Anno nuovo, abitudini vecchie. Sul fronte dei gettoni di presenza la musica non è cambiata neanche in questo inizio 2015 e la spesa mensile per palazzo Zanca resta altissima. Nel mese di gennaio le presenze dei consiglieri comunali in aula consiliare, in commissione e nelle conferenze dei capigruppo sono costate al Comune 76.142, 08 euro, come si evince dalla determina dirigenziale n.33 del segretario/direttore generale Antonio Le Donne, firmata lo scorso 2 febbraio ma andata in pubblicazione il 3 marzo. Ogni mese le spese di “palazzo” costano tra i 76mila e i 78mila euro e a fine anno il costo è salatissimo: nel 2014 il Comune di Messina ha dovuto sborsare per i gettoni di presenza 901.261,30 euro.
Il “caso gettonopoli” in salsa messinese, di cui abbiamo già parlato nelle scorse settimane, si connota per una strana “coincidenza”: una volta dimezzato il gettone di presenza si sono magicamente raddoppiate le presenze nelle sedute consiliari e di commissione, che viaggiano ad una media di 57 al mese (che all’anno fanno 684), con una corsa frenetica dei consiglieri a raggiungere 39 sedute ciascuno. Nella precedente consiliatura, quando il gettone di presenza era ancora pari a 109 euro, i consiglieri comunali puntavano alle 22 presenze mensili.
Per effetto della sentenza della Corte Costituzionale n.219 del 2013 nonché dei dati usciti dal XV Censimento Generale della Popolazione, il gettone di presenza è, infatti, sceso da 100 a 56 euro lordi, ma è rimasto invariato il tetto massimo di funzione mensile per i consiglieri comunali, pari a 2.184,42 euro lordi, vale a dire 1/3 dell’indennità di funzione del sindaco. Con il gettone di presenza ridotto a 56 euro lordi servono 32 presenze mensili per percepire 1.792 euro (circa 850 euro netti) ed addirittura 39 sedute per portare a casa 2.184 euro (circa 1500 euro netti).
Sono molti i consiglieri comunali che ogni mese raggiungono e addirittura a volte superano quota 39 sedute, assicurandosi l’indennità massima, anche solo partecipando pochi minuti ai lavori delle adunanze o addirittura firmando in prima convocazione in una commissione che si aprirà in seconda convocazione. Lo Statuto ed il Regolamento per il Funzionamento del Consiglio Comunale stabiliscono che ai consiglieri comunali è dovuto il gettone di presenza per l’effettiva partecipazione , condizione che tuttavia non viene rigidamente definita ma è lasciata alla libera interpretazione di ciascuno, con il risultato che i 40 consiglieri comunali possono intascare il gettone di presenza anche solo presenziando un minuto, giusto il tempo di inserire il tesserino in Consiglio comunale o apporre una firma in commissione e poi andare a dedicarsi ad altro. Prassi per la verità consolidata anche ai tempi in cui un singolo gettone di presenza ammontava a 109 euro. Non esiste attualmente un modo per verificare il tempo di permanenza in aula di un consigliere, fa fede l'iniziale firma in commissione o l'inserimento del tesserino in Consiglio comunale ed ogni consigliere può decidere se restare due minuti o un'ora. Indipendipentemente da quanto parteciperà ai lavori intascherà il gettone di presenza per intero.
Con queste regole è impossibile individuare i furbetti del gettone e se è vero che c’è chi approfitta più di altri del sistema è altrettanto vero che, a rotazione, tutti i consiglieri – in questa come nelle precedenti consiliature – approfittano di un regolamento dalle maglie larghe, tropppo larghe. A Genova, dove lo scorso anno è scoppiato lo scandalo del “gettonificio”, è stata approvata la modifica del Regolamento, definendo in maniera chiara il concetto di “effettiva partecipazione” e attribuendo il gettone di presenza solo se un consigliere partecipa ai 2/3 dell’adunanza. Nel capoluogo ligure i consiglieri sono adesso obbligati a firmare quando entrano e quando escono.
IL REPORT DI GENNAIO
Allegato alla determina firmata da Le Donne c’è l’elenco dei consiglieri comunali, ai cui nomi vengono affiancati il numero delle presenze mensili ed i rispettivi compensi. C’è addirittura chi supera le 39 sedute, ma il totale erogato ai singoli consiglieri comunali non può essere superiore alla cifra corrispondente ad 1/3 dell’indennità di funzione del sindaco e così dopo la trentanovesima seduta non scatta più il gettone di presenza. Questi i dati relativi al mese di gennaio, consigliere per consigliere:
Carlo Abbate: 39 presenze 2.184,22 euro lordi;
Piero Adamo: 28 presenze e 1,569,12 euro lordi
Pio Amadeo: 42 presenze e 2.184,42 euro lordi
Elvira Amata: 39 presenze e 2.184,42 euro lordi
Angelo Burrascano: 40 presenze e 2.184,42 euro lordi
Carlo Cantali: 40 presenze e 2.184,42 euro lordi
Claudio Cardile: 40 presenze e 2.184,42 euro lordi
Nino Carreri: 27 presenze e 1.513,08 euro lordi
Andrea Consolo: 17 presenze 952,68 euro lordi
Simona Contestabile: 33 presenze 1.849, 32 euro lordi
Giovanna Crifò: 35 presenze e 1.961,40 euro lordi
Nicola Crisafi: 42 presenze e 2.184,42 euro lordi
Nicola Cucinotta: 43 presenze e 2.184,42 euro lordi
Paolo David: 39 presenze e 2.184,42 euro lordi
Carmelina David: 37 presenze e 2073,48 euro lordi
Pippo De Leo: 39 presenze e 2.184,42 euro lordi
Daniela Faranda: 44 presenze e 2.184,42 euro lordi
Lucy Fenech: 39 presenze e 2.184,42 euro lordi
Libero Gioveni: 40 presenze e 2.184,42 euro lordi
Pietro Iannello: 36 presenze 2.017,44 euro lordi
Nino Interdonato: 51 presenze e 2.184,42 euro lordi
Rita La Paglia: 20 presenze 1.120,80 euro lordi
Nina Lo Presti: 35 presenze e 1.961,40 euro lordi
Franco Mondello: 40 presenze e 2.184,42 euro lordi
Francesco Pagano: 40 presenze e 2.184,42 euro lordi
Pierluigi Parisi: 30 presenze 1.681,20 euro lordi
Mariella Perrone: 40 presenze e 2.184,42 euro lordi
Ivana Risitano: 22 presenze e 1.232,88 euro lordi
Mario Rizzo: 34 presenze e 1. 905,36 euro lordi
Antonella Russo: 27 presenze e 1.513,08 euro lordi
Giuseppe Santalco: 40 presenze 2.184,42 euro lordi
Nora Scuderi: 39 presenze e 2.184,42 euro lordi
Donatella Sindoni: 22 presenze e 1.232,88 euro lordi
Santi Sorrenti: 25 presenze e 1.401,00 euro lordi
Fabrizio Sottile: 39 presenze e 2.184,42 euro lordi
Gino Sturniolo: 36 presenze e 2.017,44 euro lordi
Pippo Trischitta: 39 presenze e 2.184,42 euro lordi
Benedetto Vaccarino: 41 presenze e 2.184,42 euro lordi
Daniele Zuccarello: 37 presenze e 2073,48 euro lordi
La presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile, non percepisce i gettoni di presenza ma – esattamente come gli assessori della giunta – una indennità fissata nella misura del 65% rispetto a quella percepita dal sindaco, per un totale mensile di 4.733,78 euro lordi.
IL CASO SIRACUSA
Dopo Agrigento, “gettonopoli” scoppia anche a Siracusa. A scoperchiare il pentolone è ancora una volta il M5S, che attraverso una sfilza di richiesta di accessi agli atti presentata dal deputato regionale Stefano Zito, con il supporto del gruppo di attivisti siracusano svela numeri da capogiro sui gettoni delle commissioni consiliari aretusee: «1201 nel solo 2014 , che assieme alle 56 riunioni di consiglio, sono costate alla collettività 720 mila euro, cifra che lievita fino a 955 mila euro, se si aggiungono le sedute da settembre a dicembre 2013».
Gli attivisti del movimento di Beppe Grillo sottolineano «che si tratta di numeri più alti perfino del Comune di Agrigento, dove lo scandalo ha portato alla dimissione in massa dei consiglieri».
I grillini di Siracusa spiegano inoltre che «i consiglieri hanno totalizzato quasi tutti presenze (tra consiglio e commissioni) per arrivare a conseguire la cifra massima rimborsabile (1.694.05 euro), pari al 30% dell'indennità massima prevista per il sindaco».
Nel mirino dei deputati e degli attivisti Cinque Stelle è finita soprattutto la delibera 109 del 2013, che ha fatto lievitare le spese delle commissioni del 16 per cento, estendendo il gettone di presenza anche ai capigruppo o delegati che partecipano alle commissioni. Una delibera sostanzialmente bocciata dalla Regione, che ha messo nero su bianco che i capigruppo che partecipano alle sedute delle commissioni, senza esserne componenti, “non maturano il diritto alla percezione del gettone di presenza”.
La delibera 109, pietra dello scandalo, è costata al Comune di Siracusa e, dunque, ai contribuenti 152 mila euro in più. «Auspichiamo – dice Zito – che queste somme vengano restituite. Altrimenti, giocoforza, saremo costretti a presentare un esposto alla Corte dei conti».
Il gruppo parlamentare del Movimento fa spere che «sul fronte gettonopoli tiene alta la guardia in tutta l'Isola». Da tempo sono infatti partite le richieste di accesso agli atti per tutti i comuni siciliani, ma all’appello mancano ancora i Comuni di Palermo, Catania e Messina». Anche Palazzo Zanca fa orecchie da mercante alle richieste dei Cinque stelle.
IL CASO MESSINA
Nel frattempo al Comune di Messina continua il boom di adunanze per permettere ai 40 consiglieri comunali di intascare il massimo previsto dalla legge. Come abbiamo visto, solo per i gettoni di presenza, il costo a carico dell’ente supera i 900mila euro, a cui vanno aggiunte le indennità di sindaco ed assessori e gli oneri riflessi. Costi su costi che appesantiscono i bilanci comunali.
Né al Consiglio comunale né alla giunta Accorinti, che ha tradito il primo punto del suo programma elettorale, è sino ad oggi balenata l’idea di tagliarsi gli stipendi o devolvere una parte dei propri guadagni a scopi benefici, come hanno fatto i comuni di Scaletta Zanclea e Rometta. La provincia dimostra di essere molto più avanti e politicamente più sensibile della città. Almeno della città di Messina, dove chi amministra – la giunta con in testa il sindaco Renato Accorinti – lo fa spesso per slogan che fanno a pugni con la realtà e chi dovrebbe controllare ed indirizzare – il consiglio comunale – gioca col pallottoliere.
Danila La Torre