Ennesima figuraccia con la Corte dei Conti. Scatta l’allarme per il previsionale 2014

Prima una lunghissima seduta della Commissione Bilancio, una “maratona” come l’ha definita il presidente Franco Mondello. Poi alle 18, con due ore di ritardo rispetto all’orario di convocazione, l’inizio del Consiglio comunale, chiamato in fretta a furia in aula per esaminare e votare le misure correttive che l’amministrazione Accorinti ha messo a punto all’ultimo momento per rispondere alla delibera n. 58 della Corte dei Conti. La lunga giornata dei consiglieri comunali dedicata alle preoccupanti questioni finanziarie del Comune si è, però, conclusa con un nulla di fatto, perché – dopo tre ore di seduta – il Consiglio ha dovuto sospendere i lavori e riaggiornarsi ad un’ora per aspettare i pareri del ragioniere generale, Antonino Cama, agli emendamenti allegati alla delibera predisposta dall’esecutivo. Al rientro in aula, intorno alle 22.15, erano presenti solo 20 consiglieri sui 21 necessari per considerare valida la seduta. Nuovo rinvio di un’ora e medesimo epilogo, seduta definitivamente sospesa e riaggiornata a 24 ore.

I LAVORI D’AULA. Come detto, al vaglio del Civico consesso la delibera esitata venerdì sera con cui la giunta Accorinti risponde punto per punto alle 14 osservazioni della Corte dei Conti, che ha bocciato il bilancio consuntivo 2102 e bloccato le spese di Palazzo zanca, tranne quelle indifferibili ed espressamente previste dalla legge.

La seduta si è aperta con una nota allarmante proveniente della Ragioneria del Comune, di cui ha voluto immediatamente dar conto ai colleghi la presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile. Il Ragioniere generale Antonino Cama ha messo nero su bianco che dal Dipartimento Tributi, diretto da Romolo Dell’Acqua, non sono ancora state inviate le previsioni di entrata e di spesa da inserire nel bilancio 2014, motivo per cui l’area economico-finanziaria si trova impossibilitata a predisporre gli atti propedeutici al bilancio entro i termini stabiliti dalla legge che prevedono l’approvazione del documento entro il 31 luglio. La nota di Cama ha acceso la presidente Emilia Barrile, che durante la seduta ha duramente puntato il dito contro l’incapacità dell’amministrazione di governare e indirizzare i dirigenti comunali.

GLI EMENDAMENTI. Nel brevissimo tempo a disposizione, la delibera della Giunta, arrivata in Commissione alle 13, è stata esaminata dai consiglieri comunali. Quattro gli emendamenti portati in aula , aventi tutti come primo firmatario Giuseppe Santalco capogruppo di Felice per Messina. Con gli emendamenti di fatto il Consiglio sottolinea la mancanza di tempo a disposizione per esaminare a fondo il provvedimento e ribadisce le “obiettive difficoltà del Consiglio Comunale di poter accertare che l’amministrazione ha dato seguito alla eliminazione delle criticità evidenziate nella delibera n. 58 della Corte dei Conti, non potendo analizzare contestualmente sia i dati del Bilancio consuntivo 2013, né i dati di entrata e uscita inseriti nel Piano di Riequilibrio decennale che l’amministrazione comunale ha costantemente richiamato nella delibera”. Considerati però “i tempi ristrettissimi in cui l’ha indotto la Giunta comunale, non può esimersi dal deliberare entro il termine massimo assegnato dalla Corte dei Conti, ai fini della relativa verifica e ciò per evitare di incorrere in ritardi e omissioni”.

Con il secondo emendamento, poi , il Consiglio aggiunge “di prendere atto solo formalmente delle controdeduzioni con le quali la Giunta comunale dimostra l’effettuazione delle azioni poste in risposta alle osservazioni evidenziate dalla Ragioneria generale della Corte dei Conti nella delibera 58 e dei documenti allegati alla delibera di Giunta in quanto gli stessi dovranno essere analizzati dal consiglio comunale solo in occasione dell’approvazione del conto consuntivo 2013 e alla presentazione del Piano di Riequilibrio decennale corredati dalla Relazione dei Revisori dei Conti”. Un ulteriore passaggio per rimarcare la mancanza di tempo a disposizione e l’impossibilità di conoscere tutti i documenti a cui si fa riferimento perché non ancora pronti o consegnati.

LA POSIZIONE DELL’AMMINISTRAZIONE. In aula naturalmente il vicesindaco e assessore al Bilancio Guido Signorino, che ha voluto sottolineare la notevole importanza della delibera esitata dall’amministrazione e che fa tesoro di numerosi approfondimenti e documenti. Signorino ha ribadito che la deliberazione della Corte dei Conti evidenzia criticità che questa Giunta e questo Consiglio hanno ereditato, poiché si riferisce al Consuntivo 2012.

GLI INTERVENTI DEI CONSIGLIERI COMUNALI. A dare filo da torcere all’ amministrazione la consigliera di Cambiamo Messina dal Basso Nina Lo Presti, che continua a rappresentare la voce critica e fuori dal coro del fronte accorintiano. “Quella che ci presenta l’amministrazione è una delibera aleatoria che posticipa le misure correttive, arrivata alle 13 dell’ultimo giorno utile e che non segna alcuna discontinuità con il passato”. La Lo Presti, con il suo secco no all’atto della sua giunta, ha contestato il provvedimento sotto tutti i punti di vista, definendola più una relazione difensiva che un atto con misure correttive.

Polemica la consigliera NCD Daniela Faranda, inizialmente unica esponente del centro destra presente in aula, poi raggiunta da Piero Adamo. La capogruppo del Nuovo Centro Destra ad un certo punto ha abbandonato l’aula, per poi tornare a tarda sera, sottolineando che le risposte fornite dall’amministrazione ai singoli punti non sono affatto esaurienti. “Non viene chiarito com’è stato effettuato lo stralcio dei residui attivi vetusti per il 2006 e 2007, si dice che sono stati rimossi alcuni parametri di deficitarietà strutturale elencati e numerati, ma senza capire con quali azioni lo si è fatto. Sui debiti fuori bilancio nulla si evince ma si rinvia ad una nota successiva, per non parlare del piano di riequilibrio in scadenza che, nonostante le numerose proroghe e gli ampi tempi concessi per la sua presentazione, non è stato ancora presentato al Consiglio”.

Il Pd si è invece dichiarato pronto a votare positivamente il provvedimento e ancora una volta per “senso di responsabilità” nei confronti della città. Lo ha detto Antonella Russo, pur spiegando che l’aula si aspettava un disegno politico ma alla fine ciò che viene chiesto al Consiglio è solo un timbro. “Siamo di fronte ad una banda di dilettanti allo sbaraglio, ma proporremo noi stessi delibera di dissesto se non cambia la musica”. Sempre dal fronte Pd il consigliere Santalco ha rilevato l’assenza di tutto il centro-destra addebitandola ad un problema politico ormai oggettivo: il ritardo con cui si arriva puntualmente a votare atti così importanti. Santalco ha puntato il dito contro la costante diatriba tra il Dipartimento Tributi e quello Finanziario, “Le Donne non può svolgere il ruolo di segretario generale, di direttore generale e anche quello di dirigente. Non vedo luce in questa amministrazione. O cambia strada o andiamo tutti a casa, Giunta e Consiglio, per il bene della città”.

Il presidente della Commissione Bilancio Mondello ha invece ricordato che sono state dedicate circa sette audizioni ad amministrazione e dirigenti per capire quali contromisure si intendeva mettere in atto. “Nessun atto è stato concordato con il Consiglio comunale, la mia non è una speculazione politica ma l’amministrazione ha avuto 60 giorni di tempo per proporre un provvedimento completo, non si può rimandare tutto al Piano di riequilibrio”.

IL RINVIO DEI LAVORI La seduta è andati avanti a lungo per impantanarsi al momento del voto degli emendamenti. Mancando i pareri del Ragioniere Cama, i consiglieri hanno chiesto garanzie, ne è scaturito un dibattito con il segretario Le Donne sulla possibilità di rinviare di 24 ore il voto, nonostante il termine per l’approvazione delle misure correttive scadesse a mezzanotte. Alla fine, il rinvio è stato di un’ora ma – come detto – al rientro in aula non c’era il numero legale. Né alle 22.15 né alle 23.40. Seduta aggiornata a 24 ore.

LA SANZIONE. I mancati adempimenti da parte dell’amministrazione nei tempi utili potrebbero portare ad una sanzione da parte della Corte dei Conti : il divieto per l’ente di sostenere spese prive di copertura. Secondo il segretario Le Donne nulla di preoccupante: “Ci mancherebbe pure che il Comune sostenesse spese che non può coprire”, ha detto per tranquillizzare i consiglieri comunali.

La sanzione in cui potrebbe incorrere il Comune potrà anche non preoccupare, ma inviare in ritardo le misure correttive non aiuterà certo il Comune di Messina a migliorare la pessima opinione che i magistrati contabili della Sezione di Controllo di Palermo hanno del nostro ente. Da anni ormai soggetto a continui ed inascoltati richiami.

Francesca Stornante- Danila La Torre