Lista Musumeci, scoppia il caso Oteri e il candidato sospende la campagna

Quando Musumeci venne per la prima volta a Messina il Pdl aveva appena varato il Codice etico, quello che lasciava tante finestrelle aperte agli spifferi, e lui, alle domande dei cronisti sull’argomento così rispose: “Sulle scelte delle liste del Pdl non metto parola” (allegato il video dell'intervista). Ma il caso di Placido Oteri lo interessa da vicino, dal momento che è (ma ormai dobbiamo dire era) candidato a Messina nella lista Musumeci Presidente. A raccontare la sua storia è stato il giornalista Accursio Sabella di Livesicilia.it.

Il capitano della Compagnia delle isole, messinese, Placido Oteri, detto Dino, diverse esperienze politiche alle spalle ed ora nella lista Musumeci, il 17 maggio dello scorso anno è stato condannato in primo grado a sei anni per tentata estorsione, nell’ambito di un’inchiesta legata ad una complessa vicenda di eredità. A far scattare le indagini sull’eredità del patrimonio dell’imprenditore Antonino Marino, era stata la denuncia presentata da Biagina Marino, figlia della moglie del costruttore. La storia è costellata da una serie di compravendite di immobili spesso avvenute con atti che i magistrati hanno ritenuti poco chiari.

Lo scorso anno per Oteri quindi la condanna a sei anni per tentata estorsione in primo grado, l’appello è previsto a gennaio 2013.

“Ma io sono una vittima- ha dichiarato il capitano- mi hanno fregato i soldi e son pure finito in tribunale”. La verità, aggiunge, è che non si trattava di una richiesta estorsiva ma della restituzione di 171 milioni di lire che lui aveva dato a Marino per l’acquisto di una casa della quale poi non è riuscito a entrare in possesso.

“Navigo da 26 anni – dice – e ho sempre lavorato. Sono una persona onesta, ho quattro figli, e tutti mi vogliono bene”. La diffusione della notizia della condanna a sei anni ha però provocato un terremoto, al punto che in mattinata Dino Oteri ha sospeso la sua campagna elettorale e lo stesso Musumeci ha diramato una nota per chiarire la vicenda. Dalle dichiarazioni di Musumeci sembra che sia stato proprio il candidato alla Presidenza della Regione a chiedere un passo indietro ad Oteri.

Il capitano della Siremar (anche segretario provinciale della Uil trasporti marittimi) è “approdato” nella lista Musumeci dopo diversi porti. Dopo un’esperienza, nel’98, nel consiglio di quartiere, nel 2005 è stato eletto consigliere comunale di Messina nella lista Genovese sindaco. Tre anni dopo, nel 2008 si candida con l’Mpa ma non viene rieletto per un soffio. Nel maggio di quest’anno ha una breve parentesi durante le amministrative di Lipari con il gruppo La Cava, presentandosi nella lista Art.1 Autonomia e libertà. Trascorsa l’estate ha virato decisamente a destra, candidandosi con la lista Musumeci. Fino ad oggi, quando, in seguito alle polemiche ha sospeso la sua campagna elettorale, pur ribadendo di non aver commesso alcun reato: “Ho subito un danno avendo investito dei soldi per l’acquisto di una casa per i miei figli ed invece non ho la casa,non ho quei soldi e sono incappato in una vicenda allucinante nella quale mi auguro sarà dimostrato che sono la parte lesa.Mi son candidato per una passione di impegno civile e conoscendo il “Codice Etico” della lista non pensavo ingenuamente di creare tanto rumore”.

Oteri si scusa con Musumeci e con gli altri candidati per il danno arrecato dalla vicenda. Sul caso interviene lo stesso candidato alla Presidenza con una nota: "Apprezziamo che il candidato Oteri abbia prontamente accolto la nostra richiesta di sospendere la sua campagna elettorale in osservanza dei criteri morali, etici e giudiziari che la nostra lista si e' data e che vale anche quando, come in questo caso, si tratta di vicende private e di un primo grado di giudizio. A tutti i candidati abbiamo chiesto di sottoscrivere l'autocertificazione antimafia e abbiamo detto che le nostre regole sono ancora più rigide di quelle previste dalla legge. Bene ha fatto la stampa a segnalare il caso perche' ci consente di ribadire con forza ai siciliani di non votare in nessuna lista candidati che non rientrano nei parametri del codice etico. La politica deve assumersi sempre e subito le sue responsabilita' anche chiedendo ai candidati di fare un passo indietro in attesa del giudizio definitivo della magistratura".

In queste settimane non sono mancate le polemiche sui codici etici, sui candidati indagati e sul rischio che anche la nuova Ars conterà molti deputati sotto inchiesta esattamente come quella appena archiviata. Ma Dino Oteri, ed è giusto sottolinearlo è il primo (e finora l’unico) che, scoppiata la bufera, ha fatto un passo indietro e chiesto scusa.

Rosaria Brancato