L’appello conferma: Donatella Sindoni era ineleggibile. Subentra Siracusano

Con sentenza numero 1122/2017, depositata oggi, la Corte d’Appello di Messina (presidente Elvira Patania, relatore Antonino Zappalà) ha respinto l’appello proposto da Donatella Sindoni contro l’ordinanza del Tribunale di Messina del febbraio scorso con la quale era stata accolta l’azione popolare promossa da alcuni cittadini messinesi per accertarne l’ineleggibilità alla carica di consigliere comunale.

La controversia nasce dal fatto che l’interessata era, al momento delle elezioni amministrative del 2013, legale rappresentante di uno studio di analisi convenzionato con il servizio sanitario e, quindi, ineleggibile ai sensi dell’articolo 9, Legge Regionale numero 31 del 1986. La questione era da tempo a conoscenza del Comune e il segretario comunale aveva chiesto un chiarimento alla Regione la quale, con parere dell’Ufficio Legislativo e Legale, aveva concluso per l’ineleggibilità della Sindoni. Il Consiglio comunale, che in un primo momento non aveva assunto nessuna deliberazione al riguardo, il 1. agosto 2016, a seguito di ben due atti di diffida, aveva respinto la proposta di decadenza non approvando la relativa delibera. A seguito di ciò, alcuni cittadini avevano promosso l’azione elettorale accolta dal Tribunale. Tuttavia, il Consiglio comunale non ha voluto prendere atto di quanto statuito dal Tribunale e la Sindoni ha così potuto impugnare la decisione che è rimasta automaticamente sospesa fino ad oggi.

Con la sentenza odierna, la Corte d’Appello, dopo aver passato in rassegna le trasformazioni subite dalle Aziende sanitarie a seguito delle varie leggi di riforma, ha chiarito in termini netti la ineleggibilità dell’interessata perché “l’erogazione di un servizio pubblico in regime concessorio attribuisce al titolare della struttura una posizione di vantaggio nella contesa elettorale, posizione che la norma sulla ineleggibilità tende a elidere. Posizione di vantaggio che poi si avverte viepiù nel caso di specie in cui la struttura di cui la Sindoni è titolare ha sede nel Comune di Messina, vale a dire nel Comune in cui si sono svolte le elezioni oggetto del presente giudizio”. La Corte, inoltre, ha anche accolto l’appello incidentale proposto dai cittadini che avevano contestato la eleggibilità della Sindoni, ed ha modificato la decisione di primo grado disponendo direttamente la sostituzione in Consiglio comunale di questa con Giuseppe Siracusano. I ricorrenti sono stati difesi dagli avv. Antonio Saitta e Maurizio Parisi che nelle prossime ore notificheranno la sentenza al Consiglio comunale perché, finalmente, sia ristabilita la legale composizione dell’organo. "Si valuteranno – dicono Saitta e Parisi – tutti i profili di responsabilità per i danni subiti da Siracusano che per tutti questi mesi è rimasto ingiustamente escluso dal civico consesso".