Rilievi Corte dei Conti, Signorino: «criticità ereditate» (la colpa è di quelli che c’erano prima)

La relazione inviata dalla Corte dei Conti con le gravi osservazioni sul bilancio consuntivo 2013 trova immediata risposta da parte dell’assessore alle politiche finanziarie nonché vice-sindaco, Guido Signorino. In una nota diramata dall’Ufficio stampa di Palazzo Zanca, Signorino mette subito le mani avanti e dichiara: «si tratta delle criticità storiche ereditate dall’attuale Amministrazione comunale». Volendo utilizzare un’espressione tanto cara a questa giunta, la frase potrebbe essere tradotta nel seguente modo: la colpa è di quelli che c’erano prima.

Ma se il passato è nebuloso, il futuro sarà radioso, assicura il vice-sindaco. «Stiamo predisponendo una risposta che evidenzi i progressi compiuti dall’Ente nel 2014 su ciascuno dei punti rilevati, nel solco di una gestione più oculata e della trasparenza. Il risultato – continua – evidenzierà sensibili miglioramenti, sia nel risultato di amministrazione che nella capacità di riscossione (in particolare sui residui) e negli altri punti oggetto di osservazione».

Secondo quanto scrive Signorino, quindi, il miglioramento della condizione dell’ente verrà illustrata nella memoria da consegnare alla Corte dei Conti. Il vice-sindaco, invece, non fa il minimo accenno al bilancio consuntivo 2014, che è l’unico documento contabile in grado di fotografare e certificare la gestione finanziaria di un ente, al di là delle parole, delle promesse e degli annunci ad effetto. Il rendiconto andava approvato entro il 30 aprile e – nonostante i solleciti della presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile, e dei vice-presidenti della Commissione Bilancio, Pippo Trischitta e Carlo Abbate – non si hanno notizie, così come non se ne hanno del bilancio di previsione 2015, che il sindaco Renato Accorinti ed e il suo vice si erano impegnati ad approvare entro il 31 marzo. I termini previsti dalla legge sono stati prorogati al 31 maggio, ma all’appello mancano ancora le previsioni di entrata di alcuni Dipartimenti strategici, come ha reso noto nei giorni scorsi il ragioniere Antonino Cama attraverso una nota allarmante.

Per nulla allarmato si mostra, però, Signorino, che con la sua nota vuole rassicurare tutti e divulgare un messaggio di speranza.

«La strada per il risanamento finanziario del Comune afferma – è lunga e complessa, ma la città l’ha imboccata con convinzione e l’aggiornamento della normativa regionale sulla distribuzione del gas, richiesto insistentemente dalla nostra Amministrazione e approvato appena qualche giorno fa dalla Regione, offre un ulteriore supporto di stabilità al percorso di riequilibrio varato dal Comune».

Rispetto alle contestazioni della Corte dei conti sugli organismi partecipati, il vice-sindaco spiega che «sono state avviate azioni di recupero del controllo e di risanamento e rilancio del servizio che cominciano adesso a dare i propri frutti (naturalmente in maniera più o meno evidente), anche in termini di qualità del servizio reso ai cittadini». Affermazioni che appaiono vaghe, generiche e piuttosto deboli di fronte ai rilievi mossi dai magistrati contabili, i quali – ricordiamo – hanno segnalato «numerose e significative discordanze tra debiti e crediti reciproci» con Atm, Messinambiente Ato3 ed Amam; la presenza di società con perdite d’esercizio quali Feluca, Nettuno, Ato3 in liquidazione; la drammatica situazione di Messinambiente ed Atm, con debiti che gravano sul piano di riequilibrio per 64 milioni di euro complessivi».

Peraltro, anche nel caso delle partecipate come per il Comune, per dimostrare il risanamento economico e finanziario non bastano le buone intenzioni né sapere che in strada ci vanno più autobus o che la raccolta viene effettuata con maggiore regolarità, ma servono i bilanci delle aziende. L’ultimo di Messinambiente , relativo al 2013, ha chiuso in profondo rosso e quanto ai bilanci dell’Atm non ce n’è traccia in Consiglio comunale dal lontano 2004.

Restando in tema di partecipate, Signorino affronta anche l’argomento contratti di servizio, che il Comune di Messina- come sottolineato dalla Corte dei Conti – non ha ancora approvato. Il vice di Accorinti spiega che sono «stati da tempo redatti e approvati dall’Amministrazione e sono adesso da alcuni mesi all’attenzione del Consiglio Comunale. Con tutti gli aggiustamenti possibili, siamo a un passo dal traguardo storico della regolamentazione contrattuale dei servizi per i cittadini a Messina».

Signorino la fa facile, ma in realtà i contratti di servizio con Atm ed Amam “sostano” da settimane in Commissione Bilancio (e non in Consiglio comunale, come scrive) perché stanno suscitando non poche perplessità, a tal punto che il traguardo storico potrebbe non essere così vicino come dice l’esponente di giunta. Nell’ultima seduta è anche stato bocciato l’emendamento proposto dall’amministrazione con il quale veniva accolta la richiesta dei revisori dei conti di non allegare al contratto di servizio il piano economico finanziario dell’Amam, cassato in più punti dal collegio sindacale interno. Un dettaglio non da poco sia sotto il profilo tecnico, perché così i consiglieri saranno adesso costretti a prendere in esame anche il pef, nonostante qualcuno avrebbe preferito “ignorarne” l’esistenza; sia sotto il profilo politico, perché, in commissione, a mettere in minoranza la giunta sono stati due tra i partiti a lei più fedeli: Udc e Dr, con le astensioni decisive dei consiglieri Mondello ed Amata. Ma, evidentemente, l’assessore Signorino è sicuro di ricucire il rapporto con i suoi alleati d’aula e procedere senza intoppi all’approvazione del contratto di servizio con l’Amam.

Tornando alla relazione della Corte dei conti, che ha messo in dubbio la regolarità della procedura di mobilità degli ex Feluca, andati ad ingrossare il personale dell’Amam e dell’Atm, Signorino fa sapere soltanto che «sarà chiarita la questione relativa alla mobilità del personale ex-Feluca, con le caratteristiche di controllo da parte dell’Ente sulla società».

Nella nota di Signorino c’è anche una “excusatio non petita”, allorquando scrive: «sulla questione del sesto parametro di stabilità strutturale, la Corte non afferma che questo sia stato sforato e non dichiara di considerare l’Ente strutturalmente deficitario». L’assessore di palazzo Zanca si difende da un’accusa che non si capisce bene da dove sia arrivata, dimostrando – in questo caso sì – una certa preoccupazione per l’effetto devastante che potrebbe avere lo sforamento del parametro 6, legato alle spese del personale, qualora venisse accertato dal Ministero nel corso dell’esame del piano di riequilibrio. In quel caso, infatti, il Comune sarebbe un ente strutturalmente deficitario e non potrebbe accedere al Fondo di rotazione.

L’ultimo punto toccato da Signorino nel suo comunicato riguarda il mancato aggiornamento delle scritture inventariali dei beni mobili e delle immobilizzazioni che, secondo la magistratura contabile, rende il conto del patrimonio non rappresentativo della reale situazione finanziaria e patrimoniale dell’ente. «Il Comune – scrive il vice-sindaco – sta riorganizzando la sua struttura informatica per i servizi finanziari per consentire un accesso trasparente all’uso delle risorse da parte di tutte le componenti dell’amministrazione e per costruire un inventario aggiornato e corretto del patrimonio».

Leggendo la nota di Signorino, una cosa emerge chiaramente: l’ottimismo, almeno quello di facciata, non manca. I fatti diranno se tanta positività sia giustificata o meno. In ogni caso, se il risultato non sarà quello sperato si potrà sempre ricorrere al solito ritornello: “la colpa è di quelli che c’erano prima”.

Danila La Torre

IN ALLEGATO L'ORDINANZA DELLA CORTE DEI CONTI