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Comunità greca a rischio sfratto: l’ eurodeputato Arvanitis scrive a De Luca

Un grosso punto interrogativo si scrive sul destino della sede sociale della Comunità ellenica dello Stretto, storico sodalizio culturale da anni punto di riferimento non solo per i circa duecento greci o discendenti di greci che vivono in città, ma anche per tutti i filelleni e i cittadini messinesi interessati alla memoria e alla conoscenza delle proprie gloriose radici storiche.

La sede dal 2012

Dall’ottobre 2012 le attività sociali si svolgono in un centralissimo appartamento di Viale San Martino n. 273, a suo tempo in via di confisca alla criminalità organizzata finito in amministrazione giudiziaria e concesso in locazione alla Comunità greca. Nelle more del perfezionamento della procedura di confisca, avvenuto nel 2018, la sede ha ospitato numerosissime attività socio-culturali che hanno destato l’interesse e sono riusciti a sollecitare – complice certamente la posizione centrale – la partecipazione di moltissimi, messinesi e non, tra cui anche personalità dall’Estero, promuovendo così il nome di Messina e correlandolo alla riscoperta dell’identità propriamente “greca” della città dello Stretto.

E’ scaduto il contratto

          ” Tuttavia recentemente – spiega il Prof. Daniele Macris, Presidente della Comunitàil contratto di locazione dell’immobile adibito a sede è scaduto e le richieste della Comunità greca di avere, nei modi e nei termini consentiti dalla legislazione italiana, la stabile e duratura fruizione dell’appartamento non hanno al momento ricevuto alcun riscontro. La situazione di incertezza che si è venuta a determinare ha destato la preoccupazione già di moltissimi esponenti del mondo della cultura e della politica, tra cui quella dell’europarlamentare greco Konstantinos Arvanitis, che ha preso carta e penna e ha scritto al Sindaco di Messina, Cateno De Luca.

La lettera al sindaco

Chiedo di prendere in esame personalmente e con sollecitudine la questione rappresentata – si legge nella missiva – e di sostenere attivamente la Comunità greca di Messina procurando nei modi che riterrà più opportuni e convenienti una sede sociale adeguata (auspicabilmente quella sita in Viale San Martino, 273), onde consentire la continuità delle descritte iniziative meritorie, il cui alto valore culturale e sociale è riconosciuto in Italia e all’estero, e che saranno certamente in grado di veicolare nella città di Messina la considerazione e l’attenzione delle istituzioni europee e della Repubblica Ellenica”.

Al netto di ogni questione sembra evidente che ad una soluzione si debba approdare in tempi rapidi e garantendo la prosecuzione delle iniziative del sodalizio, tra le molte si ricordano i corsi di insegnamento di lingua e cultura greca, di cui la Comunità è riconosciuta “Centro Funzionale” dal Ministero della pubblica istruzione ellenico e assicurando poi la possibilità di ospitare anche la sua ricca biblioteca, unica nel suo genere, con quasi ottocento testi in greco moderno donati dalla Biblioteca Nazionale Ellenica e messi a disposizione dell’intera cittadinanza. Le istituzioni non possono restare sorde e indifferenti di fronte alla vicenda che coinvolge la Comunità greca; la sua meritoria attività, portata avanti ormai da anni da chi ne fa parte, per giunta in un luogo simbolo del malaffare il cui destino è stato riconvertito in positivo, è la cartina di tornasole che dimostra che l’unica via di riscatto possibile, dalla mafia così come da qualsiasi altro male sociale, per una comunità, è proprio la cultura, la sua conoscenza e diffusione. La Comunità greca, così come le tante altre realtà ad essa affini che operano sul territorio, in particolare nel nostro Sud, districandosi talvolta tra le fitte maglie di una burocrazia ostile e di una politica sonnolenta, merita quindi di trovare nelle istituzioni locali un valido alleato, e non una palla da demolizione.

Messina in particolare, da cui prese avvio nel 1955 il processo di integrazione europea, ha una solida e radicata vocazione e tradizione europea da difendere e non può pertanto rimanere insensibile alle esigenze di tutela e protezione della minoranza linguistica greca riconosciuta dalla legge (art. 2 L. 15 dicembre 1999, n. 482). Ricordiamo anche che tali valori costituiscono oggetto di specifica tutela a livello europeo nel T.U.E. all’art. 3 co. 3, nel quale si afferma che l’Unione “rispetta la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo”.