Un appello che parte da Messina e che sarà inviato a tutti i Paesi membri. Un appello per ricostruire quell’Europa solidale, unita, forte, globale, moderna, giusta, di cui si è parlato in questi quattro giorni dedicati alle celebrazioni dei 60 anni della Conferenza di Messina e che dovrebbe essere obiettivo di tutti i paesi europei che credono ancora nei valori dell’Unione europea.
Oggi, durante la giornata conclusiva che si è svolta nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, è stato l’attore messinese Angelo Campolo a leggere questo appello che Messina lancia e che vuole essere modello di ispirazione per quel futuro migliore di cui ha parlato il Sindaco Accorinti, ricordando il coraggio dei “visionari” come i padri fondatori dell’Europa, che ebbero la capacità di guardare oltre e di credere in una realtà che 60 anni fa sembrava impossibile ma che oggi, per continuare, deve cambiare e rinnovarsi.
«A sessant’anni dalla Conferenza di Messina ci siamo qui riuniti, cittadini, amministratori, studiosi, non solo per celebrare quel momento importante che diede decisivo impulso alla costruzione dell’Unione Europea, ma anche per contribuire a realizzare quel modello di civiltà interculturale che ha visto per secoli portare benessere e progresso in tanti luoghi. Da questa città della Sicilia, regione posta – come diceva Vitaliano Brancati – “all’ingresso di due continenti: da Messina guarda all’Europa e da Capo Passero guarda all’Africa'' vogliamo dunque guardare al futuro, per affrontare le nuove sfide che abbiamo di fronte. Noi siamo convinti che la costruzione di un’Unione Europea, nel segno dei valori affermati dai fondatori, sia un processo irreversibile. L’alternativa sarebbe solo una catastrofe, il ritorno agli orrori dei nazionalismi. L’Unione europea deve oggi finalmente lasciarsi alle spalle il Novecento e prendere coscienza che in questo nuovo millennio essa potrà avere un ruolo importante da giocare nell’era della globalizzazione per l’universalizzazione dei diritti umani e sociali, se diventerà realtà politica globale, forte e credibile nel dirimere i conflitti e costruire processi di pace; attore istituzionale che, ponendo l’uomo al centro e come fine dell’azione politica, promuove i diritti fondamentali delle persone; territorio in cui a tutte le cittadine e a tutti i cittadini sia assicurato il diritto a un reddito minimo di cittadinanza, alle opportunità di lavoro, alla salute, all’assistenza, alla casa e all’istruzione; area-guida nel rispetto dell’ecosistema e di tutti gli esseri viventi, nell’uso delle energie rinnovabili, nella riduzione dei rifiuti, nel contenimento del consumo di suolo. Sappiamo bene che questo progetto di civiltà non potrà realizzarsi in una torre d’avorio. L’Unione Europea deve fare i conti con i conflitti che ancora divampano in molte aree, prossime e lontane, con i popoli più vicini che soffrono e vivono nell’angoscia, con milioni di persone che sono oppresse da sistemi economici iniqui.