Novamusa, Mercadante assolto: non si appropriò degli incassi di Taormina

Il Tribunale di Civitavecchia ha assolto cono formula piena Gaetano Mercadante, l’imprenditore romano patron di Nova Musa, dall’accusa di appropriazione dell’incasso dei biglietti di ingresso a Teatro Antico di Taormina. La sentenza, che scagiona Mercadante “perché il fatto non sussiste”, è diventata irrevocabile perché né la Regione siciliana né il comune di Taormina hanno proposto appello. Si chiude quindi così il versate penale della vicenda che ha visto al braccio di ferro la società di sbigliettamento egli enti interessati – Novamusa gestiva gli accessi ai siti culturali di diversi centri isolani – nata dalla segnalazione della Corte dei Conti, che in prima battuta aveva dato torto alla società di Mercadante.

Soddisfatti i legali, gli avvocati Ettore Randazzo, Grazia Volo, Valeria Spigarelli e Sergio Monaco, che insieme all’avvocato Giorgio Giannone Codiglione sottolineano come adesso la vicenda sia tornata nei giusti binari, ovvero quelli del contenzioso civile – “una mera disputa contrattuale”, dice il legale, tra Regione Sicilia e Novamusa, "così ponendo nella corretta luce il lodo deliberato il 10 luglio 2013 a maggioranza degli Arbitri (con l’eccezione dell’arbitro nominato dalla Novamusa, astenutosi) e adesso appellato, in cui si afferma che “secondo una valutazione che sul punto non può che essere approssimativa, per la difficoltà di riscontri precisi e obbiettivi, ma che appare dettata da un principio di equa ponderazione, le manchevolezze del mancato integrale svolgimento dei servizi siano da ripartire fra i due contendenti in misura diversa: per i 2/3 a carico dell’Assessorato essendo, relativamente prevalente l’effettiva mancata consegna di una parte egli spazi, e per un terzo a carico di Novamusa”.

Nel 2014, con la pronuncia della Corte dei Conti, era stato quantificato in un milione di euro l’ammontare che Novamusa avrebbe dovuto restituire al Comune di Taormina.