Politica

Pd e Udc sanciscono il fallimento delle politiche finanziarie di Buzzanca. E la loro futura alleanza

Ammesso che sia mai esistita davvero, l’alleanza in Consiglio comunale tra Pdl e Udc è definitivamente tramontata. Dal 2008 ad oggi , tanti gli scontri, i dissapori e le divisioni che hanno “animato” il rapporto tra i due maggiori partiti del centro-destra – agli occhi dei più amici per convenienza e nemici per convinzione – ma la bocciatura del bilancio consuntivo 2011, sancita essenzialmente con i voti del partito di Casini e del partito democratico, segna una svolta nelle alleanze dell’aula consiliare, apre scenari nuovi e soprattutto chiude scenari vecchi.

Il bilancio consuntivo non è un atto qualsiasi e la sua bocciatura non è una bocciatura qualsiasi. Il documento contabile di chiusura esercizio è l’atto politico per eccellenza, che scatta la fotografia delle attività finanziarie ed economiche di un’amministrazione, nel caso specifico dell’amministrazione Buzzanca, e di come soni stati spesi i soldi pubblici. I 10 voti contrari e i 7 astenuti (vedi correlato) dicono che l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca e l’ex assessore alle politiche finanziarie Orazio Miloro hanno fallito: il 2011 è l’anno in cui il Comune ha sforato il patto di stabilità per oltre 28 milioni di euro, 23 dei quali prelevati dalle casse comunale per sostenere i costi degli svincoli di Giostra. Una violazione che ha comportato una sanzione di 7 milioni di euro, tradotta dal Governo in tagli ai trasferimenti statali, di cui oggi il Comune deve sopportare le conseguenze, trovandosi a fronteggiare l’emergenza stipendi su più fronti.

La violazione del patto di stabilità è, peraltro, solo la manifestazione più evidente di una politica finanziaria, targata Buzzanca-Miloro, che non solo ha creato un buco enorme nelle casse comunali ma ha lasciato inalterate le criticità “croniche” del Comune di Messina: esistenza di una forte massa di debiti fuori bilancio, pari ad oltre 50 milioni di euro; incapacità a riscuotere i crediti; disallineamento tra il bilancio comunale ed i bilanci delle partecipate, con quelli Atm che non vengono approvati da anni; continuo ricorso ad anticipazioni di cassa. Obiezioni sollevate non dai disfattisti dell’ultima ora, come amava dire l’ex primo cittadino, ma, nell’ordine, dalla Corte dei conti, dal Collegio dei revisori dei conti (che comunque ha emesso parere favorevole sul consuntivo) e in ultimo dal commissario Luigi Croce, alle prese con una situazione che lui stesso ha definito «allarmante».

Dal punto di vista politico, la bocciatura del consuntivo è facilmente interpretabile: il Consiglio comunale, in maniera trasversale – perché dentro ci sono i no pesanti dell’Udc ed anche le astensioni, altrettanto pesanti, di alcuni consiglieri del Pdl (Conti e Chiarella) e di altri esponenti di quella maggioranza nata dopo le elezioni amministrative del 2008 -, ha dato un giudizio negativo sull’amministrazione Buzzanca, bocciata alla prova finale, la più importante . Più difficile, invece, è capire cosa succederà dal punto di vista amministrativo. Le strade percorribili sono due: il commissario ad acta nominato dalla regione, Giuseppe Terranova, potrebbe rivedere il documento finanziario eliminando “le difformità” segnalate dai consiglieri comunali, riportarlo in aula e sottoporlo a nuova votazione; oppure potrebbe approvarlo d’imperio, scegliendo così la soluzione più rapida, essendo già trascorsi i tempi di approvazione previsti dalla legge.

In attesa di sapere quale sarà il destino del consuntivo, non va dimenticato che resta aperto, anzi apertissimo, anche il capitolo relativo al bilancio di previsione 2012, i cui termini di approvazione scadranno il prossimo 31 ottobre. Solo pochi giorni fa, il ragioniere generale Ferdinando Coglitore ha lanciato l’allarme in commissione bilancio: «Ad oggi non siamo ancora in grado di chiudere il bilancio in pareggio». Il previsionale 2012 sarà, in realtà, una sorta di “consuntivo mascherato”, dove per far quadrare i conti bisognerà coprire gli impegni di spesa di questi “primi” 10 mesi dell’anno. Anche per il documento di previsione, la parola finale spetterà al Consiglio comunale, ma – contrariamente al consuntivo – in caso di mancata approvazione è prevista una sanzione, che colpirebbe proprio i rappresentanti comunali, i quali incorrerebbero nella decadenza immediata. Rischio che – siamo pronti a scommettere – eviteranno in ogni modo. Riconoscere eventuali responsabilità degli altri va bene, ma perdere la propria poltrona mai… (Danila La Torre)