Ritardo, assenze, polemiche. L’aula non riesce a votare neanche il sostegno al Birrificio Messina

Anche un semplice ordine del giorno, nato con l’obiettivo di dare un segnale più che altro simbolico, riesce a far impantanare l’aula e a far chiudere una seduta con un clamoroso nulla di fatto. L’ordine del giorno in questione era quello proposto dalla consigliera di Cambiamo Messina dal Basso Lucy Fenech per offrire sostegno ai lavoratori del Birrificio Messina, un modo per rispondere compatti all’appello lanciato dal gruppo che in questi mesi ha chiesto più volte alla città tutta di esserci, di sposare questa avventura imprenditoriale e di credere nel sogno di una nuova birra tutta messinese. Votando questo atto il consiglio comunale avrebbe potuto esprimere innanzitutto la propria solidarietà e un grande plauso ai 16 ex lavoratori Triscele, oggi membri del nuovo gruppo Birrificio Messina, e contribuire all’avvio di questa grande impresa con il gesto simbolico di devolvere a tale scopo un gettone di presenza ed a attuare tutte le possibili iniziative al fine promuovere il Birrificio Messina simbolo di una storia di riscatto della nostra città. Prima della seduta di oggi erano stati tanti i consiglieri che avevano condiviso l’iniziativa, una trentina circa (su 40 totali) quelli che avevano già sottoscritto l’ordine del giorno.

In aula però, nonostante un numero bassissimo di presenze, anche il sostegno al Birrificio Messina è diventato terreno di dibattito e divergenze di vedute, anche da parte di chi, come Pippo Trischitta e Pierluigi Parisi, in prima battuta avevano firmato l’ordine del giorno. Per gli esponenti di Forza Italia iniziative di questo tipo potrebbero aprire maglie pericolose e creare un precedente poiché si tratta di iniziativa privata e imprenditoriale, su posizione diversa ma sempre contraria anche Nino Carreri dei Dr che ha considerato l’iniziativa quasi come una inutile ostentazione di una solidarietà che ognuno potrebbe manifestare in forma privata e a proprio modo. Insomma, un dibattito generale basato sul senso e sul significato di esprimere o meno un aiuto istituzionale, ma al momento del voto in aula erano 14, tutto rinviato a domani alle 12.30 per mancanza del numero legale.

Che la seduta di oggi non fosse nata sotto una buona stella lo si era capito fin dall’inizio. Era fissata alle 12, è iniziata alle 14.30, nel mezzo un’infinita riunione dei capigruppo servita solo a fare il riassunto delle puntate precedenti a chi nei giorni scorsi si fosse perso le novità sul bilancio consuntivo 2013. Ovviamente in aula di bilancio non si è parlato neanche per un attimo perché i problemi seri a quanto pare è meglio lasciarli fuori dalla porta. Certo, se anche un semplice ordine del giorno come quello di oggi riesce a far discutere i pochi consiglieri presenti per più di un’ora non si sa cosa potrà accadere quando davvero il consuntivo approderà in Consiglio. Ad oggi nessuno però ne sa nulla. E un’altra seduta è andata a vuoto, nonostante siano ancora numerose le proposte di delibera e gli ordini del giorno da discutere che si trascinano da mesi.

Francesca Stornante