Booksharing. Atreju propone il progetto in tutti i dipartimenti

Un cammino partito più di un anno fa e che, indubbiamente, ha lasciato delle briciole sparse. Il booksharing di piazza Cairoli, infatti, è diventato il simbolo di una città che vuole cambiare: un progetto partito da alcuni giovani studenti universitari che, aiutati dalle istituzioni e da chi realmente crede nell'idea, ha camminato su gambe sempre più forti, fino a coinvolgere realtà differenti e positive.

Nel maggio scorso l'associazione universitaria Atreju, volendo consolidare i cardini dell'iniziativa, ha creato presso il dipartimento di giurisprudenza, nella sala lettura, uno spazio dedicato proprio allo scambio di libri, attivo ancora oggi. Notando l'entusiasmo dei ragazzi che hanno deciso di alimentare la proposta, i componenti di Atreju hanno chiesto di poter diffondere il booksharing anche in altri dipartimenti, oltre a potenziare quello già attivo all'interno del rettorato.

"L'esperimento al plesso centrale è sicuramente riuscito", spiegano, "da quella data ad oggi tantissimi studenti hanno contribuito non soltanto con lo scambio di qualsiasi tipologia di libro, dal manuale universitario al romanzo, ma hanno anche dimostrato una grande responsabilizzazione, mai prendendo un testo dallo scaffale senza prima riporne un altro cosi come vuole la regola unica del servizio "se prendi un libro, lascia un libro".

Il senatore accademico Francesco Torre ed il presidente dell'associazione Atreju Andrea Fiore, infatti, hanno sottolineato l'importanza della possibilità di ampliare gli orizzonti del progetto, "Questa condivisione va oltre la pratica del book sharing. Il proposito è quello di rendere il nostro ateneo sempre più vivibile ed a misura di studente: ecco perché di recente infatti gli stessi studenti di Atreju hanno proposto una soluzione partecipativa e di condivisione anche con riferimento ai trasporti, attraverso gli strumenti del bike sharing e del car sharing".

Claudio Panebianco