Il Pd: presenteremo la mozione di sfiducia nei confronti di Accorinti. Ma con quali numeri?

Fuori e dentro Palazzo Zanca c’è chi si dice pronto a sfiduciare il sindaco Renato Accorinti e la sua giunta. Se la neo costituita associazione “DecideMessina – che mette insieme Movimento Democrazia Disabile, Partito Comunista d’Italia , Sindacato Asia Usb Messina, Italia dei Valori Messina e i Verdi Messina- ha annunciato che avvierà una raccolta firme per chiedere le dimissioni del primi cittadino; il Pd ha promesso che a luglio si farà promotore della mozione di sfiducia, che già altri gruppi in consiglio si sono “impegnati” a presentare. In primis, il gruppo dei dr, capitanati in Aula dalla consigliera Elvira Amata.

La norma prevede che venga stilato un documento adeguatamente motivato sulle ragioni della sfiducia, nel quale devono essere apposte le firme dei 2/5 dei consiglieri, e per avere effetti concreti deve ottenere il via libera dai 2/3 dell’Aula. Tradotto in numeri “semplici” significa che per mandare a casa Accoriti servono 16 firme in calce al documento motivato e 26 voti favorevoli al momento della votazione decisiva.

Considerato che con la sfiducia al sindaco decadrebbe non solo la giunta ma anche il Consiglio comunale non sembra azzardato parlare di fantascienza.

Tuttavia, in occasione della conferenza stampa che ha avuto come filo conduttore la mancata attuazione da parte dell'amministrazione comunale dei principi di legalità e trasparenza (vedi articolo a parte), il coordinatore dei gruppi consiliari del Partito Democratico, Felice Calabrò, ha affermato: «Noi siamo 13, per presentare la sfiducia basterebbero altre 3 firme». Tre firme in realtà possono essere poche ma anche tantissime, come sa bene l’ex candidato sindaco del centro-sinistra, che durante la precedente amministrazione presentò il documento di sfiducia nei confronti dell’allora sindaco Giuseppe Buzzanca, ma raccolse solo 14 firme, quattro in meno di quelle necessarie (il Consiglio era composto da 45 consiglieri comunali, oggi da 40).

In ogni caso, la previsione di Calabrò risulta ottimistica anche rispetto alla sua area di appartenenza, allorquando lascia intendere che il Pd ed i gruppi collegati farebbero quadrato sulla scelta di sfiduciare il sindaco Accorinti. In pratica, dovrebbero fare quello che non sono riusciti a fare in questi 18 mesi: squadra. Non c’è atto, proposta, decisione su cui i 13 consiglieri comunali del Pd abbiano seguito una linea unica. L’unità di facciata che i democratici (peraltro solo l'area Dem)propongono nelle conferenze stampa convocate più o meno con cadenza trimestrale cozza con quanto avviene da un anno e mezzo in aula, in cui sono tutti battitori liberi ed il Pd sembra non esistere, facendo fare la parte dei leoni a tutti gli altri partiti, che pure non hanno i loro numeri.

In quel di Palazzo Zanca l’acronimo Pd potrebbe tranquillamente significare partito debole o diviso. Tra l’altro, a proposito della mozione di sfiducia, il renziano Alessandro Russo fa notare che durante l’ultimo coordinamento del partito democratico questa ipotesi è stata totalmente scartata, convenendo sul fatto che, in questo momento, il Pd deve puntare ad una conferenza programmatica, per mettere sul piatto proposte concrete nei vari settori e soluzioni ai problemi, affinché venga creata una valida alternativa a questa amministrazione.

Tralasciando le oggettive difficoltà del partito democratico, alle prese con una evidente crisi di identità- dalla quale sembra non riuscire ad uscire – e spostandoci dal Consiglio comunale alla Giunta, resta ancora un mistero il nome del successore di Filippo Cucinotta, dimessosi ormai un mese fa.

Con una telefonata fatta venerdì sera al portavoce del Movimento Cambiamo Mesina dal Basso Federico Alagna, il sindaco ha comunicato che sarebbe saltato l‘incontro del giorno dopo al Forte S. Iachiddu , nel corso del quale si sarebbe dovuto conoscere ufficialmente il nome del nuovo assessore, chiamato a a prendere il posto mai occupato da Elio Conti Nibali, su cui era ricaduta la prima scelta del sindaco. Impegni di alcun assessori hanno costretto il primo cittadino ad annullare l’evento. «Non abbiamo ancora deciso una nuova data, potremmo incontrarci a metà o alla fine della prossima settimana», ha spiegato telefonicamente Alagna, il quale – a proposito della nomina del nuovo assessore ha commentato: «Non è escluso che il nome venga ufficializzato dal sindaco prima del nostro incontro». Il coordinatore di Cambiamo Messina dal basso nega che siano stati fatti nomi negli incontri dei giorni scorsi ma la verità è che stavolta si è deciso di mantenere il massimo riserbo, per non lasciare trapelare nulla.

Prima o poi il nome dell'ottavo assessore della Giunta Accorinti uscirà dal cilindro. La città attende ansiosa.

Danila La Torre