Anche il professor Bramanti tra gli "scienziati schedati" dal ministro Grillo

Anche il professor Bramanti tra gli “scienziati schedati” dal ministro Grillo

Anche il professor Bramanti tra gli “scienziati schedati” dal ministro Grillo

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martedì 08 Gennaio 2019 - 11:25
Consiglio superiore sanità

Tra gli scienziati del Consiglio superiore della sanità “schedati” dal ministro Giulia Grillo c’è pure il messinese Dino Bramanti, direttore scientifico dell’Irccs-Piemonte.

Non si placa la bufera sul dossier del ministro alla sanità che dopo aver azzerato il Consiglio superiore della sanità (del quale il professor Bramanti faceva parte da 5 anni essendo stato riconfermato nel 2017 dall’allora ministro Lorenzin), ha predisposto una sorta di “schedatura” per gli scienziati dell’organo consultivo del governo.

Accanto ai nomi “sospetti” figura quindi un’indicazione di quella che dovrebbe essere l’indicazione politica, sorvolando però sul fatto che ognuno di quei nomi ha curriculum di livello internazionale.

Tra i nomi schedati c’è anche Bramanti ma l’appunto non è stato aggiornato. Stando al documento infatti il direttore scientifico dell’Irccs-Piemonte (e negli anni precedenti della Fondazione neurolesi Bonino Pulejo) ha un’ombra, quella di “essersi candidato alle amministrative di giugno 2018 a Messina, inizialmente presentandosi come indipendente a-partitico ma poi rivelato l’appoggio pieno del centro destra”. E si allega un articolo di Tempostretto.

Insomma la candidatura a sindaco nella coalizione rivale del M5S viene vista come prova di un ruolo che stando al ministro il professore non può più ricoprire. Il documento non è però aggiornato, dal momento che dallo scorso luglio Dino Bramanti, eletto consigliere comunale in qualità di candidato sindaco sconfitto al ballottaggio, è uno dei pionieri della Lega a Messina dove peraltro è stato costituito il primo gruppo consiliare del Carroccio di una città metropolitana siciliana.

Nel Consiglio superiore della sanità peraltro il professore Bramanti è entrato quando ancora l’idea di dedicarsi alla politica era lontanissima.

Nel frattempo è bufera sulla schedatura, tanto che la ministra Grillo ha spiegato: "Quel testo non è un dossier, ma costituisce un appunto del tutto informale che ho chiesto in chat ai miei colleghi parlamentari dopo aver sciolto la commissione. Perché l'ho fatto? Perché a seguito dello scioglimento del Consiglio superiore da più parti, in primis dalle dichiarazioni della ex presidente Siliquini, si chiedeva di agire separando la politica dalla scienza. Semplicemente nel corso di normali interlocuzioni, ho chiesto ai colleghi se avevano notizie di attività politica da parte degli ormai ex membri. Non ho mai avviato dossieraggi (e mai lo farò). Mi interessava semplicemente capire in vista di nuove nomine qualche nota di rilievo pubblica di cui non ero a conoscenza. Ho dichiarato che alcuni ex componenti avrebbero potuto essere rinominati, mi interessava avere qualche informazione”.

Il Pd valuta l’ipotesi di una mozione di sfiducia ma anche in casa 5Stelle non sono mancati i malumori. La senatrice Elena Fattori, membro della Commissione Sanità, ha dichiarato: "Non esiste Paese al mondo dove uno scienziato venga valutato per le sue opinioni politiche. In Italia se non sei affiliato a qualcuno difficilmente riesci a fare carriera in un ente pubblico. La soluzione, però, non è "ora epuriamo quelli della vecchia politica e facciamone entrare dei nuovi a noi fedeli". La soluzione è molto semplice: valutiamo le competenze e prendiamo i migliori. Nella scienza è più semplice perché esistono indici di qualità usati in tutto il mondo. Schedare per il passato politico non l'ho visto da nessuna parte e riesco solo a immaginare conseguenze nefaste".

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