Dal 2000 ben 200 mila laureati hanno lasciato la Sicilia: i dati di Flc Cgil

Dopo 20 assemblee di base svolte e centinaia di lavoratori coinvolti, i 53 delegati dell'assemblea generale della federazione lavoratori della conoscenza della CGIL ha rieletto Segretario Generale Pietro Patti.

Ai lavori sono intervenuti il segretario generale della CGIL Messina Giovanni Mastroeni, la Segretaria generale FLC CGIL Sicilia Graziamaria Pistorinoe il Segretario Nazionale FLC CGIL Pino Di Lullo.

La relazione di Pietro Patti ha abbracciato tutti i temi del filone della conoscenza, dalla scuola all'università, passando dall'AFAM, la ricerca e la formazione professionale.

Il leit motiv di tutto il dibattito è stato la mancanza di investimenti nell'istruzione e nella formazione. Dagli anni della crisi ad oggi nella scuola e nell'università sono stati tagliati più di 10 miliardi di euro. Stiamo assistendo in Sicilia alla più grande desertificazione intellettualedal dopoguerra ad oggi. L'assenza del tempo pieno in Sicilia è la prima causa dell'aumento della dispersione scolasticache nell'isola raggiunge il 23%, tra le più alte d'Italia.

L'assenza di una legge regionale per il diritto allo studio, la drammatica situazione socio-economica delle famiglie del sud, la carenza di infrastrutture adeguate e il conseguente calo delle immatricolazioni contribuiscono ad accrescere sempre di più il dato dei migranti intellettuali verso il nord che abbandonano la Sicilia al suo destino”.

Per comprendere e capire meglio il fenomeno basti pensare che dal 2000 ad oggi 200.000 laureati si sono trasferiti al nord e attualmente il 30% dei diplomati siciliani si iscrive alle università del nord.

Per il sindacato gli investimenti pubblici sull'istruzione e sulla formazione restano l'unica soluzione per invertire la tendenza.