In anteprima la quinta puntata del serial “Fantabilancio”. Titolo: Il complotto del pelo nell’uovo

Prossimamente sugli schermi di Palazzo Zanca sarà proiettato un nuovo film del filone Fantabilancio. Gli appassionati degli intrighi di Palazzo e i fan del brivido aspettano con ansia l’uscita nelle sale (Salone delle Bandiere in anteprima ed in replica nella Sala Ovale) del “Complotto del pelo nell’uovo”, con una trama talmente avvincente ed agghiacciante da far ricordare l’Alfred Hitchock di Psyco.

Nell’ultima decade di maggio, quando ancora l’amministrazione non ha ancora partorito il previsionale 2015 giunto alla sua quinta modifica, sembra che si sia scoperto il perché di tale ritardo. Nubi nere si addensano sui revisori dei conti “rei” di stare complottando per colpire al cuore la giunta, non si sa per quali scopi reconditi, giacché la situazione è abbastanza evidente, come ben sa la Corte dei conti che per taluni è un organo inutile è dannoso, per il resto del Paese, per giuristi e legislatori, è un presidio di vigilanza e democrazia.

I revisori dei conti, secondo la tesi dell’amministrazione Accorinti, farebbero come Penelope, disfacendo di notte quella tela che dopo oltre 1 anno l’amministrazione cerca di rattoppare di giorno. Capo del complotto, secondo questa tesi, è il famigerato Dario Zaccone, presidente di un collegio ormai irrimediabilmente in mano alla gang “del pelo nell’uovo”. La missione affidata da oscuri mandanti (mica tanto oscuri, sarebbero quellicheceranoprima) ai terribili 3 è quella di bocciare il bilancio, ostinandosi ad esercitare il ruolo che gli è stato affidato. Ecco perché l’amministrazione, pare per mano del nuovo uomo forte della giunta Luca Eller, divenuto il Casaleggio della stagione accorintiana, vuol portare gli atti in Procura, non si sa bene per quale reato individuato o da individuare. Non si capisce poi chi siano i veri colpevoli, perchè la prova del reato è l’assenza del bilancio previsionale 2015, fatto questo che dovrebbe far cadere i sospetti su diverse persone. Di indiziati infatti ce ne sono parecchi perché un disastro simile non può certo essere opera di un solo uomo.

Posto che il film è da non perdere e staremo col fiato sospeso fino alla fine ci sono alcune domande, dubbi e perplessità che sorgono spontanei

1)IL RUOLO DI ZACCONE

Appare assai strano che Accorinti e i suoi si siano accorti che Zaccone è il perfido revisore dei conti DOPO 3 ANNI. Fin quando il trio dei revisori, pur lamentandosi, ha dato pareri positivi facendo veri e propri miracoli interpretativi e sorvolando su varie tipologie di peli nessuno si è ricordato che era il commercialista in alcune società di Genovese. E quando Zaccone, a marzo, con dichiarazioni indirizzate a chi negli uffici del Palazzo rendeva ostico il percorso, ha rassegnato le dimissioni, è stata l’amministrazione ad invitarlo a non lasciare il suo posto. Quale migliore occasione di quella per liberarsi del capo dei complottatori? Perché invitarlo a restare?

2)IL RUOLO DI BASILE E ZINGALES

Se ne deduce che per l’amministrazione gli altri due siano “comparse”, oppure, su disposizione dei leader dei partiti di riferimento, e quindi Picciolo e D’Alia sarebbero pienamente in linea con la tesi complottistica lasciando a Genovese il compito di ordire la trama.

3)IL MOVENTE

Non si comprende quale sia lo scopo ultimo dei revisori dei conti nel bocciare un bilancio, dal momento che la legge prevede che un’amministrazione possa portare all’attenzione dell’Aula i documenti contabili anche con il parere (obbligatorio ma non vincolante) negativo dei revisori dei conti. Spetterà poi al Consiglio, che finora non è sembrato particolarmente astioso nei confronti della politica economica della giunta, assumersi la responsabilità del voto. Se l’amministrazione è assolutamente certa della bontà della quinta versione del previsionale 2015 (ma anche delle precedenti 4) invece di puntare il dito contro i revisori perché non hanno lo stesso entusiasmo si assuma pienamente la responsabilità e porti in Aula il bilancio.

4)IL REATO

Non si capisce se il reato sia l’atto del cercare il pelo nell’uovo, e quindi il verbo cercare, oppure se il reato sia il pelo in sé. In questo caso i colpevoli sarebbero diversi. Un conto è cercare un pelo un altro, ben più grave, produrre il pelo e metterlo nell’uovo per rendere immangiabile la frittata. Infine: se la gallina per fare l’uovo c’è stata un anno e mezzo, in preda ad una confusione che ha creato trambusto nel pollaio e non si trovava più nulla, perché la colpa ricade su chi è andato a raccogliere l’uovo per metterlo nel paniere?

5)ELLER

L’assessore Eller non è un uomo mandato da Renzi, questo è un fatto assodato, anche se a tanti farebbe comodo “tirar dentro” un sostegno esterno. L’ex badante, che ha ormai la delega onnicomprensiva ai guai del Palazzo, ha detto che Corte dei conti e revisori fanno il loro mestiere. Schietto com’è non ha nascosto bacchettate nei confronti né dell’ex Signorino né dei dirigenti. Più che una badante è diventato un factotum, l’uomo immagine dell’Accorinti 2.0. Mandano lui in prima linea ovunque, a incontrare dirigenti, commercianti, dipendenti, consiglieri. Ovunque c’è una fiammella da spegnere arriva lui. In 3 anni Signorino non è mai stato tanto presente quanto Eller in 10 giorni. Ma Eller è davvero convinto della tesi del complotto? Ed un assessore di Sesto Fiorentino che neanche conosceva la granita caffè con panna come faceva a conoscere amicizie e inchieste nei confronti di Zaccone e dei revisori?

6)LA CULTURA DEL SOSPETTO E LA CACCIA ALLE STREGHE

L’importante è attribuire responsabilità ad altri. Finita la categoria di quellidiprima ci sono stati i dirigenti, i funzionari, i giornalisti, i cittadini e ora i revisori. Agitare lo spettro della procura invece di risolvere i problemi, invece di affrontare sul piano politico le questioni, non fa altro che alimentare un clima di astio e di sospetto.

Un bilancio di previsione redatto con un anno e mezzo di ritardo è già in sé un bilancio non veritiero, ideologicamente falso. Attribuire le colpe solo agli altri e nell’ultimo miglio, equivale a guardare la pagliuzza negli occhi degli altri senza accorgersi della trave che si ha davanti. La Procura della Corte dei conti, se davvero mettesse mani agli strumenti contabili si ritroverebbe, come già accaduto nei mesi scorsi, a scrivere le stesse cose evidenziate per i bilanci finiti all’attenzione della magistratura. I revisori dei conti non hanno cambiato modus operandi per fare un dispetto ad Accorinti. Non era infatti mai accaduto che un previsionale arrivasse con un anno di ritardo. Non sono i revisori che prima chiudevano gli occhi e ora no. Sono gli amministratori che hanno accumulato più ritardo del treno notte Palermo-Roma.

6)GENOVESE

La tesi del complotto e cioè che a tessere le fila contro Accorinti è Genovese non regge. Se Genovese volesse dire basta, in meno di 24 ore arriverebbero 27 firme per la mozione di sfiducia. Invece sono proprio i consiglieri che tengono in vita quest’amministrazione. A meno che la verità non sia un’altra, e cioè che l’amministrazione complotti contro se stessa a sua insaputa. E ci riesca benissimo.

Rosaria Brancato