Il Rettore Franco Tomasello condannato a 3 anni e 6 mesi

Il Rettore dell’Università, Franco Tomasello è stato condannato a 3 anni e mezzo di reclusione dei quali due anni e mezzo sono stati condonati. L’attesa sentenza è stata emessa dai giudici della Prima sezione penale del Tribunale intorno alle 19, dopo circa sei ore di camera di consiglio. Nell’aula è calato il silenzio nel momento della lettura della sentenza che ha sancito la prima condanna per il professor Tomasello. Il Rettore era imputato nel processo sul concorso alla facoltà di Veterinaria. Secondo quanto scaturito dalle indagini della Guardia di Finanza il posto di professore ordinario bandito nel concorso era destinato al figlio dell’ex preside della facoltà, Battesimo Consolato Macrì. Ad incastrare il rettore fu il professor Giuseppe Cucinotta, ordinario di Clinica Chirurgica e Patologia Chirurgica a Veterinaria. Il docente denunciò di aver subito pressioni per condizionare l’esito del concorso a favore del figlio del preside Macrì. L’accusa per il Rettore era di tentata concussione e nel luglio del 2007 furono indagati i vertici della facoltà e lo stesso Tomasello fu sospeso dalle funzioni per due mesi. Il PM Adriana Sciglio aveva chiesto per il Rettore la condanna a 5 anni. Inoltre a Tomasello è stata applicata la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Ma oggi sono fioccate molte altre condanne. I giudici del Tribunale hanno inflitto 5 anni ed 11 mesi (3 anni condonati) al professor Giuseppe Piedimonte, 5 anni e 4 mesi al professor Battesimo Macrì, (tre anni gli sono stati condonati), 4 anni (3 condonati) al professor Antonino Pugliese, 3 anni e 9 mesi (2 anni e 2 mesi condonati) per Stefano Augliera, 2 anni a Salvatore Giannetto, un anno ed 8 mesi a Pietro Paolo Niutta e Giovanni Germanà, un anno e 6 mesi a Santo Cristarella, un anno e 4 mesi ad Antonina Zanghì. Il processo comprendeva anche un troncone che riguardava la gestione dei fondi erogati dalla Regione e dall’Università di Messina per il progetto scientifico denominato “Lipin” , costato 3 milioni di euro. Per questa vicenda sono stati condannati a due anni di reclusione, pena sospesa, il funzionario del rettorato Eugenio Capodicasa e la moglie Ivana Saccà, dipendente di Unilav. Assoluzione perché il fatto non costituisce reato per gli ex componenti del consiglio di facoltà di Veterinaria Francesco Abbate, Antonino Ajello, Emilia Ciriaco, Francesca Conte, Massimo De Majo, Giuseppa Di Bella, Antonino Germanà, Patrizia Germanà, Elisabetta Giudice, Rosaria Laurà, Giuseppe Mazzullo, Anna Maria Passantino. Assolto anche il professor Ugo Muglia. Intanto in serata è intervenuto con una dichiarazione il legale del Rettore, l’avvocato Nino Favazzo: “Sono sempre stato del parere che le sentenze non si criticano, ma si impugnano. E ciò è possibile fare solo a motivazione depositata. Se dovessi interpretare il dispositivo di condanna, non ho difficoltà a dire che oggi i Giudici di Messina hanno perso una occasione sia per far chiarezza sui fatti oggetto della loro valutazione sia per qualificarli correttamente, sotto il profilo giuridico”.