Arriva il no categorico del consigliere Caprì: “Proposta superficiale, diseducativa e populista”

Il consiglio comunale di Messina dovrà esprimersi a breve riguardo alla proposta avanzata dal comitato promotore “Comune Montemare”. La questione, ormai nota, riguarda l’istituzione di un nuovo comune distaccato da quello di Messina, di cui farebbero parte i villaggi di Castanea – Masse, Spartà, S.Saba, Rodia, Acqualadroni, Gesso, Ortoliuzzo e Salice. Si tratta di quei centri che hanno espresso il loro malcontento perché “ignorati” da palazzo Zanca.

Sull’argomento arriva il giudizio dell’esponente del Pd Giorgio Caprì che in una lettera al segretario cittadino del partito, Giuseppe Grioli, è stato categorico a riguardo: “Dichiaro la mia totale disapprovazione a tale proposta – ha dichiarato -. Alcuni fra i promotori sono in carica negli organismi istituzionali elettivi del comune di Messina, per il quale hanno fatto giuramento, e di conseguenza hanno il dovere di impegnarsi a migliorarne le tante mancanze, anziché proporre il distacco di una porzione di territorio, salvo che come conseguenza non si dimettano dalle cariche ricoperte”.

Niente sconti. O da una parte o dall’altra. Caprì ha definitivo la proposta “superficiale, diseducativa e populista” e non ha risparmiato i promotori, i quali, a sua detta, non avrebbero informato i cittadini della reale situazione a cui andrebbero incontro. Dopo la votazione in consiglio comunale, infatti, la documentazione verrà inviata alla Regione. Come passo successivo sarà indetto il referendum dove servirà il 50% più uno dei si perché la proposta passi. E’ tutto nelle mani dei cittadini ed è ai cittadini che Caprì si rivolge. I comuni sono al centro delle manovre più pesanti di riduzione della spesa pubblica attuate dal governo nazionale in questo particolare momento storico. Secondo questa tesi, dichiarare il distacco dal comune di Messina non risolverebbe le cose.

“I servizi di manutenzione delle strade, della raccolta, trasporto e conferimento a discarica dei rifiuti solidi urbani, la manutenzione del verde, delle spiagge, delle reti idriche e di quelle fognarie compresi i depuratori, la bolletta e la manutenzione della pubblica illuminazione, il trasporto pubblico, i servizi sociali, la viabilità, la manutenzione scuole, mensa scolastica, servizio di scuola bus, i servizi ed il personale comunale, sedi e utenze”. Questi sono solo alcuni dei servizi tirati in ballo da Caprì, per cui le entrate come l’Imu non possono bastare a coprire.
L’argomento merita un approfondimento. E’ per questo che Caprì chiederà al comitato un confronto aperto in cui discutere e approfondire con l’intera comunità locale la fattibilità della scissione del territorio in questione dal Comune di Messina.