Cas, e adesso arrivano anche i pignoramenti dei pedaggi ai caselli autostradali

Cas, e adesso arrivano anche i pignoramenti dei pedaggi ai caselli autostradali

Rosaria Brancato

Cas, e adesso arrivano anche i pignoramenti dei pedaggi ai caselli autostradali

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venerdì 20 Febbraio 2015 - 06:39

Il contenzioso rappresenta la voce più pesante tra le spese del Consorzio autostrade, una mole da 100 milioni di euro dei quali già 29 sono in fase di pignoramento. Ma a proposito di pignoramenti la situazione è tale che di recente vengono pignorati anche gli incassi ai caselli, al punto che gli esattori sono stati dotati di apposita modulistica.

Un giorno potrebbe persino accadere che venga pignorato un casello con tanto di casellante…e che l’ufficiale giudiziario se lo porti via dopo aver compilato il modulo che ultimamente l’ente ha messo a disposizione dei dipendenti del Cas.

Già, perché, al di là delle belle parole la realtà quotidiana è fatta di una mole di contenziosi tale da portare il Consorzio sull’orlo del fallimento, si tratta di costi che gravano più di ogni altra voce sul bilancio dell’Ente. Se è vero che il Cas incassa annualmente 70 milioni di euro per pedaggi è altrettanto vero che sono proprio questi incassi la fonte di risorse, cifre che ormai “volano via” in pignoramenti a scadenza periodica. Da tempo infatti sono scattati i pignoramenti degli incassi dei pedaggi ai caselli, soprattutto quelli “più ricchi” come ad esempio Tremestieri o la barriera di Villafranca. Gli ufficiali giudiziari sono diventati quasi di casa, ma non si fermano per chiedere al casellante quanto costa il pedaggio da Cefalù a Patti, semplicemente riscuotono le somme incassate nella giornata, a saldo di contenziosi, magari iniziati con 500 euro per un parabrezza rotto e lievitati fino al pignoramento, ad oltre 4 volte tanto. E se all’inizio i pignoramenti ai caselli costituivano episodi saltuari, adesso avvengono settimanalmente lungo la rete autostradale a pagamento ( e a volte anche più volte nell’arco dei sette giorni) al punto che il Cas ha distribuito agli addetti ai caselli la modulistica da compilare e consegnare all’ufficiale giudiziario. Insomma sta diventando quasi una “prassi obbligata”, quella di dover consegnare incassi che, soprattutto nei caselli più frequentati, come appunto Tremestieri, superano i 20 mila euro a giornata. E’ il giudice a decidere il”casello” per la visita dell’ufficiale giudiziario, ma molto dipende dal luogo dove è in corso il contenzioso. Basta comunque fare due conti per capire che ogni mese, di pignoramento in pignoramento vanno via cifre rilevanti. Stiamo parlando di pignoramenti che magari hanno avuto origine con una cifra irrilevante ma che, strada facendo, si è moltiplicata, così alla richiesta iniziale, di grado in grado di giudizio, si arriva a quella finale con tanto di spese legali, che risulta quadruplicata.

Per la verità anche l’importo stesso dei pedaggi, per autostrade che già percorrerle è un rischio, è stato al centro di un’interrogazione presentata congiuntamente dai deputati del M5S, Valentina Zafarana, Francesco D’Uva sia alla Regione che al Ministero delle infrastrutture per chiederne la riduzione: “Le contestazioni rivolte ad Autostrade siciliane – scrivevano- spaziano dalla manutenzione alla segnaletica, dai guardrail agli impianti elettrici, dal verde agli impianti telematici di esazione. Le concessioni autostradali sono basate sulla logica della tariffa-remunerazione, con pedaggi che i cittadini dovrebbero pagare in cambio di un servizio efficiente e costantemente sottoposto a manutenzione. Le società concessionarie, inoltre, si impegnano a reinvestire parte dei profitti ottenuti dai pedaggi in investimenti di ammodernamento delle tratte autostradali”. L’interrogazione al ministro Lupi su pedaggi definiti ingiusti rispetto alle condizioni delle autostrade è rimasta lettera morta. Nel frattempo, proprio come conseguenza di quelle carenze riscontrate nei servizi il Ministero ha avviato la procedura per la revoca della concessione, (iter che scadrà ad aprile), anche se il presidente Faraci si dice certo che il Cas riuscirà a rispondere a tutte le criticità contestate.

La situazione attuale è tale che anche se i pedaggi sono ritenuti dagli automobilisti “assurdi” se rapportati al servizio ed in taluni casi, come ad Orto Liuzzo sfiorano “l’incitamento all’indignazione”, sono però diventati per molti creditori l’unico mezzo certo per riscuotere le somme attraverso i pignoramenti.

Ma, come si diceva, il contenzioso è ormai un mostro tentacolare, che ha, come spiegato dallo stesso presidente Faraci, origini antiche, con cause avviate sin dal ’96. Attualmente, stando alle cifre, la mole dei risarcimenti da pagare è di cento milioni di euro, dei quali almeno 29 milioni di euro sono i pignoramenti presso l’Unicredit (la banca tesoriera) ed 11 sono quasi all’incasso. I creditori in fila all’Unicredit son 274. A gravare sono soprattutto i contenziosi con le imprese appaltatrici, fatto questo che dovrebbe comunque far riflettere sul “perché”. Nel lungo elenco di chi ha sentenza in mano e bussa alla porta per il pignoramento risultano: Verlame srl, Carboni strade e gallerie Spa, Bonatti, Benedetto Versaci. Banca di credito cooperativo dell’alto Tirreno, Fagotto costruzioni, Benedetto Dragotta, Consorzio stabile infrastrutture, Eurpasfalti, Rossella Travia.

Le spese legali non sono quantificate, Faraci ha ribadito che non ci sarà alcun albo degli avvocati perché si tratta di incarichi fiduciari pagati al 50% del tariffario dell’ordine, certo è che si trascinano per anni e comportano un raddoppio (nella migliore delle ipotesi) dell’importo iniziale e si concludono, nella stragrande maggioranza dei casi, con il risarcimento dei danni a carico dell’Ente. Con 100 milioni di contenzioso ipotizzare che alla fine qualcuno arrivi a “pignorare” il casello di Rometta con il casellante di turno rischia di non essere solo una battuta ironica….

Se però il Cas vive dei pedaggi e se per legge è obbligato a utilizzare gli incassi per migliorare le infrastrutture, è chiaro che, con una serie di pignoramenti così pesanti, siamo di fronte al cane che si morde la coda. Più si assottiglia l’ammontare degli incassi che restano al Cas, più si abbassa la cifra a disposizione per le manutenzioni e gli interventi strutturali.

Non è questa l’unica porta dalla quale il flusso di risorse “esce” e senza soluzione di continuità, perché ci sono numerosi altri nodi da sciogliere a proposito di spese e sprechi, ed anche di vicende singolari ed inspiegabili che vanno in direzione opposta a quella del risparmio.

Il Consorzio autostrade non è un ente regionale, ma è sottoposto alla vigilanza ed al controllo della Regione, che ha il dovere di intervenire senza voltarsi dall’altra parte soprattutto adesso che aprile è vicino e che il Ministero potrebbe decidere di andare avanti con la revoca della concessione, che ricordiamo, è vincolata proprio alle condizioni di efficienza e manutenzione delle tratte autostradali.

A margine, anche se potrebbe sembrare un dettaglio,ma è indicativo della situazione dell’Ente, c’è da ricordare che l’ultimo bilancio consuntivo è del 2011. Al momento ci sono i bilanci previsionali 2012, 2013, 2014. E spetta proprio alla Regione l’approvazione o la bocciatura degli strumenti contabili. Attendiamo poi di vedere quando il sito ufficiale sarà completo con tutte le informazioni, compresa la sezione amministrazione trasparente.

Quando si parla di soldi pubblici è giusto che i cittadini sappiano come e da chi vengono spesi. Se per risarcire un parabrezza rotto nel 2008 costato 500 euro e lievitato a 3 mila euro, va in fumo il mio pedaggio di 3 euro, piuttosto che essere utilizzato per migliorare anche solo un centimetro della Messina-Palermo, ho il diritto di sapere cosa c’è che non funziona in quel Consorzio che per Crocetta sarà pure un “gioiello” ma per noi utenti resta, scusate il termine “una patacca”.

Non sono i miei 3 euro il problema ma i 3 euro moltiplicati per milioni di automobilisti in transito che hanno il diritto di un servizio almeno dignitoso.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. lei la chiama “patacca”,io la definirei una “trappola”,non per topi ma per persone che purtroppo ci hanno lasciato e Dio non voglia,ci lasceranno la pelle.

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  2. lei la chiama “patacca”,io la definirei una “trappola”,non per topi ma per persone che purtroppo ci hanno lasciato e Dio non voglia,ci lasceranno la pelle.

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  3. Quello che è INCREDIBILE”,per un semplice utente, che alla luce di tutte queste inchieste ormai portate avanti da anni, ancora nessuno abbia preso seri provvedimenti e sopratutto, un presidente della regione possa dichiarare che il consorzio sia un “GIOIELLO”, forse inteso come una ricchezza solo per quei “pochi” che ne possono approfittare!

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  4. Quello che è INCREDIBILE”,per un semplice utente, che alla luce di tutte queste inchieste ormai portate avanti da anni, ancora nessuno abbia preso seri provvedimenti e sopratutto, un presidente della regione possa dichiarare che il consorzio sia un “GIOIELLO”, forse inteso come una ricchezza solo per quei “pochi” che ne possono approfittare!

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