Dal porto di Tremestieri alla mobilità integrata nello Stretto: focus del Sindaco sui trasporti

Mobilità integrata e continuità territoriale a 360 gradi. Trasporti via mare, via terra e via aria tutti in connessione tra loro per creare quel modello di sviluppo economico che non riguarda solo Messina, ma l’intera Sicilia, riguarda chi c’è dall’altro lato della sponda, in primis Villa San Giovanni e Reggio Calabria, e può essere motore di ripresa di quell’area integrata che potrà trovare concreta realizzazione solo investendo in servizi e infrastrutture. Porto di Tremestieri, Metroferrovia, collegamenti marittimi, traffico pendolare, treni a lunga percorrenza. Tutti i nodi caldissimi dell’agenda politica messinese sul fronte dei trasporti e della mobilità. Tanti progetti, tante speranze, tante battaglie, ma anche tante criticità ancora da superare. Argomenti che ieri pomeriggio sono stati al centro del dibattito in Consiglio comunale, una seduta che è diventata occasione di confronto e di dialogo tra l’aula e il Sindaco Renato Accorinti, chiamato dal civico consesso a relazione sui temi della continuità territoriale per fare il punto della situazione attuale e per discutere la linea che questa amministrazione intende dare alle innumerevoli questioni da affrontare. Insieme al primo cittadino anche gli assessori Sebastiano Pino e Gaetano Cacciola, ovviamente in prima linea nel delicatissimo compito di mettere in campo e portare avanti quelle strategie necessarie a contrastare le politiche di abbandono e dismissione che proprio nel settore dei trasporti hanno registrato negli anni un lento e inesorabile peggioramento. A loro è toccata soprattutto la parte più tecnica della discussione, dedicata all’approfondimento di alcuni passaggi, soprattutto legati alla mobilità nello Stretto e al porto di Tremestieri.

In aula Accorinti ha fatto un excursus di tutte le tappe che fino ad ora hanno scandito l’operato dell’amministrazione, non solo a Messina ma anche nei rapporti con Regione e Governo. Interlocutori fondamentali per centrare gli obiettivi dell’efficienza, o quantomeno della normalità.

Accorinti ha parlato infatti degli incontri con il Ministro Graziano Del Rio, oggi alle Infrastrutture ai Trasporti, e delle richieste da mettere sui tavoli nazionali. Ha ricordato la riunione a Palazzo Zanca del Consiglio regionale dell’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani, che due mesi fa ha scelto Messina perché luogo simbolo di una mancata attenzione da parte del Governo nazionale, che non investe sulle infrastrutture siciliane ed anzi propone nuovi tagli. Ha messo alla base di ogni ragionamento il diritto alla continuità territoriale che si deve tradurre in opportunità a portata di mano dei cittadini. Un esempio? Per Accorinti basta guardare ai numeri degli aeroporti di Catania e Reggio: “il 12% dei viaggiatori che scelgono Catania sono messinesi che potrebbero servirsi di Reggio se solo ci fossero i collegamenti necessari per rendere appetibile e funzionale quello che dovrebbe essere l’aeroporto dello Stretto”.

Dunque in ballo la mobilità via mare, con le proposte del tavolo tecnico tra comuni e Autorità portuali dell’Area dello Stretto per il Ministero. Idee chiarissime su come dovrebbe essere “smistato” il traffico pendolare e gommato tra le due sponde: pedoni su Reggio Calabria, gommato leggero a Villa San Giovanni, mentre per il traffico pensante la naturale interfaccia a Tremestieri è indubbiamente Reggio, ma si dovranno superare le ritrosie dell’amministrazione reggina che non vuole i mezzi pesanti nel porto storico cittadino. L’alternativa è Bolano, che allunga il viaggio di 2 miglia, cioè 12 minuti in più di navigazione, e che rappresenta un costo maggiore per gli armatori. Pino e Cacciola però guardano a questa ipotesi con fiducia.

In questo quadro si inserisce la Metroferrovia che copre la zona sud e per questo rappresenta uno degli anelli della catena di questa grande visione di mobilità basata sul sistema dell’interscambio. Sia Accorinti che gli assessori hanno comunicato all’aula che sono stati compiuti importanti passi in avanti per il rilancio del servizio di metroferrovia che, se tutto andrà come si spera, dovrebbe partire a settembre, in concomitanza con la riapertura delle scuole. A dettare tempi e modalità è però il lavoro sul Contratto di servizio tra Regione Sicilia e Ferrovie che al momento è in fase di redazione e che avrà al suo interno una corposa parte dedicata a questo servizio tutto messinese. Il progetto presentato da Messina sui tavoli regionali prevede 20 corse giornaliere con cadenza di mezz’ora nelle fasce a maggiore rilevanza pendolare, quindi dalle 6.30 alle 9 e dalle 12.30 alle 15, e di un’ora nel resto della giornata fino alle 21. Tutto però dipende dalle risorse che la Regione intenderà investire. Di certo c’è che per l’amministrazione si inserisce tutto in un’ottica progettuale di mobilità pedonale che a terra si basa su metroferrovia, tram e bus e che su mare si integra con i mezzi veloci. Tutto collegato da stazioni di interscambio che, secondo Cacciola, potranno trovare copertura finanziaria nell'ambito dei fondi Pon metro.

Ribadita anche la necessità di mantenere i treni a lunga percorrenza, soprattutto per rispondere a qualche perplessità sollevata dall’aula. E’ stato il consigliere Gino Sturniolo a tirare in ballo la battaglia del movimento #ilferribottenonsitocca e a chiedere se le proposte di quel movimento che ha portato in piazza migliaia di cittadini per rilancio e modernizzazione e la voglia di "volere tutto" appartengano alla progettualità pensata da questa amministrazione nell'area e nelle opere di mobilità. La risposta è arrivata dall’assessore Pino che ha puntualizzato che questo piano pensato dall'amministrazione per la mobilità nello Stretto non modifica la posizione di ferma contrarietà al piano di dismissione da parte delle Ferrovie dello Stato e alla rottura di carico.

Sul Porto di Tremestieri il sindaco Accorinti punta ancora sui poteri speciali, anche se in questo momento la vera urgenza sono è sul fronte dei finanziamenti e del mutuo da 35 milioni con la Banca Dexia. Il progetto redatto dalla Coedmar di Chioggia è pronto e in programma c’è una presentazione alla città che tra un paio di settimane si svolgerà nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca. Ancora nessuna certezza però sui tempi di avvio dei lavori.

Si è parlato anche della rada San Francesco che, nelle intenzioni, dovrà essere restituita alla città, ma anche della via Don Blasco che giocherà un ruolo determinante ma sulla quale non si riescono ancora a quantificare i tempi per poterne finalmente fruire.

Un confronto lungo e ricco, apprezzato per esempio dal consigliere Piero Adamo che sul porto di Tremestieri ha lanciato l’idea di valutare l’opportunità di acquisto di una draga, come fatto altri comuni per accelerare gli interventi di pulizia in caso di insabbiamenti, purtroppo ben noti a Tremestieri. Adamo ha chiesto anche quale sia il dialogo di questa amministrazione comunale con la deputazione nazionale sui temi della continuità territoriale e dei progetti presentati e ha proposto un Consiglio alla presenza della deputazione. Sulla stessa scia il capogruppo Pd Paolo David che per Tremestieri e per i progetti di mobilità ha proposto all’amministrazione di siglare un protocollo di intesa con le deputazioni regionale e nazionale.

Un intervento apprezzato anche dal consigliere Udc Franco Mondello che però ha chiesto quali siano gli atti concreti che si stanno mettendo in campo alla luce di quello che è sicuramente un progetto ambizioso di questa amministrazione, ma che affonda le sue radici negli anni passati, quando a gettare le basi sono state precedenti amministrazioni che però non sono mai andate avanti.

Per Mondello però gli 80 milioni previsti per il porto non sono sufficienti per creare una macro area dedicata ad un adeguato sistema di logistica e di salvaguardia dei litorali e chiede tempi certi.

Un po’ meno entusiasta il consigliere Gino Sturniolo, che ha definito “poco convincente” l’intervento del Sindaco per non aver chiarito quali sono le risorse a disposizione.

Giuseppe Santalco ha invece toccato diversi punti, come la contrarietà all’ipotesi Bolano per il traffico pesante, la necessità di risposte sulla via Don Blasco e la piastra logistica di Tremestieri, il no al progetto di rendere lo Stretto patrimonio dell’Unesco per i vincoli che produrrebbe, in particolare sulla rada S. Francesco, dove da tempo si immagina per esempio un porticciolo turistico.

Una discussione che è servita a fare il punto della situazione e che inevitabilmente andrà avanti nelle prossime settimane.

Francesca Stornante