Secondo palazzo di giustizia, tracciato il percorso. Salta il dibattito sul pluriennale

Doveva essere il giorno dedicato al dibattito in Aula sul Piano di riequilibrio pluriennale 2013-2020 e, invece, in Consiglio comunale si è discusso ancora di secondo Palazzo di giustizia. La cui realizzazione, almeno per il momento, non sarà assegnata al Gruppo Gmc, in virtù degli emendamenti votati ieri (vedi correlato) ed allegati alla delibera presentata dal commissario straordinario Luigi Croce, a cui oggi è stato dato via libera. Sulla scorta delle sentenza del Cga, che ha evidenziato numerose illegittimità in merito alla procedura, il Consiglio ( o meglio i pochi consiglieri presenti) ha infatti deciso di non ratificare l’esito della gara risalente al 2009 e di dare mandato al reggente di palazzo Zanca di nominare un nuovo Rup ed una nuova commissione giudicatrice, con il compito di riesaminare le offerte presentate 4 anni fa.

I LAVORI D’AULA. Dopo la lunga seduta di ieri, tutti si erano illusi che oggi si sarebbe proceduti spediti all’approvazione della proposta di delibera firmata dal commissario, ma così non è stato. La discussione non solo è ripresa da dove si era interrotta il giorno prima, cioè dagli emendamenti , ma si è arenata sugli stessi per le obiezioni ed i dubbi “postumi” sollevati dai consiglieri del Pd Paolo Saglimbeni e Paolo David, non tanto sul merito delle modifiche apportate all’atto del commissario attraverso l’approvazione di quegli emendamenti ,ma sulla mancata condivisione da parte degli autori con il resto dei colleghi.

Lo strappo all’interno del Pd, anche Vaccarino e Cucinotta hanno preso le distanze dagli emendamenti approvati, ha rischiato di mandare in frantumi il lavoro svolto in prima persona anche dal coordinatore dei gruppi consiliari del partito democratico, Felice Calabrò, ma alla fine , alle 15,40 del pomeriggio (la seduta era iniziata alle 12), la delibera è stata votata dai 21 consiglieri comunali presenti. Hanno votato favorevolmente in 16: Culletta, Messina, Melazzo, Ruello dell’Udc; Trischitta e Pergolizzi del Fli; Magazzù e Capurro del Pdl; Chiarella; Spicuzza; Capillo, Gennaro, Calabrò, Barrile e Barobe del Pd, il presidente Pippo Previti; e si sono astenuti in 5, di cui 4 del Pd, David, Saglimbeni Vaccarino e Cucinotta; e il vice-presidente Burrascano . Bocciato l’ordine del giorno proposto dal presidente Previti con cui «si impegna il commissario straordinario, nel caso in cui dal riesame delle offerte, nessuna ditta risultasse in regola con i requisiti richiesti, a porre in essere tutte le iniziative di sua competenza affinché si acceleri e concretizzi l’iter procedimentale già avviato per la costruzione del palazzo di giustizia nell’area attigua a Palazzo Piacentini, nonché ad effettuare le opportune revoche».

IL PIANO PLURIENNALE Chiuso il capitolo del palagiustizia satellite, i capigruppo hanno deciso di aggiornare il Consiglio comunale a lunedì mattina, alle 10.30, facendo così slittare il dibattito sul piano pluriennale , che è stato incardinato ma sarà esaminato solo lunedì11 febbraio, ultimo giorno utile per l’approvazione prima di essere trasmesso al Ministero dell’Interno. Di questo rinvio non sono per nulla contenti i dirigenti dell’area economico-finanziaria di Palazzo Zanca, Ferdinando Coglitore e Giovanni Dio Leo, che avrebbero preferito non ridursi all’ultimo momento e che oggi sono rimasti per tutto il tempo in Aula, aspettando, inutilmente, che si aprisse il capitolo “pluriennale”. Accanto a loro c’erano anche i revisori dei conti, Dario Zaccone, Domenico Maesano e Giancarlo Panzera, che in mattinata avevano depositato agli atti del Consiglio il proprio parere.

IL PARERE DEI REVISORI Parere che, come si legge nella parte conclusiva del loro documento, è «favorevole» .

«La proposta di delibera, corredata del piano pluriennale 2013-2022 – scrivono Zaccone, Maesano e Panzera – rappresenta un documento programmatico coerente nella quantificazione dei valori… Tuttavia – continuano i tre tecnici– occorre rilevare che le procedure di risanamento avviate potranno produrre gli effetti previsti solo attraverso puntuale e concreto perfezionamento nelle fasi via via previste che si dovranno concretizzare anche attraverso l’approvazione dei necessari atti deliberativi di competenza del Consiglio comunale».

Il Collegio evidenzia inoltre che «dal Piano emerge, per l’anno 2013, un disavanzo fra le risorse e gli impieghi di euro 1.093.830,10, che dovrà verosimilmente trovare copertura in sede di redazione del relativo bilancio di previsione. A partire dall’anno 2014, invece, il risultato atteso di bilancio è costantemente positivo, determinando alla fine del periodo considerato , un avanzo stimato complessivo pari a euro 46.075.130,16, che può rappresentare un sufficiente margine di copertura di eventuali discordanze peggiorative che dovessero emergere rispetto alle previsioni.

«Considerato che le misure previste nel Piano di riequilibrio pluriennale 2013-2020, così come rappresentate, consentono di far fronte agli impegni previsti per l’eliminazione dei fattori di squilibrio rilevati il parere è favorevole».

ALCUNI NUMERI DEL PLURIENNALE Il piano prevede complessivamente risorse da realizzarsi attraverso misure correttive, nell'arco temporale di un decennio, per euro 438.509.611,25, a fronte di impieghi per euro 392.434.481,09 determinando un risultato di bilancio atteso di euro 46.075.130,16. Le risorse previste dal piano prevedono maggiori entrate tributarie quali l'incremento dell'aliquota IMU e l'introduzione della Tares. L'Imu applicata nel 2012 ha determinato maggiori entrate per oltre 5 milioni di euro rispetto alla previsione sottostimata; nel piano è stata prevista una maggiore entrata di 21 milioni 330 mila 040,00 euro, da realizzarsi nei primi 5 anni. La regolamentazione della Tares determinerà una maggiore entrata nel decennio di euro 94.800.000,00, se si considera la totale copertura dei costi del servizio di igiene ambientale, incrementati di circa il 29% a copertura degli altri servizi garantiti dall'Ente. Per i servizi pubblici a domanda individuale è stata prevista una maggiore entrata di euro 35.605.000,00, applicando il tasso di copertura dei servizi nella misura del 36%.

Per la riduzione del costo del personale è stata invece prevista una minore spesa da realizzarsi nel decennio, di 25.584.917,25 euro, a fronte di 732 dipendenti che saranno collocati a riposo per vecchiaia; mentre il turn over verrà assicurato con le economie che si realizzeranno per i collocamenti a riposo per anzianità. Sono stati previsti inoltre minori costi per fitti passivi per euro 1.150.000,00; la riduzione di costi dei servizi del 10 per cento (misure obbligatorie per legge) per euro 58.430.000,00; minori spese per ammortamento mutui che cesseranno nel decennio per euro 12.709.654,00; l'alienazione di immobili, oltre alla dismissione della Caserma dei Vigili del Fuoco, per la quale si è in attesa dell'atto autorizzatorio finale da parte del Ministero dell'Interno, su disposizione del commissario Croce, dovrà essere elaborato un nuovo piano di dismissioni peraltro previsto dalla normativa concernente l'accesso al fondo di rotazione.

L'ultima misura riguarda il contratto di servizio con l'Amam S.p.A., che dovrà versare al Comune un canone annuo di 15 milioni di euro per la concessione in uso delle reti, degli impianti e di altre dotazioni patrimoniali strumentali alla gestione del servizio idrico integrato. Solo per il 2013 è stato considerato l'importo di 10 milioni di euro, in quanto si ritiene che il contratto possa avere decorrenza dal 1° maggio 2013. Per quanto riguarda invece gli impieghi sono stati previsti un fondo svalutazione crediti a fronte dei residui più vecchi che vengono mantenuti in bilancio di euro 53.453.000,00; minori trasferimenti erariali per euro 68.981.552,00; debiti fuori bilancio per euro 74.854.712,00; debiti fuori bilancio da partecipate per euro 3.467.664,00; debiti fuori bilancio nei confronti della Regione per l'ATO di euro 29.677.553,09; debiti fuori bilancio potenziali: nei confronti dell'Atm sono stati previsti accantonamenti da determinare a seguito della procedura di liquidazione per euro 40.000.000,00; generici accantonamenti, sempre per debiti potenziali, per l'ammontare nel decennio di euro 120.000.000,00. (Danila La Torre)