L’assessore regionale Pizzo: “Pronti due giorni di attività ispettive al Cas”

Sarà una due giorni di attività ispettive, con un gruppo di lavoro composto da tecnici che si occuperanno dei diversi settori per acquisire nuova documentazione e fare chiarezza su eventuali punti finora rimasti senza risposte. I riflettori della Regione restano quindi puntati sul Consorzio autostrade finito al centro d’inchieste e polemiche anche in vista di una riorganizzazione strutturale di un Ente trasformatosi con gli anni in una macchina trita-risorse (vedi articoli allegati). L’assessore regionale alle Infrastrutture e trasporti Giovanni Pizzo, che già nei mesi scorsi ha effettuato due visite ispettive, ha annunciato al Cas un ritorno in sede per 48 ore di controlli dagli uffici tecnici a quelli che gestiscono le risorse fino a quello legale, tutto finirà nella lente d’ingrandimento “degli uomini del Dipartimento regionale”. Troppe polemiche, troppe ombre ma soprattutto troppa confusione in una sede dove poco o nulla viene archiviato, non esiste un Albo di fornitori né un Albo legale e sul piano organizzativo mancano i raccordi di modo che ogni ufficio fa da sé.

“Non si tratta chiaramente di un blitz, io ho regolarmente avvisato il Cas della nostra nuova visita ispettiva, che stavolta durerà due giorni perché ci sono molti aspetti da verificare- spiega l’assessore regionale Pizzo- Abbiamo il massimo rispetto per chi opera al Consorzio. Ho programmato quindi questa “due giorni” durante la quale saranno con me anche diversi dirigenti del Dipartimento. Ci sarà il capo di gabinetto che conosce bene le dinamiche del Cas dal momento che le ha seguite finora con molta attenzione. Ci sarà anche il dirigente del servizio tecnico, sarà una squadra formata da 4, 5 persone per occuparsi delle diverse competenze. Da un lato infatti dovremo fare un’ispezione di tipo tecnico, dall’altro ci sarà chi si occuperà della parte amministrativa, economica e legale. Queste ultime acquisizioni le trasmetteremo poi all’assessore all’economia che per competenza valuterà il da farsi. Ovviamente tutto sarà relazionato anche al presidente Crocetta. Al di là degli aspetti legati all’inchiesta e agli arresti un dato è emerso molto chiaramente, il Cas è stato, in un certo senso “abbandonato a se stesso dalla Regione”, nel senso che alla fine non c’era alcuna forma di raccordo o controllo”.

Un modo “elegante” e politico per dire che, probabilmente, una Regione troppo lontana ha fatto sì che il Consorzio si muovesse in totale autonomia. Gli arresti che hanno spinto il governatore a precipitarsi a Messina ed in Procura sono stati il detonatore di una pentola pronta a scoppiare del tutto e che rischia di implodere.

“Il Consorzio non ha un Albo legale, non ha un albo dei fornitori, un albo delle imprese. Capita spesso che gli uffici non abbiano ben chiare le competenze e neanche cosa rispondere alle nostre richieste. Vogliamo far chiarezza anche su consulenze e su 30 incarichi di comando per i quali da assessore mi pongo diverse domande. 30 è un bel numero, mi chiedo i criteri seguiti, il perché della necessità di un così elevato numero, le modalità, i mezzi di evidenza pubblica. Insomma, ci sono una serie di perplessità. Un’altra domanda che mi pongo, relativamente agli arrestati è perché sono stati sospesi e non licenziati? So bene che il procedimento è in corso, ma intanto, come segnale forte si proceda con il licenziamento e poi, se dovranno essere richiamati in servizio a fronte di eventuali decisioni diverse della giustizia si farà.

L’impressione è che saranno controlli a tappeto per riprendere le redini di un Ente che negli ultimi anni è stato fonte di polemiche, indagini e veleni. Ma, come già dichiarato nei giorni scorsi (vedi articolo allegato) l’assessore Pizzo continua a ritenere che il vero nodo da affrontare sia quello delle sorti del Cas, che dal 2020 dovrà fare a meno delle risorse europee e chiaramente non potrà più camminare da solo sotto il profilo economico.

“Il problema è questo, come vogliamo immaginare il futuro del Cas. Non può certamente essere ancora quello che è stato finora. Ma perché continuiamo a fare l’esatto contrario di quello che fanno in altre Regioni? Nelle altre realtà le autostrade sono gestite da società private, hanno un patrimonio e riescono anche a fare cassa. Noi no. Il Cas è un Consorzio tra Enti locali che finirà con il morire perché senza i fondi europei non riuscirà a sopravvivere alla luce dei costi. Dobbiamo cambiare mentalità altrimenti non andiamo da nessuna parte”.

Il 2020 non è poi così lontano e prima di allora dovranno essere individuate le soluzioni per dare un nuovo e diverso assetto (o decidere diversamente) all’Ente.

C’è poi un altro capitolo ed è quello relativo al bando per l’Albo dei legali, pubblicato nel gennaio 2013 e da allora rimasto nei cassetti nonostante le segnalazioni (vedi articolo allegato). Non solo non si hanno notizie di quel bando ma sul sito ufficiale del Cas, come denunciato da uno dei partecipanti, l’avvocato Vincenzo Amata, nella sezione amministrazione trasparente, non vi è traccia di eventuali elenchi, criteri per l’affidamento degli incarichi legali, curricula, e via dicendo. Tutto questo mentre il Consorzio ha una mole di contenziosi notevole. Su questi aspetti Alessandra Serio ha intervistato il neo presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati Vincenzo Ciraolo che ha sottolineato come l’Ordine non abbia poteri ispettivi o di vigilanza e non potrebbe andare oltre la semplice richiesta come per qualsiasi altro ente, perché applichi le procedure con la maggiore trasparenza possibile. “Ci sono però norme che consentono al singolo di agire- spiega il presidente Ciraolo- e presentare la questione all'Ordine di appartenenza e chiedere che se ne faccia portavoce o lo appoggi nelle procedure che decidesse di attivare. A onor di cronaca devo precisare che il bando ci fu trasmesso a suo tempo dal Cas e abbiamo provveduto a darne pubblicità ai nostri iscritti. Ma devo precisare che si tratta di un elenco di legali fiduciari e in quanto tali la nomina è rimessa all'ente stesso”. L’avvocato spiega infatti come in alcuni casi, come ad esempio nelle aziende sanitarie locali, pur in presenza di bandi per gli elenchi dei legali, sia previsto il ricorso da parte dell’Ente, alla selezione di ulteriori legali,da scegliere discrezionalmente in base alla delicatezza e l'entità della procedura legale della quale si devono occupare. “Resta infine da capire- conclude il presidente dell’Ordine- per quel che riguarda il Cas se si tratta di un ente di natura pubblicistica o meno, se cioè il diritto di accesso agli atti è esercitabile "indiscriminatamente" o incontri dei limiti, come quelli sulla privacy che ad esempio vietano di consultare i curricula dei partecipanti agli altri candidati. In questo quadro articolato, di certo il Cas ha obblighi di trasparenza ed esistono norme anti corruzione che lo obbligano a dar conto di questo elenco, ne deve certamente tener conto".

Il problema è che, ufficialmente di questo elenco non c’è traccia, nonostante il bando del gennaio 2013.

Rosaria Brancato