Il Tar dà ragione al Comune: No alla Vas per la variante al piano regolatore

Il responso da parte della Regione era arrivato un anno fa, il 29 giugno 2016, ed era in direzione opposta a quanto professato al Comune: la variante al Piano regolatore generale deve essere assoggettata a Vas, vale a dire alla Valutazione ambientale strategica. Un parere non accettato da Palazzo Zanca, rappresentato dall'avv. Salvatore Giambò, tanto che era stato avanzato ricorso, ora accolto dal Tar.

Il Tribunale amministrativo – si legge nella sentenza – “riconosce l’ammissibilità di un intervento di valutazione ambientale strategica in presenza di acclarate condizioni di criticità ambientale. Condizioni che in fattispecie non emergono”.

L’assessorato regionale aveva richiamato il regolamento edilizio di Messina, peraltro approvato dallo stesso assessorato, “che consente la facoltà dei proprietari di aree edificabili di trasferire le cubature disponibili in zone industriale regionale (z.i.r.) e industriale statale (z.i.s.)”. Questa facoltà, però, non riguarda la variante “ma è subordinata a pianificazione di attuazione – finora mai adottata – da sottoporre comunque al vaglio dell’Autorità regionale di tutela dell’ambiente. Dunque in ordine alla scelta assunta non solo il contestato decreto assessorile difetta di adeguata motivazione, ma nemmeno appaiono sussisterne i presupposti”.

La Regione ha il potere di valutazione discrezionale sulla Vas ma, in questo caso, “occorre rilevare in fattispecie sia la mancanza assoluta di motivazione logica in merito, sia l’assenza dei presupposti per la scelta operata. Il ricorso, pertanto, deve essere accolto”.

Il Tar ha annullato il provvedimento e condannato la Regione a corrispondere al Comune di Messina 3mila euro per le spese processuali oltre agli oneri di legge.