Appalti, affidamenti, cooperative: le dichiarazioni di Zuccarello finiscono in Procura. Le unioni civili devono attendere

Nervi tesi, anzi tesissimi. Tra ostruzionismi, strategie, delibere viziate, dissapori politici e scontri anche accesi, ieri sera i consiglieri di Palazzo Zanca sono tornati in aula dopo la lunga maratona Tari-Tasi della scorsa settimana. Mandate in soffitta le due tasse su rifiuti e servizi indivisibili, ieri sera doveva toccare al registro delle unioni civili, almeno questa era l’intenzione della consigliera di CMdB Lucy Fenech che si era assunta l’impegno di mettere in cima all’agenda del consiglio la delicatissima questione delle unioni civili. La bufera scatenata da Nicola Cucinotta ha prepotentemente riacceso i riflettori sull’argomento e sullo stallo che si è registrato in questi mesi, tanto che era stata la Presidente Emilia Barrile a promettere che la delibera sul registro delle unioni civili sarebbe stata trattata nel più breve tempo possibile e comunque entro la fine di questo mese. Dunque impegno sì, ma senza corse e inutili accelerazioni, queste le voci che anche ieri mattina si sentivano tra i corridoi di Palazzo Zanca, soprattutto di fronte all’urgenza invece sollevata dalla stessa Fenech. La capogruppo di CMdB questa volta aveva trovato dalla sua parte Nina Lo Presti e Gino Sturniolo, Daniele Zuccarello e Donatella Sindoni, ma questo non è bastato a convincere il resto dell’aula a mettersi subito al lavoro per chiudere il cerchio sul registro delle unioni civili. A controllare tutto dall’alto c’erano i protagonisti di queste battaglie per il riconoscimento di determinati diritti a chiunque, a prescindere da sentimenti o orientamenti sessuali, gli stessi che mercoledì scorso avevano occupato la tribunetta del consiglio comunale, riuscendo a scippare alla presidente Barrile la promessa di un’azione definitiva sul caso unioni civili.

Ieri sera però non è andata bene e il finale era già stato scritto durante le due riunioni dei capigruppo che si sono svolte tra ieri e oggi. Se infatti Lucy Fenech aveva deciso che ieri sarebbe stato il giorno delle unioni civili, molti colleghi si sono dichiarati contrari, anche alla luce del fatto che il provvedimento conterrebbe dei vizi di forma. Se ne era già discusso in questi due giorni, l’inghippo sarebbe legato ad un errore nel parere (obbligatorio ma non vincolante) rilasciato dalla IV circoscrizione e dalla mancanza dei pareri dei dirigenti sugli emendamenti presentati alla delibera. Cavilli facilmente superabili e tentativi di prendere tempo per chi avrebbe voluto iniziare il dibattito già ieri sera, una montagna insormontabile per chi invece ha chiesto di avere una delibera “impeccabile” e non viziata. Alla fine la consigliera Fenech ha dovuto rinunciare alla richiesta di prelievo dell’atto con la promessa che comunque si tornerà sull’argomento nel più breve tempo possibile. Vedremo quanto sarà breve questo tempo, anche perché i rappresentanti del comitato Arcigay e gli esponenti politici e della società civile che hanno sposato questa battaglia non hanno intenzione di aspettare i tempi biblici del consiglio comunale.

A tenere banco durante la seduta però è stato soprattutto un altro argomento: le dichiarazioni fatte dal consigliere Zuccarello durante la seduta dello scorso 29 settembre, quella che ha visto il confronto tra sindaco, giunta e consiglieri dopo il tendagate. A riaccendere i riflettori sul pesantissimo intervento di Zuccarello è stato il collega dei Dr Nino Carreri che ha chiesto all’aula di non rimanere inerme e in silenzio dopo quanto denunciato da Zuccarello proprio dagli scranni del civico consesso: “Trasmetterò il verbale della seduta del 29 settembre in Procura” ha detto senza mezzi termini Carreri, pronto a mettere nelle mani della magistratura un verbale che riporta passaggi che pesano come macigni e che non potevano evidentemente passare inosservati. A scatenare Carreri in particolare le accuse che Zuccarello aveva mosso all’amministrazione sul piano degli appalti, della gestione di alcune cooperative, sul piano di quella lotta alla mafia di cui soprattutto Accorinti ha sempre parlato.

« Il Sindaco fa finta di non vedere che la mafia in realtà è dentro questo palazzo e nella politica. Possibile che solo lui non sappia che dietro le cooperative ci sono soggetti politici e che per entrarvi e lavorare bisogna rivolgersi al “politico di turno”? Questa come la chiama? Non è mafia? Eppure lo sanno tutti i cittadini che devono chiedere ad un politico per sperare di lavorare con le cooperative di fiducia del Comune cui vengono assegnati servizi pubblici con affidamenti diretti, è il caso della scerbatura che però prima era effettuata dall’ATO, discriminando le ditte “esterne”. Non è mafia questa?.

Ma tutto questo il Sindaco non lo vede; il Sindaco annunciatore che si dice pronto ad andare in Procura, ma quando lo fa, ad esempio per MessinAmbiente, si limita a consegnare documenti che chi parla aveva personalmente già prodotto in una sua denuncia, e che non ne approva il bilancio sostenendo che è “troppo alto”. Solo questa è stata la grande rivoluzione, la grande “operazione verità”!».

Questo lo stralcio del verbale del 29 settembre che finirà in Procura. Sarà la presidente del consiglio Barrile a trasmettere tutta la documentazione, una decisione arrivata dopo scontri a tratti molto accesi e dopo che Zuccarello aveva chiesto che la proposta del collega Carreri fosse messa ai voti, rincarando la dose sull’ultimo bando Amam che, secondo il consigliere, è stato confezionato ad hoc per assumere un personale già individuato e che proviene dalla ex Agrinova. In aula è scoppiato il caos, non tutti erano d’accordo con la scelta di chiamare in causa la Procura, Santalco non ha esitato a dire che operazioni di questo tipo sono il fallimento della politica. Alla fine però ha prevalso la linea Carreri-Zuccarello e sarà la presidente in prima persona a inviare il verbale incriminato in Procura.

Animi surriscaldati e nervi tesi non hanno però consentito di andare avanti nei lavori. Era stata ripescata dal cilindro la vecchia ma ancora attuale delibera per l’istituzione del garante dei disabili proposta dalla consigliere Antonella Russo e rimasta parcheggiata per mesi. Ma è andata anche peggio delle unioni civili. La discussione si è arenata sul voto ad emendamenti e sub emendamenti, una votazione un po’ sclerotica e per tutto il tempo osteggiata, tanto da costringere alla fine la consigliera Russo a ritirare il provvedimento che altrimenti sarebbe stato snaturato da un voto incomprensibile su emendamenti e sub emendamenti che avrebbero dato vita ad un provvedimento lontano da quelle dovevano essere i presupposti iniziali.

Quindi niente unioni civili e niente garante dei disabili, l’aula si è impantanata sul dibattito e alla fine tutto rinviato alla prossima seduta. Alcuni consiglieri però non hanno più intenzione di tollerare questo modus operandi dell’aula che di fatto impedisce di andare avanti e sono pronti a denunciare tutto in conferenza stampa già nei prossimi giorni. Al momento l’unica cosa che resta sono le nuove carte che finiranno in Procura. E la pazienza che sarà necessario sfoderare per capire se e quali sviluppi ci saranno.

Francesca Stornante