prossimi 20 anni. E' come se il dibattito sulla sfiducia sia diventato uno specchietto per le allodole, per distrarci dai problemi reali

Rosaria Brancato