Politica

Consiglio, De Luca attacca la Lega e i “traditori”. Poi annuncia: “Io e De Leo non ci dimettiamo”

MESSINA – Cateno De Luca parla di “scempio politico” e dà appuntamento a domani, a suo dire con serenità, per l’elezione del prossimo presidente del Consiglio comunale di Messina. L’ex sindaco in una lunga diretta di oltre 40 minuti se la prende soprattutto con 5 consiglieri: Amalia Centofanti e Giuseppe Villari di Prima l’Italia, a cui aggiunge anche Mirko Cantello, già fuoriuscito da tempo, e Giulia Restuccia ed Emilia Rotondo. Entrambe, Restuccia e Rotondo, in liste collegate a Basile ma indicate da lui stesso come i due voti mancanti alla maggioranza, oggi, per far eleggere il già vice vicario Nello Pergolizzi.

L’excursus di De Luca

E per attaccare tutti, l’ex sindaco di Messina, attualmente consigliere comunale e deputato regionale, parte dalle elezioni di un anno fa: “In quel contesto si è collegata a noi Prima l’Italia, come fatto cittadino, locale, non come operazione politica. Tant’è vero che la giunta espressa dal sindaco Basile è stata monocolore di Sicilia Vera e Sud chiama Nord. Tale era e tale è rimasta. Proprio a suggellare che l’operazione aveva solo una rilevanza locale. Ho incontrato in quella circostanza, per ben due volte, l’oggi ministro Matteo Salvini. A lui ho solo garantito che l’operazione locale avrebbe comunque conseguito il risultato politico, che era quello del superamento dello sbarramento del 5 per cento. Nella lista Prima l’Italia, lo sanno tutti, io ho inserito dei candidati per mantenere questo impegno. Ma non era assolutamente un’operazione politica. Abbiamo chiuso l’accordo con Nino Germanà siglando un patto: ho detto chiaramente a Salvini che la mia apertura era riferita a Nino Germanà e basta. E quindi non era un’apertura politica che poteva portare a ragionamenti per le elezioni regionali allora fissate per novembre 2022. Io già ero candidato alla presidenza della Regione, in modo autonomo”.

De Luca: “Senza di noi non avrebbero raggiunto il 5 per cento”

E De Luca poi passa all’attacco: “Si chiude questo accordo, si va alle elezioni e io inserisco dei candidati. E Prima l’Italia supera lo sbarramento per 400 voti, prende il 5,4 per cento. All’interno di questa lista candido anche chi viene eletto per primo, cioè Mirko Cantello. L’ho inserito io nella Lega, così come ho inserito in quella lista Lino Cucè. Perché ho fatto questi nomi? Perché prendendo già i voti di questi due candidati si vede chiaramente che la Lega a Messina, senza questo mio impegno, non avrebbe eletto nessun consigliere. Quindi Prima l’Italia esiste nel Consiglio comunale in virtù di questo patto e della mia correttezza. Senza i nostri candidati non avrebbero mai raggiunto il 5 per cento”.

“Perché lo ricordo? – spiega poi De Luca – Perché oggi, in base a quelle che sono le risultanze di queste elezioni, ci ritroviamo con due consiglieri comunali di Prima l’Italia, che ancora formalmente fanno parte della maggioranza, e che avrebbero almeno dovuto avere la decenza di dire prima che non fanno più parte della maggioranza, o il bon ton di ringraziarmi perché se sono consiglieri comunali lo sono grazie a candidati inseriti da noi nella lista”.

Il caos di oggi: “Un tradimento certificato”

E così arriva a oggi, analizzando i rapporti che si sono rideterminati in aula: “I messinesi si chiedono cosa sia cambiato nei rapporti con la Lega. Cosa può determinare un tradimento politico? Tradimento che oggi è certificato, perché fino alla votazione di oggi nessuno avrebbe mai potuto permettersi di dire che la Lega è formata da traditori. Oggi lo possiamo dire perché, rispetto a una compagine di cui ancora fanno parte, hanno tradito, nel segreto dell’urna. Oggi prendiamo atto che la Lega non fa parte della maggioranza. E vi dico perché – prosegue De Luca -. Il buon Germanà è stato pressato da Matteo Salvini. Perché la mia presa di posizione nei confronti di chi gioca con le costruzioni Lego sulla questione Ponte non è stata digerita da Salvini. Quindi è scattata la vendetta. Noi gli impegni li abbiamo mantenuti tutti perché siamo persone serie. Oggi si parla solo di ripicca, una vendetta politica”.

“Il candidato sarà ancora Pergolizzi”

Ma l’ex sindaco continua: “Il nostro candidato era, è e sarà Nello Pergolizzi. Su 32 consiglieri presenti, oggi abbiamo avuto l’onore di avere anche il candidato a sindaco del centrodestra sonoramente sconfitto Maurizio Croce. Noi prendiamo 15 voti. Sono venuti meno i 2 della Lega che fino alle 11 erano nella maggioranza. Dopo di che vengono meno altri 2 voti di altri due consiglieri ancora nei gruppi delle liste di maggioranza. Le due consigliere in questione potevano anche dirlo prima, per bon ton. Questa maggioranza che formalmente ha 19 voti ne ha persi 4, 2 della Lega e 2 che sono le consigliere Emilia Rotondo e Giulia Restuccia. Cosa succede in questi giorni? Da due o tre settimane ci è stato chiesto di dare un assessorato a un certo contesto (De Luca lo definisce così senza specificare l’area di riferimento e la persona, n.d.r). E noi abbiamo detto no. Questo contesto ci ha avvisato che se non cedevamo a questa richiesta avremmo perso la maggioranza in Consiglio comunale. Ma noi di fronte ai ricatti non ci siamo mai spaventati. Se si parla di politica ognuno fa la sua parte. Al Pd o a Fratelli d’Italia non rimprovero niente, o ad Ora Sicilia. Loro sono all’opposizione e si giocano la loro partita”.

De Luca contro tutti

De Luca poi cita Cosimo Oteri, Rosaria D’Arrigo e nuovamente Mirko Cantello, cioè i tre che hanno salutato le rispettive compagini vicine a Basile per passare al gruppo misto (e il primo a Forza Italia). Poi torna alla votazione: “15 voti per Pergolizzi, il candidato dell’opposizione ne prende 14, un voto è nullo e il Pd coerentemente vota la sua candidata, la consigliera Russo. Questo è il quadro di oggi. Ma non capiamo perché poi è stato tolto il tesserino. Vogliono cuocerci altre 24 ore? Ritengo sia inaccettabile che il consigliere utilizzi il proprio ruolo per ricattare la maggioranza e prema per far diventare il fratello assessore. Credo sia immorale cercare di consumare una vendetta perché qualche congiunto non è stato accontentato con ruoli importanti in questo palazzo. E credo che sia immorale che Prima l’Italia, per una questione politica che non ha a che fare con la città, consumi la vendetta contro De Luca e Messina”.

“Io e De Leo non ci dimettiamo”

“La linea è ben chiara – chiude De Luca – e queste 24 ore non vi serviranno a nulla. Se dovete consumare il misfatto fatelo. Dovete mettervi d’accordo voi: Pd, Fratelli d’Italia, Ora Sicilia, Forza Italia e quel che c’è del gruppo misto. Come vedete è tutto l’arco costituzionale per eleggere il presidente del Consiglio comunale contro la città, che ha espresso in modo chiaro un orientamento”. Negli ultimi minuti un passaggio cruciale: “Hanno fatto cadere il numero legale perché pensano che io debba dimettermi dal Consiglio insieme a De Leo, ma non è così: non ci dimettiamo. Sia io che lui non dobbiamo dimetterci da consiglieri per firmare la nostra candidatura a Taormina”.