cronaca

Concussione all’Asp, patteggiano i ristoratori

MESSINA – Si è chiuso un altro troncone processuale legato alla vicenda sui presunti casi di concussione dell’ex dirigente dell’Asp di Messina Salvatore Muscolino, accusato di favorire tramite la sua attività l’agenzia assicurativa del figlio Mario, attivo a Giarre e dintorni.

Mentre il dirigente in pensione e gli altri protagonisti “principali” hanno infatti scelto di affrontare il processo, in corso in primo grado, altri 12 indagati hanno invece preferito chiudere in questa fase di indagini la vicenda giudiziaria, patteggiando la pena.

Le contestazioni “pretestuose” dopo i controlli Asp

Si tratta per lo più dei titolari di alberghi e ristoranti, dislocati nella città di Messina ma anche in varie zone della provincia. I difensori hanno concordato con il pubblico ministero la pena, accordandosi per una pena diversificata ma comunque fino al massimo di 2 anni (pena sospesa) per tutti. Il giudice per l’udienza preliminare Monica Marino ha ritenuto la pena congrua e ha ratificato il provvedimento.

L’accusa per i ristoratori e gli operatori turistici era di aver accettato la richiesta di Muscolino che, spingendo su controlli e contestazioni, considerati da polizia e Procura pretestuosi, da parte dell’Asp sui requisiti dei locali, li “convinceva” ad assicurarsi con l’agenzia del figlio. Ma tra i 12 ci sono anche i dipendenti di altri locali o baristi “scivolati” sull’operato dell’analista Francesco Currò, accusato di aver fornito loro false attestazioni per l’autorizzazione alla somministrazione di cibo e bevande.

I nomi

Hanno quindi patteggiato: Giovanni Cateno Barca, Maria Grazia Chiesini, Pasquale D’Angelo, Ernesto De Luna, Giovanni Federico, Giuseppe Giamboi, Carmelo Lo Re, Davide Carmelo Panebianco, Roberto Papandrea, Giovanna Rodà, Antonina Rodà, Francesco Tavilla. Un solo imputato, Giovanni Scarfone, ha definito la sua posizione con il giudizio abbreviato.

Hanno difeso gli avvocati Cinzia Panebianco, Domenico Santoro, Giuseppe Valentino, Antonio Noè, Nunzio Garufi e Francesco Fiorillo.

L’inchiesta e gli arresti

L’operazione della Squadra Mobile è scattata a novembre scorso: ai domiciliari andarono i due protagonisti, padre e figlio, e l’analista. A insospettire erano le numerose polizze staccate dall’agenzia del figlio dopo l’insediamento a dirigente Asp del padre. Ad assicurarsi attività legate a operatori sanitari, che a loro volta si vedevano favoriti nei controlli operati dal dirigente.