Gli innovatori del Pd: ” C’è un abisso tra il partito degli eletti e la base”

Un Congresso straordinario, perché il Pd a Messina è vivo nonostante tutto, nonostante l'inerzia dei vertici regionali, nonostante le divisioni, nonostante i silenzi sul commissariamento. Un Congresso straordinario perché il Pd non è il partito degli eletti ma degli iscritti e degli elettori. È questa la sintesi della conferenza stampa congiunta delle anime del partito, renziani, civatiani e cuperliani, oggi nella Sala ovale di Palazzo Zanca. "I dottori palermitani ci hanno anestetizzato e chiesto responsabilità, ma non posiamo più aspettare oltre – dichiara Francesco Palano Quero -. Il Pd è un partito di governo a Roma e a Palermo, ma qui vogliamo ribadire che non può essere il partito degli eletti ma il partito della base, degli iscritti, degli elettori. E se i nostri elettori ci hanno voltato le spalle alle amministrative noi dobbiamo guardare avanti, ai prossimi dieci anni, al nuovo partito che vogliamo". È stato il civatiano Beppe Grioli a ricordare come l'amministrazione Accorinti sia figlia di un movimento associazionistico: "Questo particolare sembra essere stato dimenticato se è vero che, quando un esponente del PD dice qualcosa a favore della giunta allora viene accusato di essere accorintiano, dimenticando che certi valori fanno parte del nostro Dna. Dobbiamo risintonizzarci con il nostro elettorato, serve un congresso straordinario". E' questa la strada individuata da renziani, civatiani e cuperliani per riaccendere un motore al momento spento da oltre un anno e che ha visto il partito dilaniato da scontri interni, come emerso anche dalle ultime vicende in Consiglio comunale.

"Ormai è evidente – ha detto Piero David – che ci sono due anime contrapposte, una innovatrice ed una conservatrice, ma deve esserci una linea del partito, così non si può andare avanti". Il consigliere comunale Daniele Zuccarello ha lanciato la proposta di un documento programmatico che rappresenti le tre aree da portare in aula: "E' il consiglio comunale in questo momento l' unico organo dove possiamo portare avanti le nostre idee. Abbiamo perso un anno tra divisioni e polemiche, adesso presentiamo il nostro programma e cerchiamo in Aula chi lo sostiene". Tesi questa sposata da Santi Interdonato, consigliere del terzo quartiere: "Noi siamo il Pd, non possiamo scambiarci il cinque con Forza Italia perché viene affondata l'isola pedonale. Il prossimo banco di prova sarà il voto sulle unioni civili". Armando Hyerace ha poi posto l'accento sulle prossime tappe, come il bilancio. Ma la vera fotografia dello stato del partito oggi e' stata la parte finale della conferenza stampa, quando gli interventi dei genovesiani Paolo David e Giuseppe Santalco, invitati all'incontro, hanno innescato la miccia. Genovesiani e renziani si sono lanciati reciprocamente le accuse di non volere il confronto ma lo scontro. Ma lo scollamento tra le anime e tra gli eletti e la base è diventato ormai incolmabile e solo un gesto decisivo e coraggioso potra' cambiare il corso di un partito che evidentemente in tanti preferiscono lasciarea alla deriva, senza leader, senza sede, senza struttura, senza segretari, in una sorta di anarchia nella quale i valori del Pd finiscono con l' essere confusi con interessi particolari e momentanei.

Rosaria Brancato