Cronaca

Comunali Reggio, presunti brogli: esposto di Davi sulla base di una lettera anonima

Presunti brogli alle Comunali del settembre 2020, il giornalista e massmediologo Klaus Davi, nello specifico nelle vesti di ex candidato alla sindacatura di Reggio Calabria, ha presentato a Milano un esposto contro ignoti sulla base di nuovi elementi – da valutare – contenuti in una lettera anonima di denuncia.

L’ex candidato sindaco di Reggio Klaus Davi

«Un intreccio di sesso, diritto, politica e ‘mafia made in Sant’Eufemia in Aspromonte’ con tanto di picciotti che fanno da tramite in presunte faide tra parlamentari della Repubblica e boss di zona. Non è una fiction di Netflix ma si tratta a grandi linee dei contenuti di una lettera degna della stagione del ‘Corvo di Palermo’ che è stata recapitata nella sede milanese dell’agenzia di Klaus Davi – fa sapere il diretto interessato -. Una lettera apparentemente ‘firmata’ (ma è da verificare l’effettiva esistenza della persona che si firma come mittente) secondo la quale intrecci di varia natura avrebbero potuto avere anche un impatto addirittura su alcune delle indagini della magistratura. Calunnie infamanti messe nero su bianco, spazzatura che però non può essere archiviata come puro gossip».
E sempre nel merito dell’esposto, fa sapere Davi: «Ho presentato denuncia presso i Carabinieri di Largo Fosse Ardeatine a Milano perché i contenuti della lettera sono di tale gravità che non potevano essere derubricati – così il giornalista -. Sono certo che chi di dovere farà i dovuti controlli in merito. Ora che stanno comparendo gli avvelenatori di pozzi, auspico che gli inquirenti diano un’accelerata alle indagini sui brogli elettorali in modo che al più presto si chiariscano alcuni punti chiave, al di là del gossip calunnioso. Date le condizioni pietose e miserrime in cui Falcomatà ha fatto precipitare Reggio Calabria, credo che i cittadini abbiano bisogno di risposte rapide. Ricordo le parole di Carmelo Giustra: “Si sapeva che c’era Klaus Davi che aveva fatto un casino…”. Esatto, facemmo “un casino” per segnalare le palesi irregolarità».